La XXXIII edizione della Coppa d’Africa è arrivata alle soglie delle semifinali. Ci siamo presi un po’ di tempo dopo i fatti dello stadio Olembé di lunedì 24 gennaio. Gli otto tifosi morti, rimasti schiacciati nella calca, rimarranno come un pesante macigno sulla manifestazione, sugli organizzatori e sull’intera CAF.
Tra i suoi amici il nostro sito annovera Alex Čizmić, l’unico giornalista italiano che è davvero andato in Camerun a seguire il torneo e che, anche prima di quel triste lunedì, non aveva semplicemente raccontato l’evento sportivo, si era anche soffermato sulla situazione politica del paese ospitante, ovvero sulla “guerra a bassa tensione” tra governo centrale e parte anglofona. Per questo crediamo che riportare quanto da lui scritto sui social la cosa migliore per far capire come siano andate a finire (e dove siano andate a parare) le indagini condotte dal governo del Camerun. Al cui vertice – ricordiamo – c’è da quasi 40 anni Paul Biya, cui, tra l’altro, è stato ufficialmente dedicato proprio lo stadio Olembé, inaugurato in occasione della partita inaugurale tra Leoni indomabili e Burkina Faso.
Alex Čizmić il 28 gennaio ha assistito alla conferenza stampa del ministro dello sport Narcisse Mouelle Kombi. Un «monologo durato 1 ora e 1 minuto», nel quale il rappresentante del governo «ha puntato il dito contro il comportamento dei tifosi […] e non ha proferito parola sulle responsabilità del governo e del comitato organizzativo locale di cui è presidente». E poi, come se nulla fosse, ha spiegato quali misure verranno prese allo stadio Olembé in occasione della finale del torneo. Perché non farlo prima, prima degli otto morti, avrebbe voluto chiedere Čizmić, ma non c’è stato spazio per le domande.

Ad ogni modo, il 6 febbraio per l’atto conclusivo si tornerà allo stadio “Paul Biya” e gli organizzatori si attendono che una delle due contendenti sarà il Camerun. Per i padroni di casa i quarti con l’esordiente Gambia non hanno rappresentato un grosso ostacolo: le due reti di Toko Ekambi sono arrivate a inizio ripresa, ma la qualificazione non è mai stata davvero in discussione. In semifinale, però, per Aboubakar e compagni c’è l’Egitto, che, dopo aver eliminato ai rigori la Costa d’Avorio, ha avuto la meglio in rimonta sul Marocco. Grande la prova offerta da Salah, vera anima della squadra di Queiroz: gol, quello dell’1-1, e grande assist di destro per Trezeguet nel corso dei supplementari.
Dall’altra parte del tabellone il Senegal dell’altro Liverpool Sadio Mané. Il 3-1 finale sulla Guinea Equatoriale non rende giustizia agli equatoguineani che sono andati sotto nella prima frazione (Dhiedhiou su bel filtrante proprio di Mané) hanno ottenuto il pareggio al 57′ con Buyla, ma, nel momento per loro migliore, si sono fatti del male da soli, visto che Kouyaté ha siglato il 2-1 su “assist” di Akapo. Faraoni e Leoni della Teranga si affronteranno a marzo in uno dei cinque spareggi CAF che valgono l’accesso a Qatar 2022, ma possono ritrovarsi già in questa finale della Coppa d’Africa.
Per il Senegal l’ostacolo in semifinale si chiama Burkina Faso. Nel paese dell’Africa Occidentale una settimana fa c’è stato un golpe militare che ha deposto il presidente Kaboré, ma quale sia la situazione e quali le eventuali prese di posizione dei giocatori impegnati in Camerun non sappiamo. Di sicuro, c’è che gli Stalloni hanno battuto la Tunisia mostrando un bel collettivo e qualche individualità (anche se Dango Ouattara, autore del gol contro le Aquile di Cartagine, sarà squalificato) e tanti progressi rispetto alle uscite nel corso del girone eliminatorio. In cui, ricordiamo, hanno già incontrato il Camerun. Era la partita inaugurale e potrebbe essere la partita conclusiva del torneo. Cosa che capitò tra il Portogallo padrone di casa e l’outsider Grecia all’Europeo del 2004. Precedente che ai burkinabé piacerebbe sicuramente emulare.