Viaggio tra le squadre che hanno chiuso imbattute un campionato di massima serie. 7° puntata: Belgio, Olanda e Scandinavia

Tra le nobili decadute del calcio continentale, la Royale Union Saint-Gilloise di Bruxelles merita un posto in prima fila. Il suo primo successo nel campionato belga arriva nel 1901, la prima vittoria internazionale è al Challenge du Nord del 1904. Tra il 1905 e il 1907 si registrano i tre trionfi consecutivi che permettono all’Union di aggiudicarsi la Coppa Van der Straeten-Ponthoz, forse la più vecchia antesignana delle attuali coppe europee. Poi quattro vittorie nella Coppa Dupuich tra il 1912 e il 1925, ancora trionfi in patria fino al 1935 e da quel momento più nulla. Una serie incredibile di successi che si conclude con due ciliegine da porre sulla torta.

André Vandeweyer, portiere della Union 60, in azione in una Olanda-Belgio del 1934

André Vandeweyer, portiere della Union 60, in azione in una Olanda-Belgio del 1934

Infatti nelle tre stagioni che vanno dal 1932/33 al 1934/35 l’Union vince tre volte la Division 1, riesce a concludere imbattuta il campionato 1933/34 totalizzando 17 successi e 9 pareggi in 26 partite (88 i gol fatti, 35 quelli subiti) e inanella 60 partite utili consecutive, record che le vale ancora oggi il soprannome di Union 60. È il Daring con un 2-0 il 10 febbraio 1935 a porre fine all’imbattibilità dell’Union. Per ricordare l’impresa dal 1953 viene assegnato il Trofeo Pappaert alla squadra che nelle prime tre divisioni belga realizza la migliore serie di partite utili consecutive.[1]
Dopo l’Union del 1933/34 nessuna squadra è riuscita a chiudere senza sconfitte il massimo campionato belga, neanche l’Anderlecht che di campionati ne ha vinti più di trenta. Va, invece, aggiunto che prima dell’impresa dell’Union altre volte il Belgio aveva visto un campione imbattuto. Segnaliamo: il F.C. Liegeois 1898/99 che realizza un percorso netto (8 vittorie nel girone di qualificazione e due vittorie nella finale con il F.C. Brugeois); il Racing Club de Bruxelles -acerrimo rivale dell’Union nella Ponthoz- che nel 1900/01 vince la Division d’Honneur dopo 10 vittorie e 6 pareggi e che l’anno successivo perde una sola  volta (nel girone finale, contro il Léopold) ma si laurea lo stesso campione; infine, le altre imprese dell’Union (1905/06, 15 vittorie e 3 pareggi; 1908/09, 19 vittorie e 3 pareggi) e del Racing (1907/08, 17 vittorie e 1 pareggi).

Kluivert dà all'Ajax la Champions 1995

Kluivert dà all’Ajax la Champions 1995

I lancieri di Amsterdam hanno invece il privilegio di aver terminato due volte imbattuti il campionato olandese di massima serie. Nel 1918/19, quando ancora non c’era il girone unico, ottengono 19 vittorie e 3 pareggi nel girone eliminatorio Ovest B e 5 vittorie e 3 pareggi nel girone finale che li laurea campioni. Nel 1994/95, a distanza di 76 anni, vincono la Eredivisie con 27 vittorie e 7 pareggi, segnando 106 gol e subendone 28. Quell’Ajax della generazione dei fenomeni Litmanen, Davids, Seedorf e Kluivert, dei gemelli de Boer e dei vecchi Blind e Rijkaard fa, però, molto di più: in Champions’ ottiene 7 vittorie e 4 pareggi e, battendo in finale il Milan, riporta ad Amsterdam la coppa dalle grandi orecchie; vince poi Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale. Solo il Feyenoord nei quarti della Coppa d’Olanda riesce a sconfiggerlo, 2-1 ai supplementari allo stadio olimpico di Amsterdam.
Per completezza diciamo che anche HVV Den Haag nel 1895/96 e RAP Amsterdam nel 1898/99 hanno vinto il campionato da imbattute. Il numero di partite disputate per laurearsi campione era al tempo però molto inferiore: 12 per l’HVV, 14 per il RAP. Quel RAP va anche ricordato perché nel 1901 vinse la prima edizione della Ponthoz.

Kjell Rosén, portiere del Malmö 1949/50

Kjell Rosén, portiere del Malmö 1949/50

Finiamo con un veloce salto in Scandinavia. In Svezia dal 1896 al 1924 il titolo si assegna con un torneo a eliminazione diretta, lo Svenska Mästerskapet. Di imbattibilità si può quindi parlare dal 1924/25, quando parte il girone unico e l’Allsvenskan. E solo il Malmö edizione 1949/50 può vantare di averla mantenuta in tutto il campionato: 20 vittorie e 2 pareggi in 22 partite, 82 gol fatti e 21 subiti. In quel Malmö militano i campioni olimpici di Londra Erik Nilsson, Stellan Nilsson, Egon Jönsson e Rosén. I primi tre vinceranno anche il bronzo al Mondiale del 1950, unitamente ad altri loro compagni di club (Ingvar Gård, Karl-Erik Palmer, Ingvar Rydell).
In Norvegia (dove il campionato inizia solo nel 1934!) troviamo due percorsi netti: quello del Fredrikstad nella Hovedserien 1951/52, con dominio nel gruppo B (12 vittorie e 2 pareggi) e poi successo nella finale 3-1 contro il Brann Bergen, e quello del Rosenborg, che vince la Eliteserien 2010 ottenendo 19 vittorie e 11 pareggi, per un totale di 68 punti.

Non ce ne vogliano i finlandesi se lasciamo in nota le imprese dell’HIFK Helsinki e dell’HPS Helsinki.[2] Non se la prendano i simpatizzanti dello Stjarnan se non ci dilunghiamo sulla vittoria da imbattuta nella Úrvalsdeild 2014. E non ci biasiminno i tifosi del B 93, quelli del BK Frem e quelli che una volta simpatizzavano per il KB (ora assorbito nel F.C. Copenhagen) se bypassiamo quanto dalle loro squadre fatto nelle appena 9 partite dei campionati danesi 1929/30, 1930/31, 1932/33 e lasciamo la chiusura al KFUM. Questo oscuro acronimo (Kristelig Forening for Unge Mænd) non è altro che l’equivalente scandinavo dell’organizzazione cristiana ecumenica YMCA. Il connesso club amatoriale di calcio di Copenhagen ottiene l’accesso al Campionato Danese di guerra e nella stagione 1943/44 ottiene un poco invidiabile record. Il KFUM supera, infatti, brillantemente il girone di qualificazione (16 vittorie e 2 pareggi), pareggia 1-1 ai quarti con l’Akademik Bolklub e viene escluso per sorteggio. Una vera beffa che però riserva al KFUM un posto nell’élitario club delle imbattute non vincenti insieme a Perugia, Benfica e Stella Rossa Belgrado.

 federico e víctor

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[1] Il trofeo prende il nome dall’allora capitano Jules Pappaert
[2] L’HIFK trionfa da imbattuto in due campionati consecutivi (1930 e 1931), che constano però di soli 7 incontri, poi in uno (1933) che prevede 14 match. L’HPS emula i cugini nell’edizione della Mestaruussarja successiva, quella del 1934. Il massimo campionato finlandese non ha registrato nessun altra imbattuta