L’ossatura dell’Italia che affronterà l’ormai imminente Europeo femminile è molto simile a quella della Nazionale con cui la ct Milena Bertolini ha affrontato la fase finale del Mondiale 2019. Lo dimostra il numero di presenze in azzurro di molte delle convocate. Sono addirittura undici le giocatrici che ne hanno già accumulate cinquanta e più: da Giuliani a Bartoli, Linari e alla capitana Gama in difesa; Cernoia, Galli, Rosucci e Giugliano a centrocampo; Bonansea, Sabatino e Girelli in attacco. Ci sono poi Giacinti, Bergamaschi e Boattin, che di apparizioni in maglia azzurra ne hanno fatte comunque un buon numero (49, 43 e 37, rispettivamente), e Caruso e Lenzini, che sono giovani ma hanno anche già calcato e con buone prestazioni con la Juventus il palcoscenico della Women’s Champions League. A proposito di bianconere, queste costituiscono il contingente più rappresentativo: sono ben nove, contro le quattro della Roma, le tre di Fiorentina e Milan, le due dell’Inter e l’unica del Sassuolo (la 22enne Filangeri). Unica a venire dall’estero Aurora Galli, che attualmente milita nelle fila dell’Everton.
La Juventus la fa da padrona anche per quanto riguarda il numero di “italiane” a Euro 2022, ovvero di giocatrici che sono tesserate per club della Serie A e sono state convocate dalle rispettive nazionali. Sono, infatti, ben sei (contro, ad esempio, le tre della Roma e le due del Milan) e una di queste le azzurre la troveranno subito sulla propria strada, Peyraud-Magnin, la portiera della Nazionale francese.

L’ultima volta che l’Italia ha affrontato le transalpine è stato nel 2018, un’amichevole a Marsiglia che finì 1-1. Gli ultimi scontri ufficiali sono, invece, datati 2010. Le francesi in quella occasione ottennero il pass per il Mondiale 2011 vincendo 2-3 a Gubbio e fa effetto pensare che un match così importante per le azzurre fu dirottato dalla FIGC nel piccolo centro umbro. Cose che speriamo non accadranno più.
Tuttavia, da quando la squadra di Bertolini ha iniziato a ottenere risultati di rilievo e a pensare (più) in grande, una vera Italia-Francia non c’è stata e, quindi, è da capire se e quanto la nostra Nazionale sia inferiore a quella francese. E se un risultato positivo nel match programmato per il 10 luglio potrebbe fornire una grossa carica alle azzurre (come accadde nella rassegna iridata tre anni fa, vittoria all’esordio sull’Australia nel recupero), con un risultato negativo, al contrario, potrebbe risultare pesante dal punto di vista psicologico affrontare le restanti due partite con Islanda e Belgio con l’obbligo (o quasi) di vincere. Le due compagini dovrebbero essere inferiori a quella di Bertolini, specie se si considera quanto di buono hanno fatto le azzurre all’Algarve Cup 2022 (vittoria con Norvegia e Danimarca, sconfitta in finale ai rigori con la Svezia). Comunque, l’ultimo incontro con l’Islanda, un’amichevole a Coverciano giocata nell’aprile 2021, è finita 1-1 e il match più recente con il Belgio, giocato a Lovanio e valevole per il girone di qualificazione al Mondiale 2019, vide la sconfitta azzurra. Anche se, in realtà, quella sconfitta fu indolore perché l’Italia aveva già staccato il pass per la Francia (grazie anche alla vittoria per 2-1 proprio sulle belghe ottenuta pochi mesi prima a Ferrara).

Ad ogni modo, perché sulla carta la Francia sia l’avversaria del girone più da temere è presto detto: l’Olympique Lione ha vinto cinque delle ultime sei Women’s Champions League, il Paris Saint-Germain è arrivata in semifinale nel torneo continentale e in scia alle lionesi in campionato e le due squadre danno alla Nazionale dieci giocatrici in totale. Occhio, in particolare, alla capitana Renard (difensore da 33 gol in 131 match in Nazionale), alla prolifica Katoto (attaccante 23enne con 24 gol in 28 presenze), alle varie Malard, Delphine Cascarino, Baltimore e a una delle giocatrici che più piacciono a chi scrive, la 21enne esterna Selma Bacha.
Curiosamente anche le giocatrici con più esperienza internazionale di Islanda e Belgio giocano a Lione, ovvero Gunnarsdóttir e Cayman. Dunque, per le azzurre la possibilità di tornare ai quarti di un Europeo a nove anni di distanza passa, direttamente o indirettamente, per la Francia e per la Division 1 Féminine.