Il gruppo 3 delle qualificazioni europee al Mondiale del ’74, quello con Olanda, Belgio, Norvegia e Islanda, è alle battute finali. In Germania Ovest a contendersi il titolo ci andrà solo la prima e la striscia di vittorie ottenute in Coppa dei Campioni da Feyenoord e Ajax fanno dei tulipani i legittimi favoriti, anche se è il Belgio a essere testa di serie. Del resto i diavoli rossi hanno partecipato alla fase finale dell’ultima Coppa Rimet, in Messico nel 1970, e nel giugno del 1972 sono arrivati terzi agli Europei, mentre gli olandesi si sono qualificati per l’ultima volta nel 1938.

Le due scandinave, Norvegia e Islanda, sono state quasi delle comparse, ma hanno avuto il loro peso. Da questa edizione della rassegna iridata, infatti, la FIFA ha inserito la differenza reti come discriminante in caso di arrivo a pari merito alla fine del girone di qualificazione. Così, visto che ad Anversa il 19 novembre 1972 Belgio e Olanda è finita 0-0, gli orange arrivano alla partita decisiva in programma ad Amsterdam il 18 novembre 1973 con un doppio vantaggio: il fattore campo e il +22 nel bilancio tra gol fatti e gol subiti frutto soprattutto di un rotondo 9-0 sulla Norvegia e di una vittoria 1-8 in Islanda… o meglio nel ritorno contro gli islandesi giocato anch’esso in Olanda.[1] Il Belgio è solo a +12 e, quindi, per andar al Mondiale ha bisogno di vincere in trasferta.

Sulla panchina belga siede il poco più che cinquantenne Raymond Goethals, che col tempo acquisterà la fama di “santone” in virtù della grande preparazione tattica e dei risultati ottenuti dalle sue squadre sul campo (vedi Coppa dei Campioni vinta con l’Olympique Marsiglia nel 1993). Intanto, ad Amsterdam, schiera i suoi molto arroccati dietro, pur avendo necessità di battere gli avversari per qualificarsi e lascia il pallino del gioco ai padroni di casa, sulla cui panchina siede il cecoslovacco František Fadrhonc e non ancora Rinus Michels, che subentrerà solo nel 1974. Dopo un primo tempo avaro di emozioni, l’Olanda spinge di più sull’acceleratore e crea due grosse occasioni: il portiere belga Piot è bravissimo a respingere un’incornata di Rep, poi è lo stesso attaccante dell’Ajax a mancare la porta da pochi passi su invitante traversone da sinistra.
Tutto come previsto: al piano di Goethals manca solo l’ultimo tassello, il golletto allo scadere che fa saltare tutto all’aria. L’occasione propizia arriva all’89’. Punizione dalla sinistra battuta dal capitano van Himst, difesa olandese che sale e Jan Verheyen che accompagna la palla in rete. Il portiere olandese Schrijvers alza la mano nel momento in cui l’avversario impatta, fiducioso in un fischio dell’arbitro sovietico Kazakov che arriva ancor prima che il pallone entri in rete. La qualificazione olandese è salva, ma le immagini non lasciano dubbi: al momento del cross sono addirittura tre i difensori orange che tengono in gioco Verheyen.

La storia del calcio è piena di errori arbitrali che hanno cambiato l’esito di intere manifestazioni e questo non fa eccezione. Ci sentiamo tuttavia di affermare che, ancor più che sul Mondiale del ’74, la qualificazione del Belgio al posto dell’Olanda avrebbe avuto conseguenze sull’intero immaginario collettivo legato al mondo del pallone. Perché se quella rete di Verheyen fosse stata convalidata, i vari Krol, Haan, Resenbrink, Suurbier, Rep, Neeskens e ovviamente Johann Cruijff non avrebbero potuto mettere in vetrina al Mondiale il loro famoso calcio totale in cui il collettivo è più importante delle individualità.
Niente 4-0 all’Argentina, niente al 2-0 al Brasile, non ci sarebbe neanche stato quell’incredibile primo minuto della finale di Monaco e neanche la rimonta tedesca, così funzionale alla romantica narrazione della grande rivoluzione che sul più bello ha fallito.

Nella foto in cima: Neeskens e l’allenatore Fardhonc tirano un sospiro di sollievo a fine partita

federico

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[1] Solo la partita Islanda-Norvegia viene effettivamente giocata in territorio islandese. Islanda-Belgio del 22 maggio 1972 si gioca a Bruges, Islanda-Olanda del 29 agosto 1973 si gioca a Deventer. Non chiari i motivi di questi spostamenti. L’esplosione del vulcano Eldfell, avvenuta il 23 gennaio del 1973, non può esserne la causa; forse siamo di fronte a una specie di “nonnismo” visto che gli islandesi tornavano a partecipare alle qualificazioni dopo 16 anni