Il calcio italiano aveva avuto a che fare con Gabriel Hanot in due occasioni prima ancora che la Grande Guerra scoppiasse. Schierato come terzino, il giocatore allora in forza al Tourcoing era stato parte dell’undici Bleus che aveva battuto 1-0 gli azzurri a Parigi nel 1913 e della squadra che aveva perso 2-0 a Torino sempre contro gli azzurri l’anno successivo. La sua carriera in Nazionale l’aveva, però, cominciata da attaccante nel 1908 e da attaccante l’avrebbe finita, undici anni più tardi.
Il 9 marzo 1919 i due gol che a Bruxelles permettono alla Francia di riprendere negli ultimi minuti il Belgio padrone di casa hanno la sua firma. Gabriel Hanot non ha neanche trenta anni e quel giorno veste anche i gradi di capitano, ma i postumi di una ferita patita in guerra lo costringono di lì a poco a ritirarsi. La difficile scelta di abbandonare i terreni di gioco viene compensata dalla possibilità di seguire il calcio da un punto di vista a suo modo privilegiato, quello del giornalista sportivo.

L’ex Nazionale francese all’inizio degli anni Venti scrive per il settimanale illustrato Le Miroir des Sports, ma ben presto passa a L’Auto, la prestigiosa testata che nel 1903 ha organizzato il primo Tour de France. Nel 1932 gli articoli scritti da Hanot contribuiscono alla nascita della Divisione Nationale e al passaggio del calcio francese al professionismo. Alla competenza dovuta all’esperienza e a una grande bravura nello scrivere, egli, infatti, unisce una notevole capacità di precorrere i tempi, come apparirà ancor più chiaro negli anni Cinquanta.

Nel secondo dopoguerra lo troviamo al contempo sulla panchina della Nazionale francese, in qualità di consigliere tecnico del selezionatore Gaston Barreau, e dietro una scrivania nella redazione de L’Equipe, il giornale sportivo che come target e diffusione ha sostituito L’Auto, soppresso perché il suo passato collaborazionista nel corso dell’invasione tedesca non si può cancellare.
Le cose per i Bleus non vanno bene, tanto che all’indomani della sconfitta subita in casa per 1-5 dalla Spagna il 19 giugno 1949 Hanot si rende protagonista di un episodio quanto meno singolare, ma comunque indicativo della sua forte personalità. Sulle colonne de L’Equipe appare, infatti, un editoriale in cui si invita a rimpiazzare il consigliere tecnico e si spinge la federazione francese a essere più inclusiva con i giovani. La cosa curiosa è che l’editoriale non è firmato da un giornalista che vuole la testa del collega Hanot, ma da Hanot stesso ed è più che una dichiarazione pubblica di dimissioni. Altra cosa interessante è che, in effetti, puntando soprattutto su ragazzi di seconda generazione la Francia vivrà al termine del decennio successivo un periodo d’oro.

Sfortunato come giocatore, neanche lontanamente paragonabile all’amico collega Pozzo come allenatore, il posto nella storia del calcio europeo Gabriel Hanot se lo ricava lo stesso cinque anni dopo. Tutto inizia la sera in cui il Wolverhampton batte al Molineux Stadium la Honved. Quella sera in tribuna, nella «capitale della chincaglieria» c’è anche lui, in qualità di inviato de L’Equipe, e la sua contrariata reazione di fronte alla proclamazione dei Wolves campioni del mondo da parte del Daily Mail non è dovuta a un semplice scontro tra prosopopea inglese e grandeur francese o al fatto che l’arbitro del match abbia avvantaggiato la rimonta inglese fischiando «un penalty immaginario». Hanot è stato, infatti, tra i promotori della Coppa Latina e, quindi, con cognizione di causa commenta:

Attendiamo per proclamare l’invincibilità del Wolverhampton che si rechi a Mosca e a Budapest.[…] E poi ci sono altri club di valore internazionale, come il Milan e il Real Madrid[1]

Il recente interesse da parte dei sempre isolazionisti club inglesi a cercare un’investitura nel continente, visti gli scarsi risultati della Nazionale, va però colta al volo e così il giornalista francese lancia la proposta di un campionato di Europa riservato ai club più forti di ogni singola nazione. Più che un’idea è un progetto che dalle colonne della stessa Equipe prende forma nei giorni successivi. Le partite devono essere a eliminazione diretta e prevedere incontri di andata e ritorno e -udite, udite- tra i motivi che dovrebbero spingere le singole federazioni ad avallare questa scelta ce n’è uno che oggi non esiteremmo a definire poco romantico: «l’eventuale patrocinio della Televisione nazionale». Del resto Wolverhampton-Honved era andata in diretta BBC e aveva catalizzato l’interesse di tutti gli sportivi inglesi.

Più che la UEFA, appena nata e intenta a metter su un Campionato Europeo per Nazioni, al progetto di Hanot si dimostrano interessati la FIFA e i più importanti club del Vecchio Continente che ravvisano in una manifestazione siffatta la possibilità di avere una certa ribalta internazionale. Alcune società il 2 aprile 1955 all’Hotel Ambassador di Parigi si accordano per dar vita al torneo.[2] La FIFA dà il suo beneplacito e pone delle condizioni che in pratica consigliano alla UEFA di farsene carico. Il 21 maggio 1955 la confederazione del calcio europeo vara la Coppa dei Club Campioni, il 4 settembre dello stesso anno Sporting Lisbona e Partizan Belgrado con un rocambolesco 3-3 ne sanciscono l’inizio.
Il progetto di Hanot ha preso il via e da quel momento non conoscerà battute d’arresto.
Il giornalista francese, da parte sua, inizierà da subito a dedicarsi ad altre e nuove idee. Sapete, infatti, chi troviamo un anno dopo accanto a Stanley Matthews nel momento della consegna del primo Pallone d’Oro?

federico

Fonti:
Calcio 2000, aprile 2000, La storia della Coppa dei Campioni
The Gurdian, Gabriel Hanot: the France coach who called for his own head
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[1] A Mosca il 7 agosto 1955 il Wolverhampton verrà sconfitto 3-0 dallo Spartak
[2] Il criterio di scelta “essere campioni nazionali” entrerà in vigore solo dalla seconda edizione, quella del 1956/57. Le partecipanti alla prima edizione sono scelte direttamente da L’Equipe in base al prestigio a livello internazionale. I sedici club invitati inizialmente dal giornale francese sono: Stade Reims, Real Madrid, Sporting Lisbona, Milan, Servette, Rot-Weiss Essen, Saarbrücken -in rappresentanza della Saarland-, Holland Sport, Anderlecht, Chelsea, Hibernian, Rapid Vienna, Djugaarden, BK Copenhagen, Partizan Belgrado, Honved Budapest. Il Chelsea non riceve il beneplacito dalla FA e viene sostituito dai polacchi del Gwardia Varsavia, ma comunque le squadre inglesi accetteranno di partecipare sin dalla seconda edizione. Causa defezione Holland Sport, Honved e BK Copenhagen sono sostituite da PSV Eindhoven, Vörös Lobogó e Aarhus