Oggi si parte con la Coppa d’Africa. Purtroppo a nome Collettivo Zaire 74 stavolta non siamo riusciti a creare una guida come per la scorsa edizione, ma tramite un ménage à trois con Africalcio e Trappola del Fuorigioco la seguiremo e ve la racconteremo passo passo.

Il Paese ospitante è il Gabon, ex colonia francese, spesso definito come uno dei meno problematici dell’Africa subsahariana, ma che a fronte di investimenti stranieri più costruttivi rispetto ad altri Stati di quell’area e sfruttamenti delle risorse naturali meno devastanti, presenta comunque grandi contraddizioni sociali e una situazione politica non dissimile dal resto di quella parte del continente: una repubblica semipresidenziale governata dagli anni Sessanta da un partito sostenuto dalla Francia, il Parti démocratique gabonais (PDG), un presidente che è stato in carica vita natural durante (Omar Bongo, al potere dal 1967 fino alla morte sopraggiunta nel 2009) e suo figlio che gli è succeduto praticamente in maniera dinastica (Ali Bongo Ondimba).  La Nazionale gabonese può schierare quello che probabilmente è l’attaccante più forte e prolifico di questa edizione della Coppa d’Africa, Pierre-Emerick Aubameyang, ed è inserita in un girone che pare abbordabile, il Gruppo A, con il Camerun in (eterna) fase di ricambio generazionale, il Burkina Faso (che però è squadra arcigna, come visto nelle ultime due edizioni) e l’esordiente Guinea-Bissau (Cenerentola, però, è sempre pericolosa).

Nel Gruppo B la sorte è stata poco clemente con il povero Zimbabwe (teniamo d’occhio però Musona che sta segnando parecchio in Belgio) che si trova ad affrontare il Senegal (che la fase di ricambio generazionale l’ha completata alla grande), la Tunisia (ancora scottata dalla discutibile eliminazione di due anni fa contro la Guinea Equatoriale) e soprattutto quella che probabilmente è la migliore Algeria di sempre. Per individualità, per coesione tattica e per solidità, le Volpi del deserto si candidano come una delle squadre favorite per la vittoria del torneo.

Il Gruppo C appare quello più equilibrato, con la Repubblica Democratica del Congo che vende sempre cara la pelle (Mbokani in questa stagione è ancora a secco ma sappiamo che in Coppa d’Africa è molto spesso decisivo), la Costa d’Avorio che, al di là del blasone e dei nomi, è probabilmente quella che sta affrontando il ricambio generazionale di cui sopra in maniera più netta delle altre, il Togo che vanta un attacco di pregio (con il redivivo Adebayor e il genoano Gakpé), e il Marocco, capitanato dal piacione quanto navigato ct Hervé Renard, vincitore di due edizioni della Coppa d’Africa, con lo Zambia nel 2012 e proprio con la Costa d’Avorio nel 2015.

Infine c’è il Gruppo D, in cui il sorteggio stavolta ha giocato un brutto scherzo all’Uganda, assente da quasi quaranta anni dalla competizione, che dovrà affrontare il Ghana (non molto in forma a giudicare dalle qualificazioni per Russia 2018 e senza Kwadwo Asamoah, ma pur sempre una corazzata), il Mali (un caposaldo della competizione, anche se senza Seydou Keita) e soprattutto l’Egitto di Salah allenato da nientemeno che Héctor Cúper.

daniele