Personaggi in cerca d’autore. 21° puntata: Enrico Annoni

All’inizio degli anni Novanta, con Emiliano Mondonico in panchina, il Torino vive un momento particolarmente felice, di quelli che non si vedevano da una quindicina d’anni. Il quinto posto in Serie A nella stagione 1990/91 è il preludio a un’annata davvero storica, che solo alcune avverse circostanze non renderanno trionfale. I granata arrivano terzi in campionato e fanno tanta strada in Coppa UEFA. Persino il Real Madrid, in semifinale, deve inchinarsi. Poi l’Ajax dei giovani talenti Bergkamp, Jonk, Roy e Winter -tutti destinati al mercato italiano- impone il suo gioco al Comunale nella finale d’andata e ottiene un 2-2, che difende con i denti e con i pali nella finale di ritorno: sono ben tre i legni colpiti da Casagrande, Mussi e Sordo e, così, la coppa va in Olanda. La stagione successiva, nonostante la partenza di alcuni elementi importanti per fare cassa in vista dei guai giudiziari del presidente Borsano, arriva la Coppa Italia dopo una rocambolesca doppia finale con la Roma. Il trofeo premia la fine di un ciclo, segna il passaggio alla gestione societaria di Goveani e prelude al ritorno nell’anonimato o, peggio, in B.

Annoni contrasta Denis Bergkamp

Annoni contrasta Denis Bergkamp

Gli uomini di classe che vestono granata in quel periodo non mancano, su tutti Lentini, Martin Vazquez, Scifo e Casagrande. Paradossalmente, però, è agli uomini di fatica come Policano o ai “passionari” come Pasquale Bruno, detto O Animale, cui la definizione cuore Toro sembra stare meglio addosso. In coppia con quest’ultimo, a marcare strettamente gli attaccanti avversari, c’è un altro di quei giocatori che sanno costruire con naturalezza un feeling con i tifosi, Enrico Annoni, detto Tarzan per i suoi capelli, la cui lunghezza stride e, al tempo stesso, sembra parte integrante di una stempiatura altrettanto evidente. Un look particolare e l’impressione che se ne ricava è probabilmente quella giusta: all’impegno, alla serietà e alla durezza -ma sempre nei limiti del regolamento- del difensore, fa da complemento l’allegria di un ragazzo che fuori dal campo sa dare il giusto peso alle cose.

Annoni resiste alla prima ondata di svendite, poi nel 1994 viene ceduto alla Roma per quattro miliardi e mezzo di lire. Eppure tre anni dopo, nel gennaio 1997, Tarzan lo ritroviamo in Scozia, addirittura al Celtic Glasgow. Oltre manica sono volati prima di lui Vialli, Di Canio, Benny Carbone e Zola e non per sfuggire l'”invasione straniera” del dopo Legge Bosman, ma per allontanarsi da un calcio post-sacchiano che non sembra disegnato intorno a loro. Alla ricerca di nuovi stimoli, di esperienze indimenticabili o di una platea che possa apprezzare meglio le proprie qualità di bomber, si trasferiscono, nell’estate del 1997, anche Lorenzo Amoruso, Sergio Porrini, un giovanissimo Gattuso e Marco Negri. Destinazione Glasgow sponda Rangers, perché ad Ibrox Park sono arrivati gli ultimi nove titoli e partecipare ad una storica decima evidentemente fa gola.
La scelta di Annoni di lasciare l’Italia a febbraio 1997 e di andarsene al Celtic è dettata, invece, da altre ragioni. I tempi del Torino di Mondonico sono ormai lontani, con i granata in B e la non esaltante esperienza nella Roma alle spalle, con un po’ di acciacchi fisici e a quasi 31 anni, Tarzan ha ancora voglia di giocare e soprattutto ha ancora voglia di divertirsi. Per farlo ha, però, bisogno di cambiare aria. Un po’ come ha fatto il suo ex compagno di reparto Pasquale Bruno, che è in Scozia, ma a Edinburgo, con gli Heart, dal 1995/96. Per O Animale sono già arrivate due finali, una di Coppa di Lega, una di Scottish FA Cup, giocate e perse contro i Rangers, ma a 35 annila fine della carriera è incipiente.

