Ricardo Zamora

Ricardo Zamora

La narrazione del primo mondiale conquistato dall’Italia, quello voluto, orchestrato e vinto da Mussolini nel 1934, vive di formalità da sbrigare, strenue difese del risultato e momenti di vero pathos. Il primo di questi momenti, decisivo per l’esito finale del torneo forse più di quelli che lo seguiranno, si ha il 31 maggio a Firenze quando gli azzurri nei quarti di finale a Firenze incontrano la Spagna.  

Davanti ai vari Schiavio, Guaita, Orsi, Meazza e Allemandi ecco stagliarsi nelle cronache dei giornalisti un portiere, un gigante alto 1.80, un uomo in grado di parare il possibile e anche l’impossibile, Ricardo Zamora. Il problema serio per l’undici di casa è che la Spagna è avanti 1-0 con un gol di Regueiro, che la Spagna tutta è una signora squadra visto che agli ottavi ha fatto fuori il Brasile e che quel diavolo di Zamora in presa alta fa suoi tutti i cross che gli azzurri si ostinano a effettuare. Poi prima della fine del primo tempo c’è un’azione confusa sottoporta, un blocco portato a Zamora in stile cestistico da Schiavio favorisce Ferrari che segna il gol del pareggio. I rossi contestano, l’arbitro belga Baert convalida. Il match continua per altri 75 minuti, ma il risultato non cambia: Langara e Guaita colpiscono un legno ciascuno, Zamora e il dirimpettaio Combi respingono le altre offensive. Le squadre escono malconce, ma il pareggio rende necessaria la ripetizione, stessa ora, stesso stadio, il giorno successivo.

1934 Italia Spagna - gol di MeazzaSorpresa delle sorprese il portierone spagnolo il 1° giugno non scende in campo. Ordini superiori? Insonnia dovuta ai fiorentini che stazionano tutta la notte con rumorosi tamburi sotto l’hotel che ospita la Roja? O semplice infortunio? Un dubbio mai chiarito. Fatto sta che anche Langara e Iraragorri, i giustizieri del Brasile, non sono della partita e per gli azzurri la partita senza Zamora diventa più accessibile, pur se non semplice. Il sostituto di Zamora, Nogues, non è bravo nel gioco aereo come il titolare e, infatti, al 12′ è battuto da un colpo di testa di Meazza su angolo di Mumo Orsi. Il risultato non cambierà più, per l’imprecisione degli azzurri, anch’essi stanchi della fatica del giorno precedente, e per la decisione dell’arbitro Marcet che annulla per fuorigioco un gol di Regueiro.
L’Italia avanza non senza sospetto e, passata la paura, i giornalisti possono continuare a tessere le lodi del grande Zamora, tanto grande da capire anche quando è il momento di farsi da parte.

federico