Ma Fred ancora ce la può fare

Ma Fred ancora ce la può fare

Già dopo le prime sfide negli ottavi di finale una domanda sorgeva spontanea: mettiamo per assurdo che l’Italia fosse passata, dove sarebbe mai andata? Tralasciando il caldo, la condizione fisica degli azzurri contro Costa Rica e Uruguay è apparsa drammatica. Suarez e compagni hanno dato più o meno la stessa impressione e infatti sono stati sovrastati da una Colombia spumeggiante, trascinata da James Rodriguez che dall’inizio del Mondiale ha concretizzato ben cinque volte le scorribande di Cuadrado e Armero, finora devastanti. Per fortuna dei cafeteros, l’assenza di Falcao finora è stata impercettibile. Il Brasile ha sofferto e parecchio contro il determinatissimo Cile, sfortunato nell’esito del match quanto bravo ad annullare il centrocampo verdeoro durante praticamente tutti e 120 i minuti, culminati in una clamorosa traversa di Pinilla (che lo stesso non ha esitato a tatuarsi, bah). Il giocatore in forza al Cagliari ha poi sbagliato il rigore, cosa non strana per lui e lo sa bene chi suo malgrado ce l’ha avuto al Fantacalcio. Buoni segnali comunque per i padroni di casa, che hanno ritrovato Hulk, fino a questo momento impalpabile, e Julio Cesar, che non sembra il “vecchietto disoccupato messo lì causa emergenza portieri”. Certo, dovrebbero trovarsi un attaccante come si deve, ché con Fred e Jô alla lunga si rischia di non andare da nessuna parte.

Prandelli ha tanto parlato di caldo, ma Olanda e Messico hanno giocato in condizioni ancora più proibitive e non ci sembra che abbiano avuto così tanti problemi. E non si dica che hanno corso 90′ perché la FIFA ha concesso i time-out, per favore. Van Persie sembrava un po’ fermo, ma un’altra prestazione monstre di Robben ha fatto sì che gli oranje ribaltassero il gran gol di Giovani Dos Santos, motivato da Lollobrigida in Rai “dalle sue origini brasiliane”, eccheppalle. Esce quindi dal Mondiale forse il personaggio finora più simpatico, l’allenatore messicano Herrera, che ha una mimica facciale e un atteggiamento esilaranti ma caro Miguel, se segni e ti chiudi indietro prima o poi gol lo prendi, Trapattoni non ci ha insegnato niente? In effetti, a pensarci bene, deve essere il tricolore verdebiancorosso nella bandiera che spinge a togliere le mezze punte quando sei in vantaggio.

“Eh ma fossimo passati primi avremmo trovato la Grecia”. Non so quanto darei per scontato che sarebbe stato facile sbarazzarsene, perché è vero che, solo con la Costa Rica in dieci uomini, Karagounis e compagni hanno fatto la partita (che per questo è diventata terribile, al limite della sopportazione), ma è altrettanto vero che gli ellenici hanno espresso una determinazione invidiabile. Un esempio su tutti lo spilungone Samaras, numero nove vecchia scuola, che giocava ovunque, lentissimo ma iper-concentrato. Poi Sokratis, pareggiando a tempo scaduto, ha rischiato di diventare il nuovo Dellas, ma ai rigori l’hanno spuntata i solidi centroamericani.

schurrle_tacco_thumb400x275A proposito di solidità, pare ce ne sia molta nella Francia, che di certo ha giovato della mancata espulsione di Matuidi (se hanno espulso Marchisio lui andava arrestato per lesioni personali), ma ha comunque retto molto bene fisicamente e infatti, come è successo in tutti gli ottavi eccetto Colombia-Uruguay, il risultato si è sbloccato nel secondo tempo grazie a Pogba che ha approfittato di un’uscita sconsiderata del buon Enyeama, peraltro autore poco prima di una parata splendida. Sempre a livello di solidità, invece, ci si aspettava di più dalla Germania: Özil poco incisivo (buon per loro che c’è Müller), difesa incerta (si sente l’assenza di Hummels), numero spropositato di uscite di Neuer che è un libero aggiunto e blablabla ma non ti può andare sempre bene.  Ma la questione più importante di questa partita è un’altra: come l’ha presa quella palla Schürrle? Non lo sapremo mai, probabilmente. E poi, lo schema su punizione con caduta per disorientare gli avversari, lo rivedremo nei quarti? Speriamo.

origiPassa anche l’Argentina con un gran bel gol di Di Maria, in precedenza da prendere a schiaffi per una rabona ridicola, contro una Svizzera arcigna ma a dir poco sprecona (a proposito di giocatori da prendere a schiaffi, vedere e rivedere il tentativo di pallonetto di Drmic divenuto un passaggio a Romero). Ancora è in piedi la nostra “previsione” semiseria sulla finale tutta sudamericana Argentina-Brasile, quindi, come del resto quella (facile) sul Belgio potenziale outsider: Mertens, Hazard, De Bruyne sembrano avere una marcia in più, anche contro i velocisti statunitensi. Un altro ragazzino, Origi, sta facendo vedere cose eccellenti da titolare, e se un Lukaku accetta la panchina, ti entra e ha un impatto sulla partita come contro gli USA, si può davvero sognare qualcosa… A proposito, sentiamo spesso che questa squadra avrebbe bisogno di un Nainggolan, ma non capiamo proprio su che base: hai una difesa alta e coi piedi buoni e un Fellaini che ti fa entrambe le fasi a centrocampo. Che ci devi fare con un interditore? Bah.

Ma basta coi commenti da bar, parliamo di numeri: intanto balza subito all’occhio che cinque partite su otto sono andate ai supplementari, due si sono risolte solo dal dischetto, tre nel prolungamento. Solo nel 1938 era successo: anche all’epoca tre squadre (Italia, Brasile e Cecoslovacchia) ce la fecero prima del 120′, mentre Cuba-Romania e Svizzera-Germania andarono al replay perché i rigori ancora non c’erano. Per avere qualche altro raffronto, a Italia ’90 le partite degli ottavi andate oltre il 90′ furono quattro, in Sud Africa solo due. In Germania-Algeria e Belgio-USA sono stati segnati addirittura tre gol tra il 90′ e il 120′ e i due minuti successivi al gol di Di Maria sono stati i più belli dell’intera Argentina-Svizzera. Quindi nessun rimpianto per il golden gol.
Un dato senza precedenti (ma che ricorda molto quanto accaduto in Champions quest’anno) è che le otto squadre prime nel girone hanno passato il turno. Nel 2010 ci si era andati vicini e solo gli USA avevano ceduto al Ghana. Infine, un dato sui gol: nei gironi ne sono stati segnati 136 in 48 incontri, per una media di 2,833 reti a partita (per una più alta bisogna tornare al 1958); negli ottavi solo 18 in 8 incontri. L’arrivo dei turni a eliminazione diretta ha fatto dunque abbassare la media (ora è 2,75 reti a partita), ma già al gol di Pogba contro la Nigeria il quantitativo totale di gol fatti era superiore a quello di Sudafrica 2010.

“Questi corrono”, insomma, forse lo starà pensando anche Prandelli guardando i Mondiali in televisione. Ma com’è possibile? Con questo caldo? Mah, ci saranno abituati.

daniele e federico