A Salt Lake City 2002 Vonetta Flowers, frenatrice di Jill Bakken, divenne la prima afroamericana a vincere un oro ai Giochi invernali. A Pechino 2022 un’altra “coloured” si è laureata campionessa olimpica nel bob a due: è la tedesca Deborah Levi. Come Flowers, anche Levi praticava inizialmente la corsa e si è poi dedicata al bob come frenatrice. Del resto, guardare a cosa offre l’atletica leggera è ormai consuetudine visto che tale ruolo prevede che chi lo riveste debba contribuire con la propria corsa e la propria spinta a dare velocità iniziale al mezzo,.

Non solo ex velociste come Levi, però. Come ha spiegato il commentatore tecnico di Eurosport Stefano Maldifassi, anche chi si è dedicato ai lanci può andar bene perché il frenatore o la frenatrice deve essere in grado di trasferire a un attrezzo velocità (quantità di moto, in pratica). La storia della “black Canadian” Cynthia Appiah lo conferma e, anzi, ci racconta molto di più. Ex martellista, nel 2014 cominciò a spingere bob e a competere ad alto livello, partecipando anche a Mondiali e Coppa del Mondo. Con la promozione a specialità olimpica del monobob, in cui bisogna spingere, saltare dentro la slitta e guidare, Appiah è divenuta di fatto pilota anche di bob a due. In terra cinese ha ottenuto due ottavi posti, monobob e bob a due in coppia l’altra “black Canadian” Dawn Richardson Wilson. Appiah, tra l’altro, appare nella pubblicità di una nota marca di auto giapponesi che sponsorizza i Giochi di Pechino 2022.

La 32enne canadese non è stata l’unica black a pilotare un bob in questa Olimpiade. C’era la 23enne svizzera Melanie Hasler, anche lei in gara sia nel monobob che in quello a due.  C’era anche Jazmine Fenlator-Victorian, alla sua terza partecipazione ai Giochi, la seconda come giamaicana dopo aver corso a Sochi con gli USA. C’era, infine, la veterana Elana Meyers-Taylor che è considerata “black athlete” da testate autorevoli come il Guardian e che, tra il 2010 e il 2022, ha vinto tre argenti e due bronzi olimpici.
Il campo delle frenatrici rimane ancora più nutrito (oltre alle vincitrici dell’oro Levi e del bronzo Sylvia Hoffman -USA-, ci sono Kaysha Love -USA-, Jennifer Onasanya -AUT-, Montell Douglas -GBR-) e sembra, purtroppo, reiterare lo stereotipo in base al quale è pertinenza delle persone afrodiscendenti un ruolo in cui serve forza ed esplositività, mentre per guidare è meglio una “bianca”.
La presenza di Appiah e, soprattutto, di Hasler è, però, un bel segnale per il futuro.