Pian piano diventerà Serie A. 16° puntata

Il primo titolo italiano vinto dall’Internazionale Football Club è datato 1910, alla seconda stagione di attività agonistica e a soli due anni dalla fondazione. Una bella impresa, ottenuta alla fine di una lunga battaglia contro la Pro Vercelli che, però, si conclude con uno spareggio “burletta”, come lo etichetta La Stampa. E visto che in cento anni e più non è mai stato chiarito a pieno cosa abbia reso inconciliabili le richieste delle due contendenti e della F.I.G.C., ci affideremo ai commenti e ai racconti che comparvero proprio sul quotidiano torinese per narrare la partita in questione. La ricostruzione fatta dell’accaduto potrebbe non essere oggettiva, ma è certamente piena di finezze da italiano di primo Novecento in cui indugiare.

Lo stemma disegnato da Muggiani

Lo stemma disegnato da Muggiani

Partiamo dagli antefatti. La beneamata nasce il 9 marzo 1908 quando il pittore Giorgio Muggiani e altri 43 soci lasciano il Milan, che all’epoca rappresenta il meglio del calcio meneghino, ma non l’unica squadra di livello.[1] Colori sociali e nome si rifanno per antinomia proprio alla società fondata da Kilpin.
Loro sono rossoneri? E allora Muggiani disegna lo stemma utilizzando il nero e il blu, perché il blu è opposto al rosso nelle matite a due colori, quelle che diverranno esclusiva per prof e maestri nei decenni a seguire e che, ai tempi, erano in voga anche tra i pittori.
Loro hanno deciso di metter freno all’utilizzo di stranieri? Noi ce ne siamo andati proprio per questo e abbiamo chiamato la squadra “Internazionale”.
Una questione di DNA che spiega perché, dopo la sentenza Bosman del dicembre 1995, l’Inter sarà la prima squadra italiana a puntare tutto (o quasi) sul mercato estero e la prima a schierare un undici titolare di soli giocatori non italiani.

Il primo campionato per i nerazzurri non va tanto bene: le eliminatorie regionali sono uno scoglio invalicabile. Quello successivo ha, però, una importante novità: tutte le squadre si incontreranno tra loro due volte e la prima in classifica vincerà il titolo di campione federale. Una squadra non abituata alle partite secche da dentro o fuori e ancor giovane ne può trarre solo giovamento. L’Inter, infatti, inizia malissimo e fa un punto in tre partite: pareggia con la cenerentola Ausonia, è sconfitta dalla Juventus in trasferta e 1-4 dalla Pro Vercelli in casa. Poi inanella undici vittorie consecutive, tra cui un 1-0 casalingo alla Juventus, l’1-2 del 19 dicembre 1909 sul terreno della Pro Vercelli (grazie “allo svolgimento di un giuoco dei più vivaci e impressionanti”) e due larghe vittorie (5-0 e 5-1) sul Milan.
I nerazzurri sono in orbita. Il campionato è finito e restano solo da giocare alcuni recuperi: la Pro Vercelli ha 25 punti, ma ha terminato gli impegni, l’Inter ha 23 punti e due partite da recuperare. I bianchi sono già campione Italiani, ma c’è in ballo il titolo di Campione Federale, l’unico che, col senno di poi, lascerà traccia nell’albo d’oro.[2]

L’Inter non ce la fa a portare a casa subito il titolo perché incappa in una tremenda sconfitta sul terreno del Genoa (4-0). Così la vittoria del 10 aprile (7-2 contro il Torino) basta solo per raggiungere i bianchi della Pro Vercelli in testa e rende necessario uno spareggio per decidere chi vincerà il Campionato Federale. E qui iniziano i guai, una diatriba che “minaccia di rendere più degno di scherno, che di omaggio la grande decisione tanto attesa dal pubblico sportivo italiano”.
Il giorno di Inter-Torino il presidente Bozino e altri soci si recano a Milano e, “veduto il risultato del match che portava la Pro Vercelli a combattere la decisiva con pari punti all’Internazionale”, comunicano al ragionier Bosisio, presidente della F.I.G.C. che né il 17, né il 24 aprile i bianchi possono giocare.

