Il gol segnato da Håland intorno alla mezzora di Borussia Dortmund-Schalke 04 del 16 maggio 2020, con successiva esultanza senza assembramento, sarà il momento che in futuro assoceremo con maggior frequenza a questa stagione di calcio tedesco. Perché tutto il mondo che gira intorno al calcio pro, UEFA, Serie A, Premier e Liga in primis, quel pomeriggio aveva gli occhi puntati sul Signal Iduna Park, alla ricerca della conferma della possibilità di ripartire e di ammortizzare il più possibile i danni economici dello stop causa Covid.
Dal punto di vista più strettamente legato all’ambito sportivo si coltivava anche la speranza che i vincitori dei precedenti sette campionati, il Bayern Monaco, ripartisse con il singhiozzo e tenesse aperto la corsa per il titolo, visto che Borussia Dortmund e RB Lipsia erano, rispettivamente, a -4 e -5 al momento della forzata interruzione. Invece, la Bundesliga si è giocata male il suo momento di monopolio televisivo. I biancorossi bavaresi sono troppo superiori al resto del lotto e, poi, tante partite in pochi giorni agevolano le squadre con la rosa più ampia. Ad ogni modo, la squadra di Flick, subentrato in corsa al posto di Kovač e confermato in panchina dalla dirigenza a fine 2019, già prima della fine di maggio si è in pratica assicurata l’ottava Meisterschale grazie al successo ottenuto in casa dei gialloneri di Dortmund in un match dominato ben oltre quanto possa indicare lo 0-1 finale. I 34 gol di Lewandowski e i 100 totali, a una sola rete dal record assoluto appartenente un altro Bayern Monaco, quello 1971/72, mostrano la vocazione offensiva di questa ennesima versione vincente in patria. E non è detto che, quando ad agosto riprenderà anche la Champions League, il poco noto Flick non riesca ad andare oltre quanto fatto dai suoi illustri predecessori Guardiola e Ancelotti sulla panchina bavarese.
Intanto anche la finale di DFB-Pokal contro il Bayer Leverkusen è finita con il trionfo dei bavaresi: un 4-2 frutto di un primo di assoluto dominio, sugellato da un gol su punizione di Alaba e da una rete di Gnabry, e di una ripresa più divertente, in cui però il successo finale biancorosso non è mai stato in discussione.

Visto che il campo ha dato il solito responso, riavvolgiamo il nastro dell’ultima parte della stagione, torniamo al momento delle riaperture e andiamo a vedere quali decisioni hanno preso i vertici dello sport tedesco, così da poter fare dei confronti. Completiamo, innanzitutto, il discorso calcio maschile: come poi avvenuto in Inghilterra, Italia, Spagna[1] , al fianco della massima serie è partita la serie cadetta, perché i diritti TV contano molto anche nei bilanci dei singoli team di 2.Liga, Championship, Serie B e Segunda. Anche la 3.Liga è ripartita, sia pure con qualche settimana di ritardo, ma ha concluso questo week end la stagione regolare, in attesa che lo spareggio con la terz’ultima della 2.Liga assegni l’ultimo posto disponibile per il 2020/21. Dalla Regionalliga in giù, seppure a seguito di decisioni prese non in modo uniforme e non allo stesso tempo dalle singole federazioni regionali, si è congelato tutto e solo lo spareggio per decidere l’ultima promozione in 3.Liga è stato disputato.
Invece, si è giocato o si giocherà, ma solo per play off e play out nella Serie C italiana, che ha visto le prime dei gironi promosse e le ultime retrocesse a tavolino, e in League One e League Two inglesi: anche qui algoritmo per decidere la classifica e in base a questa promozioni dirette, playoff, retrocessioni. Con un appunto: l’algoritmo inglese si basa semplicemente sulla media punti/partita, quello italiano calcola il valore atteso del punteggio finale in base alle medie in casa e in trasferta al momento della sospensione.

Appare poi molto diversa la situazione Germania vs. altri paesi se guardiamo al calcio femminile. Il Verein für Leibesübungen Wolfsburg ha potuto, infatti, vincere sul campo il suo quarto titolo consecutivo perché, al momento della ripresa, la federcalcio tedesca non ha fatto distinzioni di genere. Serie A femminile a parte, anche in Spagna le ragazze non hanno ricominciato a giocare e la molto più ricca F.A. Women’s Super League non è ripartita, con l’imbarazzo che a vincere il titolo è stato davvero l’algoritmo: il Manchester City 40 punti in 16 incontri, media 2,50 punti/partita, è finito dietro al Chelsea, 39 punti, ma una partita in meno e 2,60 di media. Meno male che i due scontri diretti erano già avvenuti, che a Londra avevano vinto le blues 2-1 e che a Manchester era finita 3-3.
C’è poi da sottolineare come in Germania sia arrivata in fondo anche la Bundesliga maschile di basket, con una versione più easy, sole dieci squadre coinvolte e vittoria finale dell’Alba Berlino in una finale al meglio delle tre partite. Non è un unicum, perché, adottando un format simile, si è assegnato anche il titolo nella Lega ACB spagnola. L’Eurolega, invece, non ha trovato una soluzione per riprendere il cammino interrotto a marzo.
Detto che sull’opportunità di ripartire, sportivamente parlando, rimarranno da parte nostra sempre soverchi dubbi (perché lo sport senza pubblico perde la sua anima, perché i rigidi protocolli si sono trasformati a lungo andare in vere e proprie farse, perché se vinci un titolo dopo trenta anni è normale che i tifosi non rispetteranno il divieto di assembramento… ), la Germania, se non altro, ha avuto il merito di non declinare lo sport a livello nazionale solo ed esclusivamente come calcio professionistico maschile.

federico

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[1] Ricordiamo che la Francia, a differenza degli altri top-4, ha deciso con molto anticipo di dichiarare conclusa la Ligue 1, salvo poi riprogrammare per luglio le finali di Coppa di Francia e Coppa di Lega