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Avellino 1981/82, Album Panini

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Se c’è una squadra che ha una relazione speciale col papato non è né la Lazio, né la Roma e neanche  l’Arles-Avignon, squadra della Ligue 2 francese che ha a che fare con Avignone, sede papale durante la Scisma del XIV secolo. E non è nemmeno la compagine per cui il nuovo pontefice tifa, il San Lorenzo de Almagro. La società che storicamente la sorte ha accomunato alla tiara papale è l’Unione Sportiva Avellino, ora Associazione Sportiva Avellino 1912.

Questa “strana” relazione comincia nel 1958: a ottobre di quell’anno la sede papale è vacante e dopo il Conclave il nuovo papa Giovanni XXIII sale al soglio pontificio; a giugno del 1959, al termine della stagione calcistica, l’Avellino si classifica terzo nel girone H della Serie D dietro Crotone e Akragas e ottiene la promozione in C per la prima volta nella sua storia.

Un po’ di sali e scendi tra C e D e nel 1962/63 l’Avellino retrocede di nuovo in D. Ma nella stessa estate in Vaticano arriva un nuovo papa, Paolo VI. Iniezione di fiducia? Fatto sta che i lupi biancoverdi disputano una bella stagione, vincono il girone E davanti a Nocerina e Benevento  e riconquistano subito la Serie C.

L’idillio tra l’Avellino e il papato continua e raggiunge l’apice proprio quando la Chiesa vive uno dei suoi momenti più difficili e controversi della storia recente. È il 1978. In pochi mesi tre diversi pontefici passano per le stanze vaticane. Alla morte di Paolo VI (6 agosto), nella Cappella Sistina i cardinali eleggono Albino Luciani come successore di Pietro. Il nuovo papa prende il nome di Giovanni Paolo I, ma il suo pontificato dura due mesi visto che il 28 settembre viene trovato morto. Nuovo conclave ed elezione di Karol Wojtiła. Neanche a dirlo, l’Avellino, che nel frattempo è salito in B, ha questa volta precorso i tempi e già a giugno 1978 conquista per la prima volta la Serie A insieme all’Ascoli e al Catanzaro. Seguono dieci stagioni in massima serie e poi un lento declino.

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Juary, ai tempi della serie A

Dopo anni difficili in Serie C1, in cui milita quasi ininterrottamente dal 1992, l’Avellino arriva alla finale play off per la B nel 2005. Lo aspetta un acceso derby campano col Napoli, un avversario blasonato che però nulla può difronte all’arma segreta del club irpino. Nell’aprile dello stesso anno è cominciato il papato di Josef Ratzinger, Benedetto XVI, il che significa che l’Avellino deve conquistare la promozione. E così dopo un pareggio a reti inviolate al San Paolo il 12 giugno, l’Avellino prepara il ritorno con fiducia e davanti a quasi 22000 spettatori al Partenio batte 2-1 i partenopei e riconquista la B.

L’ultimo capitolo di questa “divina” relazione arriva precisamente quest’anno, con le dimissioni di Benedetto XVI e con un nuovo inquilino nelle stanze vaticane, Jorge Bergoglio, Francesco I. Il nuovo papa porta ancora una volta fortuna all’Avellino, anche se la società è nuova e ha un nome diverso (Associazione Sportiva Avellino 1912). Gli irpini battono il Perugia nella lotta per conquistare la promozione diretta in B senza passare dai playoff, quattro anni dopo il fallimento della vecchia società.

Difficile da spiegare, ma quando tutto il mondo è in sospeso attendendo la fumata bianca e l’arrivo di un nuovo papa, ad Avellino festeggiano una nuova promozione.

víctor, traduzione di federico