A Orlando, il 28 febbraio 2021, nel primo discorso tenuto al pubblico dopo aver dovuto lasciare la Casa Bianca, Donald Trump si è scagliato contro il “pericolo” delle transgender M2F nello sport americano e ha accusato il neopresidente democratico Joe Biden di promuovere «politiche che distruggerebbero lo sport femminile. […] Nel sollevamento pesi, ogni grammo è come un grosso problema. All’improvviso, qualcuno arriva e lo batte di 100 libbre. Le ragazze e le donne sono infuriate di essere costrette a competere contro coloro che sono maschi biologici»[1].
Il dubbio che, anche parlando di pesistica, il capo dell’Alt-Right americana alteri scientemente la realtà diviene subito certezza dopo un rapido consulto con lo storico dello sport Gherardo Bonini:
Una notizia del genere sarebbe rimbalzata per anni nei notiziari. 100 libbre sono 45,36 chili! Nessuno mai nella storia ha migliorato d’un colpo solo il primato mondiale con un simile differenziale. È come si stesse parlando di Rod Laver e Pete Sampras, oppure di Fangio e Senna, Spitz e Phelps.
Bonini poi aggiunge: «Al più mi risulta che Laurel Hubbard, pesista di medio valore in Nuova Zelanda, ha effettuato la transizione, ma è arrivata seconda ai Mondiali del 2017 e addirittura sesta nel 2019 nella categoria 90kg. Sia nello strappo che nello slancio, è lontana dai primati mondiali detenuti da una cinese»[2].
A distanza di due mesi ecco rimbalzare la notizia che una ventina di Stati americani hanno già varato o stanno per varare leggi per limitare l’accesso alle gare femminili da parte dei transgender M2F. Chissà se c’è anche il Connecticut, che nel 2019 ha visto affermarsi due giovani velociste transgender di colore, Terry Miller e Andraya Yearwood, e le proteste di un’associazione no profit di ispirazione cristiana e conservatrice[3].
In particolare ha avuto grande risonanza mediatica la presa di posizione di Caitlin Jenner, che fu olimpionico nel 1976 nel decathlon quando si chiamava Bruce, che ha completato la transizione nel 2015, ma che si è candidata per i repubblicani a governatrice della California. Il guardian parla di controffensiva rispetto alla politica inclusione seguita da Biden nei confronti delle istanze LGBTQ e poi spiega che
In March, the International Federation of Sports Medicine (IFSM), which represents 125,000 physicians in 117 countries, said data is scant on the advantages or otherwise of trans athletes.
La battaglia politica sembra solo all’inizio. Quella medica, volta a misurare quanto e in che modo il testosterone dia vantaggi nelle singole discipline, anche. E, purtroppo, in tutto ciò, l’attenzione alla dimensione psicologica delle atlete transgender sembra mancare. Perché, giusto per capirci, proporre di correre con i maschi a una Yearwood che, proprio perché si sentiva donna, ha affrontato la transizione M2F sarebbe una violenza. Come anche negarle del tutto una dimensione agonistica perché non conforme a nessuna delle due categorie attualmente riconosciute.
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[1] Dal video di Repubblica
[2] Comunicazione privata. La Hubbard ha vinto nella categoria +87 kg la Coppa del Mondo di Roma e ha così ottenuto il pass olimpico: ha sollevato 126 kg nello strappo, 144 kg nello slancio, 270 kg nel totale. Sarà la prima transgender a partecipare a una Olimpiade. Il record del mondo nella categoria è attualmente della cinese Li Wenwen con 335 kg, ottenuto il 25 aprile 2021
[3] Ne parlo nel capitolo 12 del mio recente libro, Cinque cerchi di separazione