Annoni festeggia la vittoria del Celtic Glasgow in campionato

Annoni festeggia la vittoria del Celtic Glasgow in campionato

Tarzan, invece, un po’ di anni pensa di averli ancora davanti. Con i tifosi non ci sono problemi neanche a Parkhead. Nonostante le poche presenze in campo, al “colourful Italian” basta poco per diventare un personaggio. L’aggettivo è certamente riferito a quanto accade il 30 novembre 1997. Annoni entra a tempo scaduto nella finale di Coppa di Lega che il Celtic sta portando a casa grazie a un 3-0 sul Dundee United. Questo gli consente di presenziare a premiazione e foto di rito, in cui si presenta con una parrucca molto colorata e ricciolosa. I lunghi capelli sono, infatti, retaggio del passato, perché la stempiatura ha trionfato e la calvizie non è più incipiente, ma un dato di fatto. Eppure Enrico, anzi, Rico come lo chiamano in Scozia, è riuscito a crearsi un altro look, sempre da ragazzo scanzonato, grazie a “Bandannas, tattoos, and a sense of fun”, come dice l’Herald Scotland. Anche i suoi indumenti di gioco hanno un che di particolare. La sua tuta ha, infatti, le maniche strappate, perché a lui non piacciono le maniche lunghe, come ha ben scoperto il magazziniere John Clark, uno degli eroi del Celtic del 1967, al momento del suo primo allenamento. Tarzan indossa a volte guanti del Celtic e poi, per larghi tratti della stagione 1997/98, e per nobili questioni scaramantiche, va in campo con una scarpa bianca e una verde.
E sì, perché per Rico arriva anche il momento giusto per giocare per un po’ di infortuni che falcidiano la difesa biancoverde. La cosa interessante è che, alla faccia si tutto e tutti, i Rangers non stanno ammazzando il campionato e il Celtic, affidato senza troppe illusioni all’olandese Jansen, comincia a prendere fiducia. Il 2 gennaio, con Annoni in campo a marcare Brian Laudrup, arriva la prima vittoria nell’Old Firm dopo dieci anni; in poche settimane, tra febbraio e aprile si passa dal -6 al +4 sui cugini; la sconfitta nell’ultimo derby di campionato e due pareggi con Hibernian e Dumferline mettono un po’ paura a pochi metri dal traguardo, ma il 2-0 sul St.Johnstone firmato Henrik Larsson e Brattbakk il 9 maggio 1998 dà il titolo ai Bhoys di Glasgow: i Rangers chiudono due punti sotto e gli Heart, in lotta anche loro per lunghi tratti, finiscono a -7.[1] Annoni anche quel giorno gioca 90 minuti e, se alla fine festeggia di nuovo con la parrucca colorata, la differenza è netta: stavolta è stato in campo anche lui e la vittoria è anche sua.

Purtroppo Jansen va via a fine stagione e arriva il ceko Jozef Venglos che non sembra particolarmente colpito dal gioco di Annoni. Poi tornano tutti gli infortunati e allora addio terreno di gioco. L’agente prova a piazzarlo nel mercato invernale, ma per Tarzan non c’è più spazio: a luglio 1999 si chiudono allo stesso tempo esperienza scozzese e carriera. Il calcio scozzese rimane senza un colorito personaggio, un “unsung hero”, un eroe poco celebrato di quella stagione 1997/98, cruciale per impedire ai Rangers di arrivare a dieci titoli di fila. E se questo è quello che scrive thecelticwiki.com, allora c’è da credergli.

federico

Puntata precedente: Antonín Janda; Puntata successiva: El Pichichi
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[1] Alla penultima i Rangers perdono clamorosamente in casa 0-1 col Kilmarnock, mancando di fatto l’occasione del risorpasso. All’ultima giornata la vittoria per 1-2 in casa del Dundee United diventa inutile