Pian piano diventerà Serie A. 25° puntata

L’inizio.
Il 4 ottobre 1914 prende il via la nuova stagione di Prima Categoria. In realtà, a partire è solo il Nord, ma è quello che più interessa perché fino adesso i campioni sono sempre venuti dal raggruppamento settentrionale e non c’è motivo di credere che le cose possano cambiare. Nel corso dell’estate la FIGC ha deciso di allargare ulteriormente le maglie e ha ammesso trentasei squadre alla prima fase, dividendole equamente in sei gironi da sei. Il belga del Milan Louis Van Hege non è molto d’accordo con questa apertura incondizionata e lo spiegherà di lì a poco su Lo Sport Illustrato:

Il Campionato Italiano di Foot Ball, così com’è stato trasformato […], non obbedisce […] a quel principio di diffusione e d’interessamento dal quale il foot ball in Italia attende uno sviluppo vero e proprio.
Ed […] aver permesso l’entrata in prima categoria a squadre che sono appena degne di stare in seconda od in terza, ha prodotto e produrrà in avvenire un dannosissimo incitamento alla pigrizia

In effetti, se guardiamo ai risultati della prima giornata, troviamo un 13-0 del Milan sull’Audax Modena, uno 0-9 della Juventus in casa della Valenzana e un roboante Acqui-Genoa 0-16, che a cento e più anni di distanza è ancora la vittoria esterna con maggior scarto mai registrata in un match valido per un campionato italiano di massima serie[1]. La misura della differenza tra la compagine piemontese e il club rossoblù ce la dà la Gazzetta: l’Acqui scende in campo con soli nove uomini, prende il primo gol al 23′, limita a quattro le reti al passivo nella prima frazione e poi viene travolto nella ripresa.
Anche se la palma della sottovalutazione dell’impegno assunto, iscrivendosi in Prima Categoria, va al Savoia Milano che si reca «per deferenza» a Novara, perde 11-1 e poi si scioglie, il tutto nel corso della giornata del 4 ottobre[2].
A esser pignoli, la prima giornata offre anche delle partite tirate e delle sorprese, vedi il Casale campione in carica bloccato sull’1-1 dal Nazionale Lombardia o l’Internazionale, sconfitta 3-2 a Como. Ma per rimediare c’è tempo.
Intanto, in Belgio si vivono ore drammatiche e proprio Lo Sport Illustrato, a settembre, ha dedicato un pezzo a quei nomi di città, fiumi e luoghi che le gare ciclistiche hanno reso noti e adesso compaiono nei bollettini giornalieri per ben altri motivi.

Al termine della prima fase.
Il 6 dicembre 1914 la prima fase vive la sua ultima giornata. Ai gironi di semifinale passano le prime due di ogni raggruppamento e le quattro migliori terze: un modo di riportare a sedici il numero delle squadre che piacerà tanto a FIFA,  UEFA e CAF a tempo debito.
Chi più, chi meno, le grandi ci sono tutte. Anche Casale e Internazionale che non erano partite con il piede giusto. La prima pagina della Gazzetta tradisce, però, ben altre preoccupazioni che non quella di un campionato che ancora non decolla per i tanti match inutili. L’editoriale si chiama, infatti, «Fucile e aeroplano» e nella quarta colonna c’è «L’omaggio di tutti per il Belgio, per i fratelli delle terre irredente». È la guerra, la Grande Guerra, a cui anche il Regno d’Italia si prepara a partecipare, lasciando definitivamente l’Alleanza con Austria-Ungheria e Germania e abbracciando l’Intesa con Francia, Gran Bretagna e Russia. Anche sport e giornali sportivi sembrano chiamati a svolgere il loro compito[3]:

L’ora del pericolo sopravviene uguale per tutti. Occorre affinare i mezzi per superarla vittoriosi, occorre sperimentare gli animi per affrontarla. E lo sport è la grande fucina che affina, sperimenta e prepara. Ogni suo mezzo è arma di difesa per la patria

21 maggio 1914.
I gironi di semifinale hanno promosso Torino, Genoa, Internazionale, Milan e I quattro club hanno già giocato cinque delle sei giornate in programma del girone finale. Il Genoa è davanti, ha due punti in più di Torino e Internazionale, ma deve ospitare i granata e, quindi, la vittoria nel raggruppamento settentrionale e la qualificazione alla finale nazionale non sono sicure al 100%.
Il 21 maggio la Gazzetta presenta i match in programma, parlando improvvidamente di «accanita battaglia alle viste a Milano tra Milan e Internazionale», ma non spiega come si procederà in caso di due o tre squadre a pari merito. Non ce ne sarà bisogno, la mobilitazione generale è ormai alle porte. A pagina due c’è una lista di tutti gli sportivi italiani che sono stati già richiamati sotto le armi. Ciclisti, ginnasti, motociclisti, podisti, boxeurs, lottatori, canottieri, schermidori. Ci sono anche tanti “footballers” di squadre come Brescia, Juventus, Casale  o Firenze F.B.C. che hanno già visto terminare il loro campionato di Prima Categoria. C’è anche Fernando Saraceni della Lazio che, in realtà, è ancora in gara per diventare campione del Centro-Sud.
Il giorno dopo, il 22 maggio, la FIGC sospenderà il campionato. La foga della guerra è inarrestabile, «della santa guerra che unisce nel rosso sacro vincolo del sacrificio pei figli e pei nepoti la nostra generazione con quella dei padri nostri»

Per l’Italia, contro l’Austria. Hip, hip, hurrà![4]

Puntata precedente: IL DERBY TRA PISA E SPES LIVORNO FINISCE IN RISSA; Puntata successiva: IL GENOA, IL TORINO, LA LAZIO E UN TITOLO CONTESO DA PIÙ DI CENTO ANNI

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[1] In fatto di massimo scarto, il match detiene il record assoluto ex aequo con Internazionale-Vicenza 16-0 del 10/1/1915, quindi relativo sempre alla Prima Categoria 1914/15, ma alla 1° giornata della seconda fase, girone D
[2] Il Savoia Milano era arrivato secondo nel Campionato lombardo di Promozione 1913/14, ottenendo così la promozione in Prima Categoria 1914/15
[3] Da Avanti, avanti, via!, Gazzetta, 7/12/1914, pag. 1
[4] Gazzetta, 24/5/1914, pag. 1