Deutsche Zeitung. 4° puntata: L’epilogo della Bundesliga 1991/92
La Bundesliga 1991/92 è arrivata all’ultima giornata. Un campionato storico, perché ha visto ai nastri di partenza due squadre della ex DDR. Un campionato emozionante, perché ha vissuto di continui ribaltamenti al vertice. Protagoniste indiscusse Eintracht Francoforte, Stoccarda[1] e Borussia Dortmund, che a 90 minuti dal termine si ritrovano tutte appassionatamente in testa con lo stesso quantitativo di punti.
I gialloneri di Ottmar Hitzfeld stanno peggio quanto a differenza reti e, quindi, per vincere devono sperare in un doppio passo falso altrui. Hanno ritrovato la vetta grazie alla vittoria alla penultima giornata sul Bayer Leverkusen, eppure sono quelli con più rimpianti. Al primo posto da soli per un bel po’, anche se con un vantaggio massimo di due punti, tra la 30° e la 34° giornata si sono giocati molte delle loro chance con un inatteso rovescio patito a Norimberga e con il 4-2 subito nello scontro diretto a Stoccarda: al Neckar Stadion il vantaggio iniziale firmato Povlsen è stato vanificato da un’autorete di Helmer e da una doppietta di Fritz Walter (“Fritzle” per non confonderlo con lo storico capitano della nazionale campione del mondo nel 1954); al nuovo gol di Helmer, stavolta nella porta giusta, ha poi risposto il tedesco napoletano Gaudino.
Proprio lo Stoccarda dell’esperto portiere Immel e del campione del mondo Buchwald era quello che sembrava star meglio a livello mentale, dopo la lunga rincorsa alla vetta coronata con l’aggancio a quattro giornate dal termine. Ma l’1-1 in casa col pericolante Wattenscheid ha fatto fallire la fuga e in pole position per il titolo, grazie alla migliore differenza reti, c’è rimasto l’Eintracht Francoforte di Andreas Möller, Anthony Yeboah e, soprattutto, di Dragoslav “Stepi” Stepanović. Serbo come Boskov, ironico come Boskov, parla il tedesco come Boskov parla l’italiano. In più (se è lecito avere qualcosa in più di zio Vuja) è giovane, ha il capello lungo disordinato e baffoni. Insomma, è perfetto per fare la guest star nel CD della rock band Strassenjungs in cui è inciso l’inno dell’Eintracht. La canzone risuona forte nello stadio e, come la squadra, ha scalato la classifica, anche perché i ricavati sono devoluti in beneficenza. Le parole dicono:
Wer feiert Feste und wer lacht am Beste? Der, der zuletzt lacht- EIN-TRACHT,
qualcosa tipo “Chi fa tante feste e chi ride bene? chi ride per ultimo- l’Eintracht!”.
Come fare a non tifare per loro? Come fare a non sperare che ridano davvero per ultimi? Ma si sa che i tedeschi non sanno cosa sia la scaramanzia. Gli italiani cotti al forno come pizze in prima pagina del Bild prima della semifinale dell’Europeo 2012 lo stanno a dimostrare. Il problema è che questa assenza di scaramanzia non ha perversi effetti solo in caso di incontri internazionali, ma determina unhappy ending anche in beghe interne alla Bundesliga.
Le gare in programma il 16 maggio 1992 sono le seguenti: Duisburg-Borussia Dortmund, Bayer Leverkusen-Stoccarda, Hansa Rostock-Eintracht Francoforte. Incroci pericolosi per tutte e tre pretendenti al titolo, perchè Duisburg e Hansa sono in piena lotta per non retrocedere, mentre il Bayer si gioca il quarto posto, che vale la UEFA. Dopo 9 minuti arriva il primo gol: il Borussia passa in vantaggio grazie a Chapuisat, che mette in rete da pochi passi su azione confusa. Lo Stoccarda, intanto, a Leverkusen rischia tantissimo: un rigore di Kree, accordato per un fallo di mano di Dubajić, vale l’1-0, poi Schäfer miracolosamente tira fuori dalla porta in rovesciata il pallone che avrebbe tagliato fuori i bianchi dalla lotta per il titolo. Le cose continuano a girare per il verso giusto per i biancorossi, visto che al 43′ arriva un regalo dell’arbitro Dellwing che punisce con il rigore un fallo su Kögl iniziato fuori area. A realizzare è Fritz Walter. Episodi che avvengono quando la partita è segnata e, infatti, Bayer e Stoccarda si affrontano a viso aperto nel corso della ripresa, ma a spuntarla sono gli ospiti all’86’ grazie a un colpo di testa di Guido Buchwald su cross di Kögl.
Il Borussia Dortmund è fuori dai giochi, anche se lo 0-1 regge fino alla fine e condanna il Duisburg alla retrocessione. Rimane solo da sapere cosa è successo a Rostock. E qui c’è un vero e proprio harakiri collettivo. L’equilibrio regge fino al 63′, nonostante le tante occasioni da ambo le parti, poi arriva la botta e risposta firmata Dowe, per l’Hansa, e Kruse, per gli ospiti. Nei venticinque minuti successivi l’Eintracht mette insieme il tipico campionario della giornata storta: il rigore non dato, il gol annullato, il palo con un gran tiro da fuori e, ciliegina sulla torta, il gol subito in contropiede con squadra sbilanciatissima. Il titolo va allo Stoccarda e, ironia della sorte, l’Hansa Rostock non riesce a salvarsi, nonostante la vittoria.
E mentre nello spogliatoio di Leverkusen si festeggia una vittoria incredibile, Stepi si presenta in sala stampa a Rostock. Sembra disteso, quasi sorridente sotto il baffo prominente. Prende il microfono e, nel suo tedesco approssimativo, dice: “Lebbe geht weider“, la vita continua.
Chapeau, anche se lui e il suo Eintracht Francoforte hanno perso una occasione che nella vita capita forse una volta sola.[2]
federico
Puntata precedente: L’eredità della DDR Oberliga; Puntata successiva: Union Berlino Sturm-und Drang
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[1] Parliamo del VfB Stuttgart. Gli Stuttgart Kickers sono in Bundesliga quell’anno, ma retrocederanno
[2] La dizione corretta sarebbe “Leben geht weiter”. Nel 2007 Stepanović ha pubblicato la sua biografia intitolandola proprio “Lebbe geht weider“