Tra il 2015 e il 2017 ci eravamo abituati ai sabati europei o, comunque, ai weekend europei in cui venivano assegnate a stretto giro di posta le coppe nazionali di Francia, Inghilterra, Spagna e Germania. Un modo, se non altro, per nobilitare l’ultimo atto di competizioni che soffrono molto della concorrenza dei rispettivi campionati e ancor più della Champions League e che per questo vedono grandi club e non solo schierare seconde linee. Invece, come la scorsa stagione, solo due dei quattro tornei sopracitati si sono conclusi quasi in contemporanea. Stavolta è toccato a DFB Pokal e Coppa del Re, terminate entrambe il 25 maggio.
La gara dell’Olympiastadion di Berlino tra RB Lipsia e Bayern Monaco è partita un’ora prima. La RasenBallsport sperava di poter festeggiare con un trofeo i dieci anni dalla “nascita”, ovvero dall’assorbimento del Markranstädt e dall’inizio della sua scalata alle vette del calcio tedesco. Le cose sono anche iniziate bene per i sassoni, vista la traversa presa su colpo di testa di Poulsen dopo una gran respinta del rientrante Neuer. Poi il solito Lewandowski avvitandosi su un cross da sinistra di Alaba ha indirizzato la gara verso il successo bavarese, alla fine comunque così tranquillo come sembra indicare il punteggio finale (3-0, con gol di Coman e nuovamente Lewandowski nell’ultimo quarto d’ora). Per Niko Kovač è la seconda DFB Pokal consecutiva e il secondo successo nell’arco di otto giorni, una speranza in più di avere la conferma dalla dirigenza del Bayern. Per la “Juventus di Germania”, invece arriva il 19° trionfo in coppa, il quarto negli ultimi sette anni in cui sono arrivati altrettanti titoli.

Nel frattempo al Benito Villamarin di Siviglia il primo tempo si è già concluso, con il Barcellona inaspettatamente, ma meritatamente sotto 0-2 contro il Valencia. Privi di Suarez e lentissimi dalla cintola in giù, i catalani si sono esposti alle ripartenze della squadra di Marcelino che è andata in gol con Gameiro su passaggio di Gaya e Rodrigo di testa su cross di Soler. Il resto lo hanno fatto i portieri di riserva: imbarazzato e incerto Cilessen, decisivo Domenech sull’unico lampo di Messi dei primi 45 minuti. La ripresa vede esperimenti vari, compreso un Vidal punta, e poca lucidità del Barcellona. I catalani, comunque, accorciano le distanze al 73′ con Messi che mette in gol a porta vuota dopo un altro miracolo di Domenech, stavolta su Lenglet. Negli ultimi minuti, però, è solo il 7 del Valencia Guedes ad andare davvero vicino al gol. Così, al fischio finale arriva l’ottava vittoria valenciana in Coppa del Re invece del quinto successo consecutivo dei blaugrana che dunque continueranno almeno per un po’ a condividere il record delle coppe vinte di seguito con il Madrid CF 1905-1908 e l’Athletic Bilbao 1930-1933.

Per quanto non abbiano voluto condividere con Germania e Spagna il giorno dell’atto finale, giusto ricordare come sono andate a finire la Coppa Italia e la FA Cup, visto che del sorprendente esito della Coupe de France abbiamo già detto.
La Federcalcio anche quest’anno ha deciso che la Coppa Italia venisse assegnata un mercoledì tra una giornata di campionato e un’altra. Non c’era la Juventus, dopo quattro vittorie consecutive. C’era l’Atalanta di Gasperini sua giustiziera nei quarti. La vittoria, però, è andata a una Lazio coriacea, aiutata da un arbitraggio all’inglese di Banti a non concedere spazio e gioco ai bergamaschi e fortunata nell’azione in cui De Roon ha colpito il palo e Bastos il pallone con la mano, involontariamente a giudizio del VAR, prima che questo finisse sul legno. I gol di Milinkovic-Savic e di Correa nel finale hanno dato il secondo successo in un torneo ufficiale a Simone Inzaghi, tra l’altro uno dei circa dieci allenatori che, a giudicare dai media, siederanno il prossimo anno sulla panchina della Juventus.

Chiudiamo con la FA Cup che si è conclusa di sabato, ovviamente a Wembley, ma una settimana prima, il 18 maggio, e che ha visto il Manchester City ottenere uno storico domestic treble. A dire il vero, i citizens la coppa l’hanno in pratica vinta grazie a due rimonte da 2-0 a 2-3: una fatta da loro, a Swansea nei quarti di finale, un’altra fatta dal Watford sul Wolverhampton in semifinale. I wolves sarebbero infatti stati molto più ostici da battere in partita singola, mentre contro il club di Elton John la squadra di Guardiola va sempre a nozze: sette vittorie su sette partite, tra cui uno 0-5 e uno 0-6 a Watford, bissato con identico punteggio in occasione del match di Wembley.  Confessiamo, infatti, che dopo l’1-0 segnato da David Silva grazie a una non convinta azione difensiva dei gialloneri abbiamo deciso di fare altro, presentendo che il match non avrebbe offerto molta incertezza.

federico