Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. 2° punt., parte 1: Partite di Serie A vinte in rimonta (2011)
Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco
estratto dal Trap-pensiero
“Palla che spiove dalla sinistra, Del Piero al volo, gol!” L’inconfondibile voce di Sandro Ciotti non si alza di tono, rimane roca, ma tradisce lo stesso un po’ di emozione. Dalla sua postazione radio ne ha visti tanti, ma il gol appena realizzato è uno di quelli che lasciano il segno. Il segno sulla partita, perché la Juventus era sotto 0-2 all’intervallo, per l’uno-due viola targato Baiano e Angelo Carbone, e ora è davanti, grazie ai due gol di Vialli a cavallo del 75′ e alla magia di Alex. Il segno sul campionato, perché quel 4 dicembre 1994 la squadra di Lippi capisce di essere davvero da scudetto. Il tempo è passato, la gioia provata allora dai tifosi bianconeri ancora no.
Da 0-2 a 3-2 nella ripresa. In Serie A partite del genere se ne vedono tante nel corso di una vita, potrebbe dire qualcuno. Senza contare che ci sono state anche rimonte vittoriose partendo da uno svantaggio di tre reti e sempre nel secondo tempo, potrebbe aggiungere qualcun altro. Ad esempio, quanto fatto dal Perugia a Bari nella stagione 2000/01, dal Genoa a Marassi contro la Roma il 20 febbraio 20111 e dal Milan a Lecce nell’ottobre dello stesso anno. Eppure quando si nomina la parola rimonta il pensiero degli juventini va a Del Piero, quello degli interisti a Recoba e quello dei milanisti va a… Istanbul e non a Lecce. Perché per rendere una rimonta davvero indimenticabile (nel bene o nel male) servono dei campioni in campo, un avversario di una certa levatura – meglio se rivale storico – e una situazione davvero disperata. Ecco perché ho scelto di accostare a quella già raccontata le seguenti tre rimonte che ha offerto la Serie A.
Comincio da quella già evocata. 9 gennaio 2005, San Siro. L’Inter di Mancini ospita la Sampdoria di Novellino. I blucerchiati sono ben messi in campo, controllano la sfuriata iniziale dei nerazzurri e alla fine del primo tempo passano con un gol di Tonetto. Poi all’83’ Kutuzov in contropiede li porta sullo 0-2. I subentrati Recoba e Martins non ci stanno e in cinque minuti cambiano la storia del match: Recoba colpisce il palo all’87’; Martins mette dentro l’1-2 un minuto dopo e al 90′ serve con una splendida girata Vieri che di testa pareggia; il Chino chiude il cerchio al terzo di recupero con un sinistro da fuori che si infila alla destra di Antonioli. L’Inter non ha vinto lo scudetto, ma solo una partita del girone di andata contro una probabile pretendente alla zona Champions. Eppure lo stadio è in delirio.
La seconda rimonta vede protagonista ancora la Juventus, ma in negativo. Al Comunale si gioca il derby della Mole per la 25° giornata del campionato di A 1982/83. I bianconeri viaggiano col vento in poppa in Coppa Campioni e sono ora a -3 dalla Roma. I granata orbitano in zona UEFA, ma il loro primo obiettivo è fare uno sgambetto agli avversari di sempre. Paolo Rossi nel primo tempo e Platini a inizio ripresa sembrano, invece, spegnere le velleità granata e riaprire ancor più il discorso scudetto, visto che i giallorossi stanno soffrendo a Firenze. Poi tra il 70′ e il 75′ l’impensabile epifania del “cuore Toro”: Dossena di testa su cross dalla destra di Galbiati, Bonesso ancora di testa su cross da sinistra di Beruatto e Torrisi al volo, con un tiro un po’ a voragine che rimbalza per terra e beffa Zoff, siglano il 3-2 finale. Una vittoria che alla curva Maratona fa ancora venire i brividi e che a Zoff e compagni brucia ancora.
Sei anni dopo, il 17 settembre 1989, al San Paolo è il giorno della consacrazione di un giovane talento viola, Roberto Baggio. Primo tempo da favola, vantaggio con una serpentina che parte da centrocampo e si conclude nella porta di Giuliani, dopo aver disseminato birilli a forma di difensori partenopei, raddoppio su rigore. Qualcuno sugli spalti mormora che servirebbe Maradona e non quella copia barbuta e sovrappeso che fa le bizze, torna dall’Argentina a campionato iniziato e ora siede in panca col numero 16. Poi il Diego barbuto entra e fa la differenza lo stesso, pur sbagliando un rigore. Il Napoli comincia ad aggredire i viola, accorcia le distanze con Renica, rischia in contropiede e poi dilaga nei minuti finali con un diagonale di Careca e una incornata di Corradini su corner di Maradona. Diego è tornato e condurrà i suoi al secondo scudetto.
Per stemperare un po’ l’emozione e chiudere il pezzo serve una partita un po’ pazza, che ha anche una rimonta al suo interno. La prendo dalla Serie B. Protagonista è il Cosenza che il 30 dicembre 1990 a Reggio Emilia va avanti 0-3 in 23′ e riesce nell’impresa di farsi recuperare tre gol nella parte restante del primo tempo. Nella ripresa la Reggiana di Ravanelli dilaga e vince 7-4 !
federico
Puntata precedente: Le rimonte in celluloide o a fumetti;
Seconda parte della puntata: Partite di Serie A vinte in rimonta (2024)
Bell’articolo, complimenti!
Piccola precisazione. Nel memorabile Napoli – Fiorentina 3-2 del 1989 il primo gol di Baggio fu segnato dopo uno slalom partito dalla propria metà campo, il secondo su rigore, non viceversa.
http://www.andreapelliccia.it/paolo_valenti.html
grazie di complimenti e precisazione. abbiamo corretto. la memoria a volte inganna