La squadra dell'Inter che vince il primo scudetto

La squadra dell’Inter che vince il primo scudetto (nella foto compaiono -non in quest’ordine- Campelli, Fronte, Zoller, Jenni, V. Fossati, Stebler, Capra, C. Payer I, E. Peterly, Aebi, Schuler)

La Pro Vercelli ha, infatti, disputato l’ultima sua partita di campionato il 6 marzo 1910 e ha preso accordi con altre società per tornei e amichevoli: “pel 17 aprile la squadra degli studenti vercellesi, capitano Binaschi, e quella universitaria di Torino […] avrebbero dovuto partecipare alle gare del Secolo, approvate dalla Federazione e pel giorno 24, mentre si sarebbero trovati impegnati tre giuocatori nella squadra militare del 53°, già erano precorse intelligenze colla neo-società federata di Caresana di fare un match tra la Pro Vercelli e l’Ausonia in occasione della festa patronale.”
Un torneo per studenti, uno militare e la Corsa dei Buoi in onore di San Giorgio, i fondati motivi addotti dai vercellesi per disputare il match decisivo non prima del 1° maggio. Secondo quanto riporta La Stampa, “Bosisio invitò il segretario [della Federazione] a prender nota” e Bozino, “riferendo queste intelligenze assunte col presidente della Federazione, autorizzava i giuocatori […] a proseguire le loro pratiche per l’iscrizione alle rispettive gare”.
L’Internazionale vuole far prima e l’11 aprile “i signori Paramithiotti e Segmuller venivano a Vercelli per sollecitare un’adesione alle date del 17 o del 24”. I vercellesi non cambiano idea, forti dell’accordo verbale con Bosisio, quando “improvvisamente” martedì 19 aprile sui giornali esce la notizia che la F.I.G.C. ha fissato il match per il 24 aprile a Vercelli.
“La Federazione giudicando ab irato, per il fatto che la squadra degli studenti vercellesi non si era presentata alla gara studentesca e per il fatto che la Pro Vercelli […] aveva continuate le sue trattative con l’Ausonia, […] aveva ritenuta pretestuosa la richiesta della Pro Vercelli.”
I vercellesi propongono all’Internazionale di giocare a Milano il 1° maggio, ma i nerazzurri “adducevano motivi di non poter presentar al completo la propria squadra”. Le posizioni restano inconciliabili e così il 24 aprile “agli 11 poderosi atleti componenti la prima squadra dell’Internazionale, la nostra Pro Vercelli ha opposto 11 minuscoli campioni della sua 4.a squadra. V’erano ragazzi di 11 anni e fra gli altri [Alessandro] Rampini che oltrepassa di poco il metro d’altezza.”
Molti dei titolari sono in tribuna “frammischiati […] nell’insolito ruolo di spettatori”, Fresia è con la squadra del 53° fanteria a disputare a Milano la finale del campionato militare.[3] La partita non ha storia, il pubblico sottolinea “con applausi ironici e prolungati i troppo facili goals dell’Internazionale”. Alla fine i milanesi vincono 10-3 e si laureano per la prima volta campioni federali, ma la sfida “burletta” ha un importante strascico anche fuori dal campo.

La Pro Vercelli fa reclamo contro la posizione dell’interista Ermanno Aebi, “giocatore di nazionalità svizzera, fatto passare come italiano”. Inutilmente. Poco dopo arriva la stangata della Federazione: per “un atto di discutibile indisciplinatezza” 200 lire di multa, squalifica fino al 21 dicembre 1910 della società e dei suoi giocatori. Impossibilità, quindi, per la seconda squadra di giocarsi la finale della Seconda Categoria contro la Libertas Milano e per Guido Ara e gli altri di essere selezionati per l’esordio ufficiale della nazionale italiana, previsto per il 15 maggio.

La chiosa la lasciamo ovviamente a La Stampa.

“Il risultato è lusinghiero. Lusinghiero più che tanto per la nostra Federazione, che ha chiuso in modo veramente degno del suo governo la laboriosa serie dei matches di campionato”.

Amen.

federico

Le frasi riportate tra virgolette sono tratte dagli articoli apparsi su La Stampa il 24/4/1910 e nei giorni seguenti

Puntata precedente: Palermo, una vittoria all’ora del thé; Puntata successiva: Al campo sportivo in tram

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[1] C’è la U.S. Milanese, che non ha vinto niente di importante ma ha raggiunto la fase finale nel Campionato Federale 1905, nel Campionato Italiano 1908 e in entrambi i campionati nazionali disputati nel 1909. U.S. Milanese che il destino e i gerarchi fascisti faranno poi fondere con l’Internazionale di lì a una ventina d’anni 
[2] Per il campionato 1909/10 la FIGC ha deciso di assegnare il titolo di Campione Italiano alla squadra tra Pro Vercelli, U.S. Milanese, Andrea Doria e Ausonia (ovvero i club che non fanno uso di calciatori stranieri) che ottiene più punti nel girone. Il titolo non verrà poi riportato sull’albo d’oro ufficiale alla pari delle vittorie della Juventus nel Campionato Federale 1908 e nel Campionato Italiano 1909
[3] Il 53° fanteria di Vercelli batte 4-0 la nave Amalfi grazie ai gol di Fresia, Visconti, Innocenti e Salomone