Il colpo di testa di Turone

Il colpo di testa di Turone

Scrivi Juventus-Roma e leggi gol di Turone. L’associazione d’idee è inevitabile, perché la rete annullata al difensore giallorosso nel big match del 10 maggio 1981 è un po’ come il contrasto tra Iuliano e Ronaldo in Juventus-Inter del 1997/98: un episodio che segna una generazione e che a decenni di distanza suscita ancora polemiche.
Carlo Sassi, Gianfranco De Laurentiis e Massimo De Luca nel marzo 2013, ad esempio, sono stati al centro di una discussione su manipolazioni che avrebbero alterato le immagini di quanto accaduto quel giorno al Comunale di Torino al minuto 75. Manipolazioni a favore della tesi proposta dall’una o dall’altra squadra.

Dibattiti sterili, perché nella memoria collettiva quello (a torto o a ragione) rimarrà un gol regolare non convalidato, qualunque artificio tecnologico si usi. E fuorvianti, perché quella partita è stata veramente orrenda.
Alla Juventus basta, infatti, il pareggio per conservare il +1 sulla Roma, con due sole giornate da giocare, e trapattoniamente scende in campo per quello. La Roma deve vincere, ma il campo pesante rende impossibile qualsiasi cosa possa avvicinarsi al bel calcio, a parte le botte. Bergamo espelle il bianconero Furino al minuto 62 e la Roma prova ad accelerare. Poi dal nulla, lancio di Conti, torre di Pruzzo, Turone in proiezione offensiva mette dentro anche lui di testa, Bergamo vuole convalidare, il guardalinee Sancini lo blocca e con la bandiera alzata lo convince ad annullare.

Dato, quindi, il giusto spazio all’azione che farà passare quella Juventus-Roma dalla noia alla storia, andiamo alla ricerca di altro. Per rimanere in tema decisioni arbitrali controverse e guardalinee “juventini” citiamo due episodi che caratterizzano le partite giocate al Delle Alpi nel 1995.
Il 15 gennaio la Juventus vince 3-0, ma il primo gol è a dir poco rocambolesco. Aldair sbaglia la rimessa laterale e serve Ravanelli che con un pallonetto beffa Cervone, poi il replay spiega l’arcano. Il “colpevole” è il guardalinee Manfredini che, passando dietro il brasiliano della Roma, lo ha inavvertitamente spinto. Da qui il rinvio maldestro. I romanisti protestano, ma Manfredini non rileva nessuna irregolarità nel suo comportamento e Stafoggia convalida.
Il 23 dicembre è invece il romanista Abel Balbo ad approfittare di un fuorigioco passivo e dell’interpretazione che ne dà Pierluigi Collina: al 45′ gran tiro di Di Biagio, Peruzzi risponde in modo scomposto e Balbo, oltre i difensori bianconeri, appoggia comodamente in rete. Il gol vale lo 0-1, poi un’autorete di Ferrara metterà al sicuro la vittoria per i giallorossi.

2001-05-06-Juventus-Roma-2-2-gol 2-1-Nakata al tiro[Sportal]

Nakata segna il 2-1, 6/5/2001

Chiudiamo con le due Juventus-Roma che hanno visto Carletto Ancelotti innaturalmente sedere sulla panca bianconera.
Nella prima la Juventus passa 2-1 con gol decisivo di Inzaghi a inizio ripresa, nonostante un’espulsione di Montero (fallo di mano volontario da ultimo uomo) la costringa in dieci dal 39′ del primo tempo.
La seconda, datata 6 Maggio 2001, è invece la partita scudetto che i romanisti non dimenticano e Van der Sar vorrebbe. Una partita bella ed emozionante, tutto il contrario di quella andata in scena vent’anni prima.
La Juventus è in netto recupero ed è a -6 dalla Roma. Una vittoria nel big match vorrebbe dire fiato sul collo dei giallorossi nelle ultime cinque giornate. E dopo cinque minuti nessun altro esito sembra possibile visto che i bianconeri sono avanti 2-0 grazie soprattutto a Zidane, autore dell’assist per il colpo di testa di Del Piero, che vale il vantaggio, e del tiro dalla distanza, che vale il raddoppio. La Juventus mantiene il ritmo del gioco alto, ma sembra non voler affondare il colpo e alla fine la Roma si ritrova. Capello toglie capitan Totti e mette Nakata, che in stagione non è mai riuscito ad esser decisivo (meglio dire, non ancora) e che in panchina non si sarebbe forse neanche accomodato se pochi giorni prima non fosse stata cambiata la regola che limitava a tre il massimo numero di extracomunitari a referto.[1]
Il talentuoso giapponese, che con la maglia del Perugia aveva segnato una tripletta alla Juventus il giorno del suo esordio in Serie A, emula lo Zidane del primo tempo e riequilibra la partita: al 79′ ruba palla a Tacchinardi e con un destro da distanza siderale segna il 2-1; al primo minuto di recupero con un altro tiro dal limite mette in imbarazzo Van der Sar che respinge proprio sui piedi di Montella, lesto a siglare il definitivo 2-2.
La Juventus rimpiange la grande occasione persa, ma non si aggrappa al cambio regolamentare che ha permesso a Capello l’utilizzo contemporaneo di Samuel, Batistuta, Cafu e Nakata. Le ferite lasciate dall’incapacità di chiudere un match dominato per larghi tratti fanno troppo male.[2]

federico

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[1] La sentenza Bosman della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (15/12/1995) aveva tolto il tetto al numero massimo di giocatori provenienti da altre nazioni della comunità europea utilizzabili a referto in una singola partita. Il tetto per i giocatori con passaporto extra-comunità era rimasto a tre. Dopo lunga querelle, la Corte Federale il 4 maggio 2001 abolisce anche questo tetto e, quindi, dal giorno successivo tutte le squadre possono schierare un numero illimitati anche di giocatori extra Comunità Europea. A far pressione per questa decisione in corso d’opera e senza attendere la nuova stagione soprattutto Roma e Inter.
[2] Ancelotti a fine Juventus-Roma, alla domanda “La nuova regola sugli extracomunitari vi ha danneggiato?” risponde “No. La regola è giusta, ma intempestiva”.