Le inchieste che hanno decapitato i vertici della FIFA tirando in ballo proprio il momento in cui quel Mondiale è stato assegnato… Le proteste degli addetti ai lavori, che dovranno sconvolgere la preparazione per far sì che i giocatori arrivino al top della forma a fine anno solare… Le ire delle maggiori leghe europee, che dovranno rivoluzionare i calendari dei campionati e rinunciare a una fetta dell’anno in cui tutte le attenzioni dei calciofili sono puntate sui club… Il caldo del deserto che influirà sullo spettacolo offerto dalle squadre in campo… L’indignazione perché la più importante manifestazione calcistica del pianeta verrà ospitata da una nazione che non ha tradizione, né risultati di rilievo, ma solo petrodollari… Le disastrose condizioni di lavoro a cui sono sottoposte le persone che stanno tirando su gli stadi… La condizione di subalternità a cui è ridotta la donna all’interno del paese…
Ragioni che vengono in mente ce ne sono tante e tante ne sono state esposte a più livelli dai soggetti più disparati dal 2010 a oggi. Ma -è un dato di fatto- la disputa del Mondiale 2022 in Qatar non è mai stata davvero in discussione. I dubbi che hanno maggiormente coinvolto la FIFA sono stati due: il periodo in cui giocare, con novembre-dicembre che ha sopravanzato l’iniziale ipotesi gennaio-febbraio, e il numero delle squadre ammesse alla fase finale. Quando nel maggio 2019 è arrivata la conferma che per l’allargamento a 48 squadre si dovrà attendere il 2026 (probabilmente perché nazioni confinanti tanto amiche dei qatarioti da spartirsi una Coppa del Mondo non ce ne sono), sono state finalmente ufficializzate città ospitanti, stadi e date.

A tre anni e due mesi dal calcio d’inizio del Mondiale FIFA, fissato per il 21 novembre 2022, il Khalifa International Stadium e la città di Doha hanno ospitato i 17° Mondiali di atletica leggera, l’evento sportivo più importante degli anni dispari, per il gran numero di federazioni affiliate alla IAAF (212, sette in più dei comitati olimpici riconosciuti dal CIO e una in più delle federazioni affiliate alla FIFA -dati 2019-) e per il gran numero di paesi che solitamente vanno a medaglia (43 solo nell’edizione del 2019).
E allora noi abbiamo approfittato, perché Doha 2019 è stata una finestra su quello che potrebbe accadere di lì a tre anni e una scusa per approfondire alcune delle criticità che avrebbero dovuto/potuto portare alla riassegnazione dei Mondiali di calcio del 2022. Per questo vi presentiamo una sorta di articolo lungo diviso in parti, che poi è ispirato a quanto detto su Lautoradio in occasione della prima puntata della seconda stagione del nostro programma radio-web La Fascia Sinistra.

Gli stadi.
Il Qatar ha un’estensione di 11000 kmq, più o meno quanto la Campania. Ha 2.6 milioni di abitanti, la maggior parte dei quali non qatarioti, come puntualizzeremo più in là. La Campania ne ha, invece, 5.7 milioni e, quindi, se dodici nuovi stadi da almeno 40000 posti farebbero la gioia di città come Avellino, Salerno o Benevento, ma sarebbero comunque tanti, ancor peggio andrà nell’emirato della penisola araba. Se riempirli nel corso della Coppa del Mondo potrebbe essere un obiettivo alla portata grazie a pacchetti di biglietti regalati a grandi investitori e sponsor, cosa se ne faranno a manifestazione ultimata di tutti questi stadi è difficile da capire.
Nove sono le strutture da costruire ex novo, tra cui il Lusail Iconic Stadium, da 86 mila posti, che ospiterà partita inaugurale e la finale. Candidamente, wikipedia scrive che «Lusail è una città in costruzione a 15 km dalla capitale Doha» che ospiterà tra le 200 e le 250 mila persone. Il nome è comunque già noto in ambito sportivo visto che nei suoi pressi sorge il circuito che dal 2004 ospita il G.P. del Qatar valido per il Mondiale di MotoGP. Dal 2008 la gara si disputa in notturna per andare in onda in prime time in Europa. Del resto, se lì intorno non c’è ancora una città, come fare a riempirlo di pubblico?

Dei tre stadi già esistenti che verranno utilizzati nel 2022, solo il Khalifa è già pronto, messo a nuovo nel 2005 in tempo per ospitare i XV Giochi asiatici l’anno successivo. Lì si è anche giocata la finale della Coppa d’Asia del 2011, l’evento più importante prima dei Mondiali IAAF del 2019.
Il piano iniziale prevedeva un allargamento fino a 68 mila posti in occasione di Qatar 2022, ma la capienza è rimasta sui 40 mila, numero decisamente sufficiente per la kermesse di atletica. A fronte, infatti, di scenografie spettacolari che annunciavano le finali, specie quelle in pista (corsie che si coloravano e nel buio della notte il nome di ogni finalista era proiettato a caratteri cubitali lungo la pista), non c’era praticamente nessuno sugli spalti. Unica eccezione venerdì 4 ottobre. Perché venerdì nei paesi islamici è il giorno di festa e gli organizzatori hanno potuto letteralmente raccogliere volontari da portar dentro lo stadio; e perché il 4 era il giorno di Mutaz Essa Barshim, l’idolo di casa, il saltatore in alto argento alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 e oro ai Mondiali del 2017. Barshim non ha deluso il suo pubblico, ma l’idea di far disputare le finali dei 100m di sabato e di domenica e per di più alle 22:15 ora locale mostra come anche gli organizzatori pensassero più agli spettatori in TV che a quelli eventualmente presenti.
Detto per inciso, il Qatar non è proprio a digiuno di atletica visto che Doha è dal 1997 sede di un evento della Golden League, ospitato però nel mese di maggio e fino al 2018 in uno stadio più piccolo, da soli 13 mila posti.

C’è, però, un elemento che accomuna ancor di più il Mondiale di atletica disputato a Doha e quello FIFA del 2022, un elemento che ha sicuramente preoccupato l’attuale presidente della IAAF Sebastian Coe, uno dei più convinti nello scegliere la capitale del Qatar come sede della manifestazione iridata, così come aveva preoccupato Joseph Blatter. In quale momento dell’anno far disputare i Mondiali, visto che di farlo nel mese di agosto, slot occupato sin dall’edizione di Tokyo del 1991, non se ne parlava causa troppo caldo?
La scelta è caduta per fine settembre, quando di norma la stagione dei meeting di atletica è finita da un mese. Ma come sia davvero andata con il caldo lo vedremo nella seconda parte.

federico