Storie di barriere di genere infrante nelle Olimpiadi invernali – 1° puntata

I primi Giochi invernali vennero disputati a Chamonix, nel 1924. Ma, prima che il CIO desse la sua benedizione a un evento sotto l’insegna dei Cinque Cerchi riservato esclusivamente alle discipline del ghiaccio e della neve, il pattinaggio di figura aveva già assegnato titoli olimpici a Londra 1908 e ad Anversa 1920.
In particolare, in terra britannica, Madge Cave-Syers aveva vinto il concorso femminile, che era stato inserito nel programma ufficiale proprio grazie alla lotta condotta da lei e da suo marito Edgar Syers in seno alla ISU, la federazione internazionale di pattinaggio.

I Mondiali di pattinaggio di figura esistevano dal 1896. Nel regolamento non c’era nessuna indicazione relativa al genere dei partecipanti, con la tacita assunzione che dovessero essere tutti uomini. Così, quando nel 1902 la rassegna iridata fece tappa a Londra, Madge Cave-Syers si iscrisse al singolo… maschile. Quattro in totale i concorrenti. Le evoluzioni della britannica furono perfette (a detta anche del suo avversario più forte, lo svedese Ulrich Salchow), ma i giudici, cinque e tutti maschi, sistemarono la classifica in modo che la ventenne pattinatrice inglese non andasse oltre il secondo posto.

La ISU si affrettò a tappare il buco, specificando che solo gli uomini avrebbero potuto partecipare al Mondiale del 1903, e si procurò di fornire un po’ di ragioni a riguardo. A parte la motivazione che potremmo definire romantica, un giudice potrebbe avere relazioni con una delle pattinatrici, c’era quella tecnica o presunta tale: uomini e donne non potevano essere giudicati allo stesso modo perché i primi indossavano calzoni e quindi i loro movimenti erano sotto gli occhi dei giudici, mentre le gonne lunghe delle seconde ostruivano completamente la visione e non permettevano di cogliere eventuali imperfezioni tecniche.
La federazione britannica non si adeguò alle disposizioni ISU e ai Campionati Nazionali del 1903 e del 1904 fece disputare gare di singolo open, prontamente vinte da Cave-Syers. Anche questa presa di posizione contribuì alla parziale marcia indietro della federazione internazionale che, a partire dal 1906, introdusse ai Mondiali il singolo femminile, ma, arrampicandosi sugli specchi, sancì che la vincitrice sarebbe stata nominata campionessa ISU, mentre il vincitore del singolo maschile si sarebbe potuto fregiare del titolo di Campione del Mondo. Madge vinse la nuova competizione nel 1906 e nel 1907, poi l’anno dopo a Londra coronò la carriera con la vittoria più importante.[1]

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[1] Tratto da F. Greco, Cinque cerchi di separazione. Storie di barriere di genere infrante nello sport, Paginauno