Ramón Unzaga inventò questa giocata
sul campo del porto cileno di Talcahuano:
con il corpo sospeso nell’aria, di spalle al suolo,
le gambe lanciavano il pallone all’indietro
nel repentino andirivieni delle lame di una forbice.
(
Eduardo Galeano: Splendori e miserie del gioco del calcio)

colo coloGaleano lo dice chiaramente. L’inventore della rovesciata è Ramón Unzaga Asla, cileno di origine spagnola che secondo alcune cronache avrebbe inventato questa giocata nel 1920, al IV Campeonato Sudamericano, l’odierna Copa América. Ma le storie di altri calciatori si intrecciano al momento in cui si cominciò a usare questa giocata, coronamento di maestria e spettacolarità. La più importante conduce a David Arellano, maestro di football e giocatore, nonché fondatore del club più titolato del Cile, il Club Social y Deportivo Colo Colo, e passa per la Spagna.

David Arellano cominciò la sua purtroppo breve carriera a soli 17 anni, debuttando in Primera División con il Club Deportivo Magallanes. Nel 1924 fu convocato per la selezione cilena che avrebbe partecipato al Campeonato Sudamericano in Uruguay. Però la sua ascesa iniziò nel 1925, quando David lasciò il club di Magallanes, per una crisi in seno alla società che non voleva riconoscergli lo status di professionista, e fondò insieme ad altri ragazzi, provenienti anch’essi dal Magallanes, il Colo Colo Foot-ball Club. Il club ribelle prese il nome da un leader mapuche, popolo aborigeno originario del Cile.

Il club cileno passò alla storia due anni dopo perché fu la prima squadra del paese andino a realizzare una tournée nel Vecchio Continente. Per ovviare ai problemi economici che lo attanagliavano, i soci del club decisero infatti di imbarcare la squadra per la Spagna nel 1927 alla ricerca di fondi e prestigio internazionale. Arellano in quella occasione rese popolare la rovesciata, incantando il pubblico spagnolo per la sua potenza nel salto, per la sua elasticità e la sua bellezza.  Non a caso in Spagna la chiamano ancore chilena, Fu una vera rivoluzione per il football di quei tempi.

Dopo aver segnato molti gol in volo, Arellano morì quello stesso anno, nello stadio di Valladolid, per uno scontro fatale con un terzino. (Eduardo Galeano, Splendori e miserie del gioco del calcio)

OLYMPUS DIGITAL CAMERAPurtroppo, però, la tournée sarà ricordata per un motivo che non ha a che fare col gesto atletico della chilena. Un tragico avvenimento che accadde il 2 maggio 1927 a Valladolid. Il Colo Colo si confrontava con la Real Unión di Valladolid e la cattiva sorte si posò dal lato dei cileni e di Arellano, che nel disputarsi il possesso del pallone con un difensore spagnolo ricevette un colpo allo stomaco. Urlando di dolore fu portato via dal campo in barella. Morì qualche giorno dopo a causa di una peritonite derivata dal colpo subito. Testimoni diretti di questa azione furono i suoi fratelli Alberto e Lorenzo, anch’essi giocatori del Colo Colo.

Una morte terribile, ma forse non del tutto casuale. I giocatori cileni in campo erano molto agguerriti e, specie nei corpo a corpo, dimostravano la loro forza fisica. Tanto da meravigliare lo stesso Zamora, che arrivò a dichiarare che i cileni si giocavano la vita di fronte alla porta avversaria.

Il corpo dello sfortunato attaccante cileno fu rimpatriato nel 1929 e attualmente riposa in un mausoleo di proprietà del club al Cementerio General di Santiago. Dopo la morte del suo fondatore, nonché capitano, il Colo Colo prese una decisione storica: avrebbe vestito sempre il lutto e avrebbe giocato sin dal 1927 con una striscia orizzontale di color nero nella manica sinistra. Il lutto fu indossato per la prima volta in Spagna, in un match contro una rappresentativa catalana che il Colo Colo batté 5-4.

In Cile il Colo Colo mostrò per la prima volte il suo lutto il 24 luglio del 1927 in un incontro che lo vide opposto a una squadra mista italo-spagnola. Il Colo Colo vinse anche in quel caso, con un rotondo 4-0.
Nel 1930 ai tifosi e ai giocatori della squadra cilena fu dato il soprannome di enlutados. Poi nel 1974 la striscia nera fu collocata sopra lo stemma del club, all’altezza della spalla sinistra. E ancor oggi sulla maglietta di gioco del Colo Colo lì è possibile osservarla. Il club più titolato del Cile non ha dimenticato le sue radici e ancora oggi tutti ricordano David Arellano come uno degli eroi della sua lunga storia.

Víctor, traduzione di Federico