Luis Arconada è stato per 15 anni il portiere simbolo della Real Sociedad. Con i baschi ha vinto due volte la Liga, una volta la Coppa del Re e tre volte il trofeo Zamora, riservato all’estremo difensore meno battuto del campionato spagnolo. Il più forte in patria, ha difeso per 68 volte la porta della sua nazionale, partecipando come titolare a tutte le manifestazioni più importanti tra il 1978 e il 1984. Un buon portiere, ma non certo un fuoriclasse come i vari Zoff, Pfaff, Dasaev, Shilton o Harald Schumacher, che hanno segnato quel periodo. Un buon portiere che ha avuto anche il torto di fare la cosa peggiore nella partita più importante della sua carriera. Finale degli Europei del 1984, la Spagna sta irretendo la Francia di Platini. Poi, al quarto d’ora della ripresa, il numero dieci francese batte una punizione con un destro non irresistibile e diretto sul portiere; Arconada, però, si butta in modo goffo e la palla gli passa sotto la pancia. La classica papera. In vantaggio, i galletti non si fanno più raggiungere e vincono 2-0.

Arconada esce su Elkjær

Arconada esce su Elkjær

Una disdetta, perché, se la Spagna si trova in finale, molto merito ce l’ha lui, Luis Arconada, gran protagonista tre giorni prima a Lione nella sfida contro la sorpresa Danimarca, una squadra che gioca un calcio molto offensivo e dinamico. L’idea degli spagnoli di condurre una partita a ritmi bassi naufraga già al 6′, quando Lerby mette in rete da pochi passi una bella respinta proprio di Arconada su gran colpo di testa di Elkjær. I danesi di Piontek, però, non sono una squadra capace di attendere, così la partita riserva emozioni e azioni da ambo le parti e un palo danese. Il portiere della Roja inizia la serie dei miracoli parando, nel giro di pochi secondi, un tiro-cross di Michael Laudrup, deviato da Maceda, e un successivo tentativo di Elkjær. Lo stesso Maceda, già giustiziere della Germania Ovest nell’ultima giornata del girone eliminatorio, pareggia i conti nel corso della ripresa. La Danimarca ha adesso più motivi per attaccare e per rischiare in contropiede. Arconada sventa un diagonale di Laudrup verso la fine dei regolamentari e poi fa il suo capolavoro nel corso del secondo tempo supplementare’: punizione di Elkjær e parata con la mano sinistra distesa, Ivan Nielsen nell’area piccola ribatte da pochi passi e il portiere basco salva in tuffo con la mano destra. Un successivo tiro di Jesper Olsen finisce a lato, chiaro segno che ai rigori vinceranno gli spagnoli. E, infatti, va così. I primi otto non sbagliano, anche se l’arbitro Courtney dà a Michael Laudrup ha l’opportunità di calciare di nuovo, dopo che Arconada ha respinto il suo primo tentativo. Il nono tiro è quello decisivo e, come spesso capita, a sbagliare è il più forte, Elkjær, che mette alto. Sarabia regala ai rossi la finale e ad Arconada di “cancellare”, paradossalmente, quanto fatto di buono quella stessa sera.

federico