Messico 1986, ottavi di finale. L’Argentina, prima nel girone dell’Italia, ha trovato sulla sua strada gli eterni rivali dell’Uruguay. La celeste ha risicato due pareggi con Germania Ovest e Scozia e perso 6-1 con la Danimarca, ma il ripescaggio delle migliori terze fa miracoli e nei turni a eliminazione diretta si riparte da 0-0. Il match, però, non ha storia. A fare gioco sono solo Maradona e i suoi, ma alla fine il risultato di 1-0 non racconterà di un divario così netto. L’unica rete del match arriva al 41′, per opera di Pedro Pablo Pasculli: l’attaccante si avventa su un pallone vagante in area e lo scarica in rete.
Il match-winner gioca in Serie A, anzi è appena retrocesso con il Lecce. Arrivato nel corso dell’estate del 1985 per dar man forte ai giallorossi pugliesi, che affrontavano la massima serie per la prima volta, Pasculli non ha, però, intenzione di abbandonare il club salentino. Che si ritrova, così, in Serie B, ma con un campione del mondo in rosa, anzi uno che ha partecipato e vinto un Mondiale quando era di loro proprietà.
La scelta e la dedizione di Pasculli sono premiate. Nel 1986/87 il Lecce perde lo spareggio decisivo per la A con il Cesena, ma la stagione successiva ottiene la seconda promozione della sua storia in massima serie. Seguono due storiche salvezze consecutive con Pasculli protagonista.

Curiosamente, nella stagione 1990/91, che si conclude con il ritorno in B dei salentini, un altro campione del mondo (stavolta futuro campione) indossa la maglia giallorossa. Parliamo di Iomar do Nascimento, noto più comunemente come Mazinho. Magari i più adesso lo hanno sentito nominare in quanto padre di Rafinha e soprattutto di Thiago Alcantara, nato, tra l’altro, a San Pietro Vernotico (BR) nell’aprile 1991. In realtà, Mazinho si conquista la titolarità nel centrocampo del Brasile nel corso di USA 1994 e solleva a Pasadena la Coppa del Mondo con Dunga e compagni.

Non possiamo, comunque, considerare strettamente Mazinho un campione del mondo in maglia Lecce, perché al momento del successo mondiale è tesserato per il Palmeiras. Però, nell’estate del 2022, a distanza di 36 anni da Pasculli, i giallorossi pugliesi si tolgono lo sfizio di tesserare uno che è campione del mondo in carica, anche se ancora per pochi mesi, cioè fino al termine del Mondiale invernale in Qatar. Parliamo di Samuel Umtiti, che, dopo un po’ di stagioni tribolatissime causa infortuni, ha lasciato il Barcellona ed è sbarcato in terra salentina, nella speranza di rivedere campo con più continuità e riprendere un po’ di forma.
L’operazione di mercato è di quelle decisamente fuori dal normale. Umtiti nel Mondiale 2018 è stato, infatti, ancor più decisivo di quanto lo fu Pasculli in terra messicana: oltre all’indiscussa titolarità in mezzo alla difesa in coppia con Varane, il centrale ha deciso con un colpo di testa la semifinale Francia-Belgio.
Come andrà Umtiti, se sarà in grado di aiutare i pugliesi a evitare la retrocessione, sarà il campo a dircelo. Siamo, però, sicuri che, diversamente dal Pasculli-1986, in caso di “rinascita” e recupero di una condizione fisica accettabile, difficilmente il centrale francese rimarrà tanti anni a Lecce.