Nessun dubbio a riguardo: la finale di Bari del 1991 tra Stella Rossa e Olympique Marsiglia è la stata la più deludente tra quelle che la vecchia Coppa dei Campioni ha offerto in tanti anni di onorata carriera. Altre finali brutte ce ne erano state in precedenza e anche la nascente Champions League non sarebbe stata da meno, ma quel 29 maggio fu incommensurabile la tristezza nel constatare quanto la paura di buttare all’aria l’occasione della vita per il club di appartenenza pesò sulle gambe di tutti, a cominciare dai giocatori di maggior talento, Savićević, Mihajlović, Prosinečki e Jugović, da un lato,Waddle, Abedì Pelé, Papin, dall’altro. Alla fine ne doveva restare soltanto una, di squadra, e l’errore di Amoros in apertura della sequenza dei tiri dal dischetto orientò definitivamente verso Belgrado la coppa delle grandi orecchie.
Per fortuna, però, un torneo non vive solo del suo atto finale e possiamo rendere giustizia all’unica vittoria mai ottenuta da una squadra della Jugoslavia nella massima competizione continentale per club ricordando la doppia sfida di semifinale contro il Bayern Monaco, quella sì piena di emozioni.

L’andata, il 10 aprile, si gioca all’Olympiastadion e i tedeschi sono favoriti d’obbligo per il passaggio del turno, ma anche per la conquista del trofeo, viste le eliminazioni di Milan, nei quarti ad opera dell’Olympique Marsiglia (Waddle, riflettori, Galliani, per capirci), e di Napoli e Real Madrid, fatti fuori dallo Spartak Mosca. A metà primo tempo, un geniale tocco di Thon su passaggio di Schwabl libera Wohlfarth che con uno scavetto supera Stojanović in uscita e fa 1-0. Il Bayern continua a tenere il ritmo alto, ma al 44′ si espone a una velocissima ripartenza orchestrata da Prosinečki con un lancio in profondità per Binić, palla sul secondo palo e il “Ramarro”, al secolo Darko Pančev mette dentro. È la svolta, perché i biancorossi di casa attaccano a testa bassa nella ripresa con l’unico risultato di subire altri contropiede, tra cui quello che permette a Savićević di segnare il definitivo 1-2. Al Marakanà di Belgrado sarà impossibile che gli slavi si facciano rimontare! Il sinistro di Sinisa Mihajlović su punizione al 24′ allontana i bavaresi un po’ di più, anche se, in fondo, a loro sempre due reti servono per continuare a sperare. Il resto del primo tempo è uno show dei padroni di casa che possono agire in ripartenza e hanno Prosinečki e Savićević in grande spolvero, ma lo score rimane quello di 1-0 e, come spesso accade nel calcio, le cose poi cambiano. Una punizione innocua di Augenthaler passa sotto le gambe di Stojanović al 61′ e cinque minuti dopo arriva il pareggio nell’aggregate, come si chiama oggi, grazie a una dormita dei centrali che rinviano male un cross dalla tre quarti del biondissimo e allora anche riccioluto Effenberg e permettono a Manfred Bender di fare gol. Gli slavi rischiano il tracollo quando un tocco di Wohlfarth si stampa sul palo, ma la loro buona Stella, Rossa, li aiuta in pieno recupero: su forcing condotto un po’ all’arma bianca e senza ordine dai centrocampisti, Augenthaler, il campione del mondo che aveva dato il là alla rimonta, svirgola la palla che prende una strana traiettoria e si insacca alle spalle di Aumann. 2-2 e Belgrado in delirio.

federico