Personaggi in cerca d’autore. 30° puntata: Bob Paisley

A pochi mesi dalla vittoria sul Borussia Mönchengladbach in finale di Coppa dei Campioni, il popolare format televisivo This is Your Life, giunto ormai alla 18° stagione, decide di dedicare una puntata a Bob Paisley, il manager di quel Liverpool che ha riportato la coppa in Inghilterra nove anni dopo l’unico precedente, targato sir Matthew Busby e Manchester United.
Il programma prevede che Paisley stia seduto mentre il presentatore nell’ordine fa entrare consorte, familiari, amici di infanzia, ex commilitoni e via dicendo in una sorta di una multipla Carràmba che sorpresa condensata in mezz’ora e, quindi, senza obbligo da parte dell’ospite d’onore di tenere discorsi, raccontare aneddoti e gestire la scena. Nonostante questo, il manager dei reds, faccia rotondetta, occhi molto serrati, sorriso bonario stampato sul volto, non sembra per niente a proprio agio. Tutto dà l’idea di una persona timida che vorrebbe essere altrove, magari nella pancia del suo Anfield a parlare con i giocatori di questo o quel dato tecnico.
A rivedere la puntata a distanza di quarant’anni dalla messa in onda su ITV, più si guarda questo antipersonaggio provare a sopportare i suoi trenta minuti di celebrità, più il pensiero va al carismatico Bill Shankly, che sulla panchina del Liverpool lo ha preceduto, vincendo tutto ma non la Coppa dei Campioni, e che dopo ogni trofeo vinto si faceva un bagno di folla tra i suoi tifosi snocciolando frasi che sarebbero ben presto diventate aforismi. A un certo punto il “vecchio” Shanks fa la sua comparsa in trasmissione, senza però rubare la scena perché (e questo è forse la cosa più incredibile) ha diviso quindici anni di spogliatoio con l’ospite d’onore, prima che quest’ultimo fosse quasi costretto a camminare da solo e a mostrare le sue capacità.

Nato nel 1919 in un paesino del Nord Inghilterra, Bob Paisley prima di arrivare al Liverpool indossa solo la maglietta di uno storico “non-league club”, il Bishop Auckland, con cui nella stagione 1938/39 realizza una sorta di treble, vincendo la FA Cup Amateur, Nothern League e la Challenge Cup della Contea di Durham. I reds lo hanno notato e lo mettono sotto contratto, ma per l’esordio ufficiale della nuova mezzala bisognerà aspettare il terzo turno della FA Cup 1945/46 perché a settembre 1939 lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale blocca l’attività agonistica. Sei anni di esercito ed esperienze al fronte in Egitto e in Italia, da un lato, l’incontro con la futura moglie, dall’altro, gli eventi più significativi per la vita di Bob prima di poter finalmente tornare a calzare gli scarpini.
In otto stagioni in maglia Liverpool vince un titolo della First Division (1946/47), ma subisce anche l’onta dell’ultimo posto e della retrocessione (1953/54). Ritiratosi dal calcio giocato a 35 anni, rimane in società iniziando dal basso con la qualifica di fisioterapista autodidattica, per la sua capacità di riconoscere gli infortuni. Diventa, quindi, allenatore delle riserve e quando il ciclone Shankly arriva ad Anfield nel dicembre 1959 viene confermato nel ruolo di assistente, insieme a Bennett e Fagan. Il neo manager introduce le riunioni quotidiane col suo staff per discutere di tattica e questo aiuterà tantissimo Paisley quando improvvisamente a giugno 1974 si ritrova manager dei reds a seguito delle inattese dimissioni di Shanks.

Il Liverpool preso da Shanks a fine 1959 era inesistente, quello ereditato da Paisley è una squadra già forte cui manca solo di conquistare la Coppa dei Campioni per restare nella storia. La lungimiranza dell’ex mezzala è allora quella di non provare a seguire pedissequamente la strada tracciata dal suo mentore nonché predecessore e così, specie nei match di una certa importanza, Paisley preferisce rinunciare all’apporto di giocatori giovani, fiore all’occhiello della precedente gestione, e affidarsi a giocatori più collaudati. Il risultato è che già alla seconda stagione arrivano le vittorie in campionato e in Coppa UEFA. Siamo, però, solo agli inizi: nelle successive sette annate arriveranno altri cinque titoli inglesi, tre Coppe di Lega e ben tre Coppe dei Campioni.

La prima, datata 25 maggio 1977, viene conquistata all’Olimpico ed è proprio quella celebrata nella puntata di This is your life. Paisley, prima di partire, racconta alla moglie che l’ultima volta che era stato a Roma era in un carro armato e la Seconda Guerra Mondiale era agli sgoccioli. Anche in questa occasione l’atmosfera è calda, ma per un’altra ragione: la presenza massiccia dei tifosi della Kop, che diventeranno modello per il tifo organizzato italiano. La partita contro il Borussia Mönchengladbach è bella, finisce 3-1 e a deciderla è Kevin Keegan cui è stato promesso a inizio stagione la possibilità di andare altrove in caso di conquista della coppa dalle grandi orecchie.
Mai separazione è più lieve, anche perché i reds l’anno dopo fanno il bis, in casa. Il 10 maggio 1978 è, infatti, Wembley a ospitare Liverpool-Bruges. Ernst Happel prova a ingabbiare i suoi avversari, finché non decide tutto al minuto 64 un’intuizione dello scozzese Kenny Dalglish, in pratica colui che è stato acquistato al posto di Keegan.
Per la numero tre si devono attendere tre stagioni. Al Parco dei Principi il 27 maggio 1981 di fronte al Liverpool c’è il Real Madrid guidato da Boskov. Gli scozzesi Dalglish e Souness da un lato, Juanito, Stielike e Santillana dall’altro i giocatori da cui ci si aspetta di più. Ne esce, però, una partita bloccata, non trascendentale come direbbe Pizzul, in cui le merengues controllano del gioco per vari tratti dell’incontro, ma vanno veramente vicine al gol solo in un’occasione, quando Camacho in proiezione offensiva, solo davanti a Clemence, mette alto. Così i reds che qualche azione l’hanno comunque già costruita, che hanno limitato Santillana e azzoppato Stielike, che con Lee e McDermott stanno dominando sempre più a centrocampo, trovano all’81’ la percussione giusta: è il 26enne terzino Alan Kennedy, ad Anfield dal 1978, a sfondare a sinistra resistendo all’intervento di Cortes e a chiudere in rete con un bel diagonale.

Paisley è il primo allenatore a vincere tre volte il titolo di campione d’Europa per club. Grazie ai successi sulla panca del Real Madrid, Ancelotti e Zidane saranno i primi a raggiungerlo, a eoni di distanza, calcisticamente parlando. Intanto, del leale assistant manager di Shankly, dell’uomo che non amava le luci della ribalta, dell’allenatore che dovette lasciare perché si cominciavano a vedere gli effetti dell’Alzheimer, si ricordano in pochi al di fuori di Liverpool. Ad Anfield, invece, c’è una entrata dedicata a lui e ai grandi successi del suo Liverpool. C’è anche una piccola effigie che lo ritrae con la sua solita faccia rotondetta e il sorriso abbozzato e per un timido antipersonaggio come lui basta e avanza.

federico

La puntata di This is your life dedicata a Paisley la tovate su youtube