Pian piano diventerà Serie A. 9° puntata

Un girone a tre con partite di andata e ritorno assegna il titolo di campione italiano nel 1906. Le eliminatorie regionali sono state superate da Milan, Genoa e dai campioni in carica della Juventus. Conti alla mano basteranno sei partite, sei week end per scoprire chi vincerà l’ambita Coppa Spensley. E invece tra rinvii, disagi e polemiche serviranno più di quattro mesi.

Umberto Meazza

Umberto Meazza

Tutto inizia con tranquillità il 21 gennaio con un Genoa-Juventus che termina 1-1, poi la seconda delle sei partite in programma determina il primo ritardo: il Genoa l’11 febbraio non riesce a recarsi a Milano. Il Milan non richiede, però, la vittoria per forfait e così Milan-Genoa viene spostata più in là nel calendario. La settimana dopo la neve allunga ulteriormente i tempi: il match Juventus-Milan slitta all’11 marzo. I bianconeri vincono 2-1 in rimonta e portano a casa la prima vittoria del girone, visto che nel frattempo si è già giocata Genoa-Milan ed è finita 2-2.

I guai seri iniziano però il 18 marzo, quando la Juventus ospita il Genoa. Le due squadre non si amano e a far surriscaldare la tifoseria bianconera sugli spalti  contribuiscono le decisioni di  Umberto Meazza, giocatore simbolo della U.S. Milanese che funge da referee per l’occasione e che in futuro sarà membro della commissione tecnica della Nazionale. Per compensare forse l’annullamento di un gol segnato dal Genoa nel primo tempo, Meazza assegna due rigori ai rossoblù, peraltro entrambi parati dal portiere bianconero Durante. Quando poi il genoano Goetzlof azzoppa lo juventino Diment, scoppia il caos. Come laconicamente comunica La Stampa il giorno seguente, l’arbitro sospende la partita sul risultato di 1-0 per la Juventus per “un incidente sorto tra un genovese e uno spettatore”.

Gioacchino Armano

Gioacchino Armano

I rossoblù accettano di buon grado di ripetere la partita il 25 marzo, sempre al Velodromo di Torino, ma poco prima dell’inizio si rifiutano di scendere in campo perché il pubblico mostra ostilità. La F.I.F. impone allora il campo neutro e finalmente a Milano, sul campo del Milan, il 1° aprile 1906 la Juventus ha la meglio sul Genoa per 2-0 grazie ai gol di Donna e Armano, autori anche dei gol che venti giorni prima erano valsi la vittoria sui rossoneri.

Il Genoa non può più vincere il campionato e allora, per svantaggiare i bianconeri, non si reca a Milano per Milan-Genoa e dà ai rossoneri partita vinta a tavolino. Il diavolo ringrazia e nell’ultimo match il 22 aprile batte la Juventus 1-0 grazie a un gol di Rizzi e l’aggancia in classifica. Purtroppo per la F.I.F. l’odissea campionato non può dirsi conclusa perché serve uno spareggio. Le due sfidanti hanno anche la stessa differenza reti totale, ma la Juventus ottiene dalla Federazione di poter giocare lo spareggio in casa perché le due reti del Milan contro il Genoa sono fittizie.

Il 29 aprile si gioca al Velodromo Umberto I, ma dopo i tempi supplementari il risultato è ancora 0-0. Serve un altro spareggio. Il Milan chiede almeno il campo neutro, ma per quanto accaduto in precedenza la Juventus si rifiuta di giocare a Genova e insiste per rigiocare a Torino. La F.I.F. stabilisce che il 6 maggio si giochi sul campo neutro della U.S. Milanese. I bianconeri non ci stanno perché ritengono quel campo non troppo neutro e rinunciano alla sfida. Così dopo tanta fatica, tanto disagio e tante polemiche il Milan conquista il suo secondo titolo italiano senza giocare la partita decisiva.

federico

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