Jordi Alba

Jordi Alba

La Spagna ha problemi a trovare la profondità. È il 13′ e Beppe Dossena ne è convintissimo, nonostante l’Italia sia scesa in campo impaurita e Fabregas, Arbeloa, Silva e Iniesta si siano già proposti sulla fascia più volte di quanto fatto contro il Portogallo in 120′. Trenta secondi e Iniesta lancia Fabregas che entra in area, arriva sul fondo e mette dietro dove c’è David Silva che di testa mette dentro. Alla faccia della profondità.

L’Italia prova a reagire, ma gli spagnoli sono assoluti padroni del campo e prima dell’intervallo raddoppiano, ovviamente con un inserimento in profondità, di Jordi Alba, una delle grandi novità della Roja. Il match termina all’inizio del secondo tempo. Più che su un verde campo da calcio gli azzurri starebbero meglio in una bianca corsia d’ospedale: Chiellini nel primo tempo e Cassano nell’intervallo sostituiti per infortunio, Montolivo sostituito per scelta tecnica con Thiago Motta che si stira immediatamente, Italia in 10 comprendendo Balzaretti e De Rossi che lamentano guai fisici.
Gli iberici continuano a far girare la palla. Quando poi entra el niño piovono altri due gol grazie ad altre due verticalizzazioni. Per Torres un gol e un assist per Mata. Il 4-0 conclusivo è pesante per la bella Italia di Prandelli vista in questi Europei, ma la Spagna in finale è stata di un altro pianeta. Capitan Casillas alza meritatamente la coppa, la Spagna è tricampeón ed entra direttamente nell’Olimpo della storia del calcio: per la prima volta una squadra riesce a vincere consecutivamente Europei, Mondiali e di nuovo Europei.

Iniesta viene premiato come miglior giocatore della competizione. Tutti gli italiani scesi in piazza se ne tornano a casa un po’ tristi e con una domanda che li tormenta: si è mai vista una finale, a livello di nazionali, con un divario più ampio?

Non resta che togliere questa curiosità prima di far calare anche noi il sipario. Peggio che all’Italia è andata all’Australia, che nel 1997 perse 6-0 la finale di Confederations Cup contro il Brasile di Ronaldo, e alla rappresentativa greca della città di Atene, che in finale ai Giochi Intermedi di Atene del 1906 ne prese 9 dalla rappresentativa danese nel primo tempo e preferì non presentarsi in campo per la ripresa.

federico