Non sono passati neanche tre mesi dalla conclusione dei Giochi estivi che è di nuovo tempo di parlare di Giochi, questa volta invernali, i XXIV della serie. Dal 1924 al 1992 era usuale che l’anno bisestile fosse doppiamente olimpico, poi il CIO pensò bene di spostare la manifestazione riservata alle discipline della neve negli anni pari senza 29 febbraio: temporalmente separata dalla sorella maggiore, l’Olimpiade invernale avrebbe avuto più possibilità di attrarre interesse, sponsor e via dicendo.
C’è voluta la pandemia e lo slittamento di Tokyo 2020 al 2021 per far sì che, a distanza di ventinove anni, tra spegnimento di un braciere olimpico e riaccensione della torcia passasse così poco tempo.

In realtà, l’emergenza Covid-19 c’è ancora e, per di più, dovranno essere Pechino e la Cina a farsi carico, tra il 4 e il 20 febbraio 2022, dell’organizzazione di questa nuova edizione dei Giochi invernali. Per cui è ancora prematuro dare per certo che da qui a quattro mesi il tripode si riaccenderà nello stadio che lo ha già visto ardere ad agosto 2008: nella capitale cinese, giusto il 24 ottobre, è stata cancellata la Maratona perché si è riscontrato un leggero aumento dei casi.
Vogliamo, però, portarci avanti; guardare a discipline, eventi, numeri che Pechino 2022 dovrebbe proporre; raccontare storie, protagoniste e protagonisti che quelle stesse gare hanno avuto in passato. Il tutto in ottica di genere, convinti che, a costo di far girare tutto senza pubblico, come già accaduto in terra giapponese, il CIO e le istituzioni cinesi non si fermeranno.

Chiudiamo questa sorta di introduzione dando qualche dato. La prossima Olimpiade invernale assegnerà 109 titoli, sette in più di quella precedente, 52 le gare riservate agli uomini, 46 alle donne, 11 alle coppie o a squadre miste. Agli ultimi Giochi estivi i titoli in palio sono stati, invece, 339, così divisi per genere: 165 maschili, 156 femminili, 18 relative a concorsi open o misti.
Se, dunque, l’incidenza dei concorsi trasversali al genere sarà maggiore a Pechino 2022 che a Tokyo 2020 (10,1% contro 5,3%), la differenza in percentuale tra gare maschili e gare femminili è stata decisamente inferiore nella kermesse estiva ospitata dal Giappone (5,5% contro 2,7%). E il fatto che la combinata nordica non proporrà gare femminili per la ventiquattresima edizione consecutiva dei Giochi invernali non può che esserne una delle cause.
Interessante, infine, sarà vedere quante atlete e quanti atleti parteciperanno alle competizioni: a Tokyo 2020 ci sono stati 5893 uomini e 5470 donne, pari quindi al 48,1% del totale, percentuale più alta della storia dei Giochi estivi; a Pyeongchang, nel 2018, in occasione dell’ultima edizione delle Olimpiadi “della neve” fin qui disputate, il disavanzo fu molto più netto, con 1680 uomini e 1242 donne (42,5% del totale).