15 maggio 1974, stadio Heysel, minuto 114 della finale di Coppa Campioni. Il risultato tra Bayern Monaco e Atleltico Madrid è inchiodato sullo 0-0, quando Becerra, ben lanciato in profondità, viene fermato da Hansen. Dentro o fuori area? L’arbitro Loraux non se la sente di fischiare il penalty, ma Luis Aragonés spegne sul nascere le polemiche: destro a rientrare e Sepp Maier battuto. Gli spagnoli non stanno più nella pelle, la prima coppa dalle grandi orecchie della loro storia è a portata di mano, basta solamente resistere sei minuti. I primi cinque passano quasi senza sussulti, poi Schwarzenbeck prende palla a centrocampo, avanza un po’ e lascia partire da quasi trenta metri un sinistro che il portiere madridista Reina vede colpevolmente in ritardo: è 1-1.

Schwarzenbeck pareggia

Il pareggio di Schwarzenbeck

I rigori non li hanno ancora inventati e la finale deve essere ripetuta 48 ore dopo.[1] L’Atletico è, però, rimasto a contemplare quel pallone finito in rete all’ultimo minuto due giorni prima e in campo non c’è. I bavaresi vincono 4-0 con due doppiette targate Uli Höneß e Gerd Müller: una vittoria che prelude al trionfo nel mondiale di casa e apre un ciclo di tre successi consecutivi.

Poi il buio. Nel frattempo molta acqua è passata sotto i ponti. La Coppa Campioni ora si chiama Champions, puoi arrivare in finale anche se l’anno prima non hai vinto la Bundesliga, l’importante è che tu abbia soldi. In finale, però, conta ancora il responso del campo e quelle grandi orecchie sono sempre lì ad aspettare i vincitori.

lothar_matthaeus_1999_ cutArriva così il 1999 e sembra l’anno della svolta. In finale al Camp Nou i bavaresi dominano il Manchester United, favorito alla vigilia. Vanno in gol con Basler su punizione al 5′, sfiorano il raddoppio più volte, colpiscono un palo con Schöll e una traversa con Jancker in rovesciata. Sembra fatta, ma quel colpo di fortuna avuto 25 anni prima, anzi quella colpa, deve essere ancora completamente espiata. Su azione da calcio d’angolo prima Teddy Sheringham al 91′ e poi Solskjær al 93′ ribaltano il risultato. La madre di tutte le rimonte dirà qualcuno. E l’ultima immagine che rimane impressa è quella di Lothar Matthäus che si toglie dal collo la medaglia riservata ai perdenti:  il vecchio guerriero aveva comandato la difesa per 80′ ed era uscito sullo 0-1 tra gli applausi degli spettatori.

Parli del 1999 e il pensiero va al 2008, a quell’altra Champions che il Manchester United si ritrova in bacheca dopo averla già vista nelle mani del Chelsea. A Mosca la partita va avanti a fiammate: Cristiano Ronaldo porta in vantaggio i red devils nel primo tempo, Lampard pareggia il conto nel recupero, Drogba sfiora il colpaccio colpendo il palo a pochi minuti dal termine, ai supplementari tante azioni ma nessun gol. Si va ai rigori e il rigore parato da Čech al divo costruito per eccellenza, alias Cristiano Ronaldo, sembra una luce nella notte piovosa. Perché Drogba si è fatto espellere e così l’incombenza del tiro decisivo per i blues se la prende John Terry. Il grande capitano ha già salvato i suoi al 100′ respingendo sulla linea una inzuccata di Giggs e ora può regalare la prima Champions alla città di Londra, far vincere il Chelsea e Grant, un israeliano chiamato per caso a sostituire il tanto acclamato Mourinho. E invece nel calciare scivola sul dischetto, la palla sbatte sul palo esterno e va fuori. La parata di Van der Sar su Anelka poco dopo sancisce la terza vittoria dello United.

federico

Nella foto in evidenza: La scivolata di Terry sul dischetto nella finale di Champions League del 2008

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[1] Nella storia del calcio europeo le altre seguenti finali sono state ripetute: Europei: 1968, Italia-Jugoslavia 1-1 dts e 2-0; Coppa delle Coppe: 1962, Atletico Madrid-Fiorentina 1-1 dts e 3-0; 1964, Sporting Lisbona-MTK Budapest 3-3 dts e 1-0, 1971, finale di Coppa delle Coppe, Chelsea-Real Madrid 1-1 dts e 2-1; Coppa Latina: 1950, Benfica-Bordeaux 3-3 dts e 2-1 (al g.gol)