Storia dei derby italiani di coppa: settima puntata. Le sfide di Champions League tra il 2003 e il 2005.
Nella stagione 1997/98, per la prima volta, le squadre arrivate seconde in Serie A, Premier League, Bundesliga e altri cinque campionati nazionali hanno accesso al secondo turno preliminare, quello che in pieno agosto deve decidere chi si unirà alle migliori otto del lotto nella fase a gironi della Champions League. Inutile specificare che Beitar Gerusalemme, Skonto Riga e Widzew Łódź non fermano Sporting Lisbona, Barcellona e Parma e, così, otto nazioni si ritrovano due club ai gironi, mentre tante altre sono già fuori dai giochi.
Il cambio format aumenta la possibilità che, sia pur a partire dalla fase a eliminazione diretta, vi siano scontri tra compagini della stessa federazione anche nel massimo torneo continentale. Come succede già in Coppa UEFA, competizione che ha offerto nell’ultimo decennio tante sfide tutte italiane e che offre proprio in quella stagione l’ennesima finale interamente griffata Serie A. Per il nostro calcio esportare anche in Champions League questo particolare dominio è, dunque, molto più di una semplice speranza, è una legittima aspirazione. In realtà, i primi due derby della storia della Champions League sono targati Bundesliga: due quarti di finale, il primo arride al Borussia Dortmund (contro il Bayern Monaco, 1997/98), il secondo al Bayern Monaco (contro il Kaiserslautern, 1998/99).
Nell’annata 1999/2000, con la soppressione della Coppa delle Coppe, le cose migliorano ancora per le federazioni nazionali che hanno ranking UEFA più alto: ora sono sicure di avere almeno due loro club nella fase a gironi, ma possono addirittura sperare di arrivare a quattro. Parma e Maiorca non ce la fanno, le tedesche invece sì e così è la DFB la prima federazione a godere di questo privilegio. Nel corso del torneo, però, le cose vanno molto meglio alle tre spagnole rimaste che arrivano indenni in semifinale. Il Valencia di Cuper, grazie alle reti di Mendieta e Angulo, elimina a sorpresa il Barcellona e ritrova in finale il Real Madrid, che batte il Bayern Monaco nella sfida che più conta1. Per la prima volta, da quando “la coppa dalle grandi orecchie” è stata istituita, a contendersela in finale sono due società che provengono dallo stesso campionato!
A vincere sono le merengues, nettamente, ma per l’analisi qui proposta conta solo che anche la Liga ha offerto due derby di Champions League prima della Serie A, anzi tre, visto che in semifinale nel 2002 va in scena il clásico Barcellona-Real Madrid.
Per dare corpo a quella “legittima aspirazione” di cui si parlava sopra si deve attendere la stagione 2002/03. In un modo o nell’altro, ad avanzare al di là del complicato (e stucchevole) meccanismo che ora prevede due fasi a gironi, sono ben tre italiane: Inter, Juventus e Milan. I quarti di finale lasciano indenne il lotto e, giocoforza, in semifinale arriva la prima sfida tutta italiana, una sfida che più derby non si può2.
L’andata si gioca in casa del Milan e, anche se città e stadio sono gli stessi, in regime di “regola di gol in trasferta” è sempre importante sottolinearlo. Anzi, in questo caso sarà decisivo. Il Milan attacca di più: Shevchenko impegna Toldo un paio di volte, Kaladze a sinistra fa bella mostra di sé, ma il risultato non si sblocca. L’attaccante ucraino va, però, in gol nel primo tempo della sfida di ritorno, ben imbeccato da Seedorf e dopo aver mandato a vuoto Cordoba. Ora ai nerazzurri padroni di casa servono due reti. Ne arriva una sola, con un guizzo di Obafemi Martins all’84’; poco dopo Abbiati salva in uscita su Kallon e i rossoneri staccano il pass per un’altra sfida tutta di Serie A.
La Juventus, infatti, ha avuto la meglio sul Real Madrid, grazie a una bella vittoria nel match di ritorno. Solo che, a tempo quasi scaduto, il miglior bianconero, Nedved, ha rimediato un giallo che gli vale la squalifica per la finale. Nella narrazione che si è tramandata ex post della finale dell’Old Trafford, l’assenza del centrocampista ceco ha il suo peso. Più di tante cose (non) successe in campo: un discreto primo tempo del Milan, in cui si registrano un gol annullato a Shevchenko per fuorigioco di Rui Costa e una gran parata di Buffon su testa di Inzaghi; quindici minuti di Juventus a inizio ripresa, caratterizzati da una traversa di Antonio Conte; la lunga agonia in attesa dei rigori conclusivi che premiano i rossoneri. Quello decisivo lo segna (neanche a dirlo) Andryi Shevchenko.
Però, negli anni a venire quell’attesa abbuffata di partite di Serie A trasferite sul più importante palcoscenico europeo non arriva. C’è n’è solo una ed un altro derby Milan-Inter, nel 2005, stavolta ad altezza quarti. Di contro, tra il 2004 e il 2022 vanno in scena dodici sfide tutte inglesi (di cui tre in finale), sette tutte spagnole (di cui due in finale) e una finale tutta tedesca.
Senza contare che, da quel quarto di finale tutto milanese, non se ne giova certo l’immagine che il calcio italiano dà all’estero, anzi… Nel match di ritorno succede, infatti, che, dopo l’annullamento da parte dell’arbitro Merk di un gol a Cambiasso, la curva nerazzurra cominci a bersagliare il portiere avversario Dida con i fumogeni: la partita prima è sospesa, poi è dichiarata conclusa con tanto di 0-3 a tavolino. Tre come le reti che nei precedenti 165′ precedenti di gioco il Milan ha realizzato. Due all’andata, grazie ai colpi di testa di Stam e Shevchenko su punizioni pennellate da Pirlo (ma il successo è netto più nel risultato che per quanto visto in campo specie nel primo tempo, in cui l’Inter ha creato un buon numero di occasioni). Una al ritorno, grazie a un sinistro teso in diagonale di Shevchenko che non lascia scampo a Toldo.
Dovranno passare diciotto anni prima di rivedere una nuova sfida italiana (anzi, due) nella massima manifestazione per club.
Nella foto in evidenza: il rigore decisivo nella finale dell’Old Trafford
Puntate precedenti: Gli scontri europei tra Sampdoria e Bologna, Juventus-Verona, derby italiano in Coppa Campioni, Il Cagliari dove non te l’aspetti, Tra Coppa UEFA ed Europa League: i derby che non hanno assegnato il trofeo, 2 maggio 1990: Una finale all’italiana, Le vittorie dell’Inter e del Parma a San Siro
Puntata successiva:Le altre finali, dalla Mitropa alla Supercoppa