Un gran colpo di testa di Viktor Ponedelnik decide a sei minuti dal termine del secondo tempo supplementare la finale della Coppa Henri Delaunay del 1960. Curioso che a suggellare la laboriosa prima pagina della storia degli Europei sia un attaccante il cui cognome vuol dire “lunedì”.

È, infatti, molto in salita la strada che ha dovuto affrontare la UEFA per arrivare a questo ultimo atto. La confederazione europea, nata nel giugno del 1954, già dalla stagione 1955/56 riesce a far partire la Coppa dei Campioni d’Europa. Sedici le società che partecipano all’edizione inaugurale, in rappresentanza di tutte le nazioni calcisticamente più importanti, Inghilterra esclusa, che, però, si aggiunge l’anno dopo. Il numero di federazioni nazionali rappresentate cresce poi di anno in anno e nel settembre 1958 tocca quota ventisei. E tra queste federazioni manca quella sovietica, perché la presenza di suoi club non è gradita a tutti, Spagna di Franco in primis, che con l’URSS non intrattiene rapporti diplomatici.

Una serie di dati che assume il suo valore per contrasto, se messa in confronto con la freddezza con cui vengono accolti i primi Europei. Al congresso della UEFA, tenuto a Copenhagen nel giugno 1957, viene approvata la manifestazione, grazie a quattordici sì, sette no e cinque astensioni. La disputa del torneo è, però, vincolata all’adesione di almeno sedici federazioni disposte a far partecipare la propria Nazionale: Inghilterra, Scozia, Germania Ovest e Italia dicono subito no perché non vogliono interferenze nella preparazione al Mondiale del 1962; Belgio, Olanda e Svizzera ci pensano un po’, ma poi rifiutano. Così, per corteggiare le indecise, la dead-line viene spostata avanti di qualche mese. Al congresso di Stoccolma del giugno 1958 si contano diciassette iscrizioni, quanto basta per far partire, pur se a singhiozzo, la fase di qualificazione della Coppa Henri Delaunay, che prevede incontri a eliminazione diretta e non gironi per non infittire troppo il calendario(!).
Di contemporaneità neanche a parlarne: il match di ritorno tra Irlanda e Cecoslovacchia, che verrà classificato come turno preliminare per l’accesso agli ottavi, si gioca a maggio del 1959, quando Francia, Romania e URSS sono sicure di essere nei quarti.
Già, perché a fronte di molte assenze di rilievo, tra cui anche quella dei vicecampioni mondiali della Svezia, c’è una presenza rilevante dal punto di vista geopolitico. Quella dell’URSS, una stampella più che necessaria, visto l’esiguo numero di squadre partecipanti.

urss-1960Come se non bastassero i problemi già incontrati, il sorteggio per i quarti mette di fronte la nazionale sovietica e quella spagnola. Il caudillo Francisco Franco in persona non concede alla sua nazionale la possibilità di recarsi in URSS, proprio come fatto con il Real Madrid Baloncesto nel 1958, atteso a Riga per la semifinale di andata della prima Coppa dei Campioni di basket.[1]
I sovietici approdano, così, alla fase finale, la cui organizzazione viene, ovviamente, presa in carico dai francesi. L’URSS si sbarazza in semifinale della Cecoslovacchia con un rotondo 3-0, mentre la Jugoslavia batte a sorpresa la Francia.
Della finale, giocata il 10 luglio 1960, sappiamo già che a vincere sarà la squadra di Jašin e Netto e che a deciderla sarà “lunedì”. Aggiungiamo che gli slavi dominano nel primo tempo, ma segnano solo un gol con Galić, dopo una grande azione e successivo cross di Jerković dalla destra; che l’URSS pareggia con Metreveli a inizio ripresa, su incerta respinta del portiere Vidinić; e che alla lunga la maggiore prestanza fisica fa pendere l’ago della bilancia dalla parte dei sovietici.

Sugli spalti quella sera parigina si contano solo 18mila spettatori, ma – come si suol dire – gli assenti hanno sempre torto. All’edizione successiva, quella giocata nel biennio 1962-1964, non mancherà davvero nessuno.

federico

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[1] Già nel 1961 notiamo un’inversione di tendenza, almeno nel basket: il Real Madrid Baloncesto si reca a Riga per la semifinale della Coppa dei Campioni 1960/61, la Spagna ospita l’URSS nelle qualificazioni alla fase finale degli Europei del 1961. Preludio a quanto avverrà nel 1964 con la finale degli Europei tra Spagna e URSS giocata a Madrid