British Tales. 11° puntata: I trionfi in First Division di Ipswich Town e Nottingham Forest

Il nome di Alfred Ramsey è legato indissolubilmente alla storia del calcio d’oltremanica, perché quanto a tornei internazionali i “maestri”, a parte quel Mondiale del 1966 conquistato in casa sotto la sua guida, possono vantare solo due vittorie Olimpiche, ottenute nel 1908 e nel 1912. Non a caso, per la vittoria mondiale l’ex difensore di Southampton e Tottenham Hotspur fu insignito del titolo di ‘Sir’. Quel che è meno noto è che la strada per la panchina della sua nazionale Ramsey se l’era guadagnata compiendo un’altra impresa, forse ancor più difficile: con l’esordiente Ipswich Town aveva vinto la First Division nella stagione 1961/62.

Ray Crawford e Ted Phillips, 61 gol in due nella First Division vinta

Ray Crawford e Ted Phillips, 61 gol in due nella First Division vinta dall’Ipswich Town

Sulla panchina della società del Suffolk, parte est dell’Inghilterra, Ramsey era arrivato nel 1955. Per lui era la prima esperienza da manager di una squadra di club, partenza dalla Third Division. La promozione nell’agognata Second Division, raggiunta dall’Ipswich Town per la prima volta nel 1953 e ripersa immediatamente, si materializzò al secondo anno della nuova gestione e nel 1961 arrivò addirittura il pass per la First Division. Nomi celebri, oltre quello del futuro allenatore della nazionale inglese nella squadra non ce ne erano. Molta gente che avrebbe giocato con la maglia dell’Ipswich Town più di 300 match, come il difensore scozzese Baxter -per lui addirittura 409 partite-, il centrocampista gallese John Elsworthy, il portiere Roy Bailley, l’ala sinistra Leadbetter. Il solo Raymond Crawford, 33 gol in 41 match in quella stagione 1961/62, avrebbe vestito la casacca della nazionale inglese, due partite appena e un gol.
Il livello del campionato non era, però, elevato, visto che il Burnley, che per larghi tratti avrebbe dominato la classifica, perse con la matricola guidata da Ramsey 5-2 a fine agosto. Ad ogni modo, dopo un inizio un po’ tentennante, l’Ipswich Town a metà stagione si ritrovò nelle zone alte, a una distanza di quattro-cinque punti dalla vetta, con l’obbligo di provare a sognare. Alla 31° il 2-1 sullo Sheffield Wednesday portò i blu saldamente al posto d’onore, il Burnley era ancora avanti, ma gli impegni in FA Cup alla fine si sarebbero rivelati controproducenti. Il leader della classifica, dopo il 2-0 all’Aston Villa del 24 marzo 1962, giocò, infatti, dieci partite in campionato, vincendo un solo match e pareggiandone cinque. L’Ipswich Town, in quello stesso intervallo di tempo, disputò 8 partite, prese una sonora batosta dal Manchester United (5-0 a Old Trafford), ma si aggiudicò 12 dei 16 punti in palio. Così, alla fine la classifica diceva Ipswich Town 56, Burnley 53, a cui rimase il double horror, visto che il Tottenham Hotspur in finale di FA Cup lo sconfisse 3-1. Alla stagione trionfale non ne sarebbero seguite altre: l’Ipswich Town sarebbe arrivato 17° l’anno dopo e addirittura 22° e ultimo nel 1963/64, con Ramsey già da un po’ sulla panchina della nazionale a pensare agli imminenti Mondiali.

A sedici anni di distanza, nel 1978, un altro grande manager del calcio inglese, Brian Clough, riuscì a ripetere l’exploit di vincere il titolo con una neopromossa, il Nottingham Forest, e seppe addirittura andar oltre, anche se i suoi successi non gli valsero la panchina della nazionale inglese perché per la Football Association valevano comunque meno della sua arroganza.
A differenza di quanto fatto da Ramsey con l’Ipswich Town, il successo di Clough e del suo braccio destro Peter Taylor fu, però, frutto di ampia premeditazione. Già col Derby County, infatti, i due erano arrivati vicino all’impresa: primi in Second Division nel 1969, quarti in First Division nel 1970, campioni nel 1972 e semifinalisti in Coppa Campioni nel 1973. Dopo una rovinosa esperienza al Leeds United e qualche altro passaggio a vuoto, Clough accettò la panchina del Nottingham Forest con l’idea di coronare il suo sogno: portare un club poco avvezzo ai successi dalla B inglese al tetto d’Europa. Del resto, prima del suo arrivo, i Forest avevano in bacheca solo due FA Cup, vinte nel 1898 e nel 1949.
Old Big ’Ead’, questo il soprannome di Clough, fece subito mettere sotto contratto qualche suo fedelissimo dei tempi del Derby, vedi il centrocampista McGovern e l’attaccante O’Hare. La promozione arrivò al secondo tentativo, al primo anno in cui c’era anche Peter Taylor in panchina. L’idea di voler far subito bene in First Division fu ancor più chiara dalla campagna acquisti condotta nell’estate del 1977. Seicentomila sterline spese, a fronte delle sole centomila incassate, e contratti per Peter Shilton, per i difensori Burns e Needham e per lo scozzese Archie Gemmill, il più economico, ma altro fedelissimo. 24 gol presi in 42 partite e in un calcio non certo difensivista come quello inglese, dimostrarono quanto fondamentale fosse stato l’acquisto di Shilton. Il resto lo fecero una partenza forte -dieci vittorie, due pareggi e una sconfitta nelle prime 13 giornate-, i gol di Robertson, Withe e Woodcock -per tutti e tre una decina – e il Liverpool, che, impegnato a confermarsi in Coppa dei Campioni, alla fine rimase staccato di ben sette punti.
Nelle due stagioni successive il Nottingham Forest sarebbe succeduto ai reds nell’albo d’oro della più importante coppa europea, anche perché in quel periodo le inglesi dominavano in lungo e in largo. La frattura con Taylor e l’impossibilità di riportare a Nottingham la FA Cup avrebbero caratterizzato gli ultimi tredici anni passati da Clough sulla panchina dei Forest in attesa forse di una chiamata della nazionale che non sarebbe mai venuta.

federico

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