Viaggio tra le squadre che hanno chiuso imbattute un campionato di massima serie. 8° puntata: Le regine tra le imbattute

Milan, Arsenal, Benfica, Porto, Union Saint Gilloise. Tante le squadre in grado di vincere da imbattute un campionato e di riuscire a non perdere per 50 partite o giù di lì. Ma mettendo da parte le differenze tra campionati di una certa fama e altri meno importanti, la regina tra le imbattute in Europa chi è stata?

La Steaua festeggia la Supercoppa Europea

La Steaua festeggia la Supercoppa Europea. In piedi (da destra a sinistra): Stingaciu, Iovan, Piturca, Weisenbacher, Majearu, Balint, Bumbescu, Kramer, Blio; In basso: Bölöni, Belodedici, Hagi, Stoica, Balan, Barbulescu, Lacatus

Risposta semplice: lo Steaua Bucarest, che tra il 17 agosto 1986 e il 9 settembre 1989 gioca 104 partite del campionato rumeno senza perdere mai. Una imbattibilità in patria che sale a 119 match consecutivi, se consideriamo anche le partite valide per la Coppa di Romania.
Tutto comincia alla 1° giornata del torneo 1986/87, quando in casa lo Steaua sconfigge l’Argeș Pitești 1-0. In quella stagione la squadra dell’esercito  porta a casa la Divizia A con 25 vittorie e 9 pareggi e vince anche la Coppa di Romania, battendo 1-0 in finale gli acerrimi rivali della Dinamo Bucarest. Sono proprio questi ultimi l’indiretta causa di altri due campionati da condurre senza distrazioni. Lo Steaua vince infatti il torneo 1987/88 grazie a 30 vittorie e 4 pareggi 114 gol fatti e 18 subiti, ma solo un punto di vantaggio sulla Dinamo, e poi serve il tris nel campionato rumeno 1988/89 dopo 31 vittorie e 3 pareggi, 121 gol fatti e 28 subiti. In questo caso sono “ben” 3 punti di vantaggio sulla Dinamo, che addirittura realizza 130 gol. Di pari passo agli scudetti vanno le Coppe di Romania, anche se nel 1987/88 l’abbandono in finale dei giocatori della Dinamo sull’1-1 per protesta nei confronti dell’arbitro, che aveva annullato loro un gol, getta un po’ di ombra sulla triplice doppia impresa dello Steaua. Poi alla 3° giornata del torneo 1989/90 la striscia si interrompe. Il merito è ovviamente dei biancorossi della Dinamo Bucarest che passano 3-0 all’Arena Nazionale e pongono le basi per la vittoria della Divizia A. Due stagioni dopo la Dinamo riesce a bissare il successo in campionato e a chiudere imbattuta (21 vittorie, 13 pareggi), ma non riuscirà ad emulare quanto fatto dai suoi rivali.

Infatti, oltre a dominare in patria, lo Steaua tra il 1985 e il 1989 è anche squadra di riferimento in campo europeo: nel 1986 si porta a casa la Coppa Campioni grazie all’impresa di Duckadam nella incredibile finale di Siviglia contro il Barcellona, nel 1988 raggiunge le semifinali, nel 1989 perde la finale contro il Milan di Sacchi. Vince anche la Supercoppa Europea nel 1986/87 grazie a un gol di un giovane Hagi, che insieme a Bölöni, Lacatus, Piţurcă e Belodedici è uno dei giocatori simbolo di quella squadra.

Sparta Praga 1922. Da sin.: Johny Dick, Peyer, Pilát, Hojer A., Káďa, Perner, Janda, Sedláček, Kolenatý, Červený, Pospíšil, Šroubek.

Sparta Praga 1922. Da sin.: John Dick, Peyer, Pilát, Hojer A., Káďa, Perner, Janda, Sedláček, Kolenatý, Červený, Pospíšil, Šroubek.

Sistemata la vetta, assegniamo il posto d’onore allo Sparta Praga allenato dallo scozzese John Dick che tra il 1919 e il 1923 ottiene 61 vittorie e una sconfitta, realizzando 279 gol e subendone 46. Quello che verrà soprannominato Železná Sparta (Iron Sparta, all’inglese) perde 2-1 l’incontro con l’Union Žižkov nella seconda giornata della  Středočeská župa 1919, il girone eliminatorio della Cechia Centrale, e poi ottiene 58 vittorie consecutive, portandosi a casa cinque campionati cechi. Nel dettaglio abbiamo 9 vittorie nel 1919 (6 nelle rimanenti partite del girone eliminatorio e 3 nel girone finale), 11 nel girone unico sia nel 1920 che nel 1921, 14 nel 1922 (13 nella  Středočeská župa cui va aggiunto il 7-0 in finale contro lo Hradec Králové) e 15 nel 1923.[1]
Un po’ come lo Steaua Bucarest di fine anni ottanta, anche lo Železná Sparta è una squadra di riferimento per l’intera Europa e non solo per quella Orientale. Sono, infatti, dello Sparta dieci degli undici giocatori che nella finale delle Olimpiadi di Anversa del 1920 scendono in campo con la maglia della Cecoslovacchia  (e poi disgustati dall’arbitraggio si ritirano). L’anno successivo, poi, è lo stesso Sparta Praga a misurarsi con alcune delle più importanti squadre del continente, ottenendo grandi risultati: il Norimberga, che in Germania domina, ottiene uno 0-0 in casa ed è poi sconfitto 5-2 in Cechia; il Celtic Glasgow, in tour nel continente, rimedia due sconfitte (2-0 e 2-1) a Praga; il Barcelona, infine, cede 2-3 in casa il giorno di Natale, salvo rifarsi con un 2-0 il giorno successivo.

ASEC MimosasNel 1924 la leggenda dello Železná Sparta termina. Altre squadre concluderanno imbattute il campionato cecoslovacco (lo stesso Sparta nel 1927 -6 vittorie, 1 pareggio- e nel 1943/44 -22 vittorie, 4 pareggi- e lo Slavia Praga nel 1929/30 -14 vittorie su 14 partite) e quello ceco (ancora lo Sparta nel 2009/10 -16 vittorie, 14 pareggi). Nessuna squadra riuscirà, però, ad avere sul calcio ceco e su quello europeo lo stesso impatto avuto dallo Sparta Praga di quegli anni.
Non resta che chiudere con la classica curiosità. Se, infatti, dall’Europa allarghiamo i nostri orizzonti ecco spuntare una squadra ivoriana, l’ASEC Abidjan, cui la FIFA accredita il record di partite consecutive senza sconfitte nella lega nazionale. Ben 108 (contro le 104 dello Steaua Bucarest) ottenute tra il 1989 e il giugno 1994.

federico e víctor

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[1] I dati sono presi confrontando quanto riportato da rsssf.com e da http://www.ultrassparta.cz/rubrika/historie-a-legendy/zelezna-sparta. Sul numero delle vittorie consecutive non tutte le fonti consultate sono in accordo. Non è inoltre noto in quale giornata del Mistrovství Českého svazu fotbalového del 1924 lo Sparta Praga subisce la prime delle sue tre sconfitte.