Sei a zero. L’Under 21 guidata da Cesare Maldini esce dallo stadio di Stavanger incredula, dopo aver rimediato una sconfitta tennistica dai pari età norvegesi nella terza partita del girone di qualificazione del Campionato Europeo di categoria del biennio 1990-1992. Due gol presi a metà primo tempo ad opera di Tommy Svindal Larsen e Claus Eftevaag, il centrale norvegese che bissa a metà ripresa di testa e inaugura il festival a cui partecipano anche Strand, Strandli e Buer. Uno strapotere fisico, quello degli scandinavi, che manda in frantumi la pretesa del commissario tecnico italiano di gestire la partita col solito stile catenaccio e contropiede.
Nel 1976 a Rijeka, in amichevole, Jugoslavia Under 21-Italia Under 21 era finita 5-0. In panchina c’era Azeglio Vicini, ma questo cappotto ha tutto un altro sapore, sa di disfatta di fronte al modesto (o presunto tale) calcio norvegese. Una disfatta completa, se ci aggiungiamo che a Oslo, in serata, la sfida fra le nazionali maggiori finirà 2-1 per i padroni di casa, sancendo di fatto l’eliminazione dalla fase finale di Euro ’92 dell’Italia, guidata proprio da Vicini.

A ben vedere, però, la Under 21 scesa in campo a Stavanger non è una grande squadra o, almeno, non sembra avere i campioni che hanno caratterizzato i due bienni precedenti. C’è un Baggio, ma è Dino. C’è un promettente centrocampista in forza al Padova e in procinto di passare al Milan, Demetrio Albertini. Ci sono tanti giocatori che nei loro club scaldano la panchina, vedi Corini, Maniero e Antonioli, o che sono titolari, ma in squadre non di primo piano: Massimo Orlando a Firenze, Favalli a Cremona, Negro e Rufo Emiliano Verga a Bologna.

Albertini con la maglia dell'Under 21

Albertini con la maglia dell’Under 21

I norvegesi, d’altro canto, hanno sì poca tradizione calcistica, ma tra le loro fila si annidano Mykland, Strand, Strandli, Roger Nilsen e Bjørnebye, esponenti di quella generazione che calcherà con le proprie squadre di club o con la nazionale importanti palcoscenici internazionali.

No, non è il solito piagnisteo italiano post sconfitta volto a esaltare oltre misura gli avversari e a mettere ben in vista le scusanti. Incredibile, ma vero, quella nazionale porterà per la prima volta in Italia il titolo continentale di categoria. I reduci dal disastro di Stavanger, unitamente ai bomber Buso e Melli, all’altro torinista Sordo, al difensore del Foggia Matrecano, al bresciano Luzardi e agli altri due cremonesi Mauro Bonomi e Marcolin, non solo riusciranno a ribaltare la situazione nel girone battendo prima l’URSS a Padova e poi la Norvegia ad Avellino, ma faranno fuori Cecoslovacchia, Danimarca e Svezia nella fase a eliminazione diretta, vincendo tutti i confronti eccetto la finale di ritorno di Växjö. Senza mai farsi ammirare per il gioco espresso, ma in fondo cosa importa?

federico

Nella foto posta in alto: Erik Mykland, Claus Eftevaag e Roger Nilsen dopo il 6-0 all’Italia