Quando il Montpellier di Olivier Giroud nel 2012 è a sorpresa diventato campione di Francia, il Paris Saint-Germain dei ricchi qatarioti deve essersela segnata al dito: riportare al Parco dei Principi il titolo che manca dal 1994 non può bastare, vista la mole degli investimenti fatti, bisogna dominare. Così in patria il PSG ha cambiato marcia, lasciando agli avversari solo le briciole. Quattro Ligue 1 consecutive, una con Ancelotti, tre con Laurent Blanc; due Coppe di Francia, tre Coppe di Lega e quattro Supercoppe di Francia, nonché due domestic quadruple nelle stagioni 2014/15 e 2015/16.  In pratica dall’ultima di campionato del 2013/14 al 1° aprile 2017, giorno in cui i parigini hanno battuto 4-1 il Monaco nella finale di Coppa di Lega, i francesi hanno visto una sola squadra alzare trofei in patria e gliene hanno visti alzare ben dieci consecutivamente. Una cosa che nel frattempo non è riuscita neanche ad altre dominatrici dei rispettivi campionati come Bayern Monaco, Juventus e Barcellona.[1]
Il progetto di continuare a vincere c’era tutto, vista la qualificazione per la finale di Coppa di Francia che si disputerà a campionato finito, ma qualcosa in Ligue 1 è andata male.

La fuga iniziale del Nizza non aveva illuso poi tanto chi tifava per un cambio di padrone (i domini annoiano sempre, anche quelli in federazioni altrui). Già nel 2014/15 l’Olympique Marsiglia di Bielsa aveva messo in cascina molto vantaggio nel corso del girone d’andata, poi era esplosa e il Paris Saint-Germain, controllando l’altra Olympique -quella di Lione- era arrivato in fondo. E, infatti, a febbraio 2017, dopo il sonoro 3-0 rimediato dal Nizza a Monaco, si è capito che la squadra della Costa Azzurra non avrebbe potuto resistere alla rimonta di un Paris Saint-Germain fatto fuori dalla Champions League agli ottavi o ai quarti. Cosa che puntualmente, come tutti gli anni, è avvenuta e in un modo così incredibile da non lasciar alcun dubbio sulla rabbia che la squadra, guidata questa stagione da Unay Emeri, avrebbe da quel momento in poi messo in campo per riaffermare almeno in Francia la propria forza e il proprio dominio. Vittorie frustranti, ma pur sempre vittorie.

Il fatto è che lungo la loro strada i parigini hanno trovato proprio quel Monaco che a febbraio aveva sostituito il Nizza in testa alla classifica e che, nonostante sia riuscito a fare più strada di loro anche in Champions League, arrivando fino alle semifinali, non ha ceduto. Lo score di diciassette vittorie e due pareggi inanellati dopo la battuta d’arresto allo Stade Louis II contro il Lione spiega da solo l’impatto avuto dai biancorossi monegaschi sul campionato. Anche perché in questo stesso intervallo di tempo -che va dal 21 dicembre 2016 al 17 maggio 2017- il Paris Saint-Germain ha perso solo tre punti, mettendo insieme 16 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta, rimediata a Nizza il 30 aprile. Tre punti che, uniti ai tre che il PSG aveva già di svantaggio dal Monaco a fine 2016, si sono rivelati decisivi.
Un gioco volto all’attacco che sfrutta moltissimo le fasce e l’esplosione del giovanissimo Kylian Mbappé, ancor più del ritorno a un buon livello di Radamel Falcao, questi i fattori in più che hanno permesso alla squadra Jardim di avere l’attacco più prolifico dell’europa calcistica “che conta”: 104 gol in 37 partite di campionato e ben 12 reti segnate nei quattro match a eliminazione diretta contro Manchester City e Borussia Dortmund. Ma anche la difesa -e qui l’innesto di Glik è stato decisivo- non ha avuto nulla da invidiare a quella dei rivali del Paris Saint-Germain: 29 gol presi in 37 partite di Ligue 1 contro i 26 subiti dai parigini.

Insomma, un campionato davvero incredibile che ha riportato il titolo nel Principato dopo 17 anni, contraddistinti da una finale di Champions League persa, ma anche da una retrocessione in Ligue 2 e da un cambio di proprietà. Dal dicembre 2011 alla guida della società c’è, infatti, il magnate russo del potassio Rybolovlev che negli anni non ha lesinato investimenti per riportare su i monegaschi, ma che ha anche smantellato in un sol colpo metà della squadra che nel 2015 era arrivata ai quarti di Champions League, vendendo Kondogbia, Martial, Ferreira-Carrasco, Kurzawa e Abdennour. Vedremo cosa capiterà questa estate al gioiellino Mbappé e ai promettenti Lemar, Sidibe, Mendy e Bakayoko.
Siamo, comunque, certi che difficilmente il Monaco si priverà della sua bandiera Andrea Raggi, che anche quest’anno, zitto zitto, ha giocato da titolare a Dortmund e a Torino contro la Juventus. Stranezze del calcio moderno.

federico

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[1] Il Bayern Monaco si è fermato a quattro vittorie consecutive: dopo la sconfitta col Wolfsburg nella Supercoppa 2015/16, ha vinto Bundesliga 2016, Coppa di Germania 2016, Supercoppa 2016/17 e Bundesliga 2017, ma non disputerà la finale di Coppa di Germania 2017 perché eliminato dal Borussia Dortmund. La Juventus è arrivata a cinque: tra le sconfitte patite nelle Supercoppe 2014/15 e 2016/17 ha vinto due scudetti, due Coppe Italia e una Supercoppa. Il Barcellona, invece, ha vinto tanto negli ultimi dieci anni, ma mai più di tre manifestazioni consecutive. N.B.: stiamo parlando di manifestazioni ufficiali gestite dalle federazioni nazionali, stiamo seguendo un criterio temporale, considerando il titolo nazionale assegnato il giorno in cui si disputa l’ultima giornata del torneo di competenza. P.S.: in Italia, Germania e Spagna non si assegna la Coppa di Lega