Viaggio tra le squadre che hanno chiuso imbattute un campionato di massima serie. 9° puntata: ex URSS, Europa Orientale, Balcani
Quelle cento e più partite utili consecutive messe insieme tra il 1986 e il 1989 fanno dello Steaua Bucarest l’indiscussa regina (europea) delle imbattute, anche a detta della UEFA. C’è, però, una squadra che sessanta anni prima ha saputo fare di meglio, almeno quanto a titoli nazionali vinti consecutivamente senza perdere mai: i rumeni si sono fermati a tre, a quattro è, invece, arrivato tra il 1920 e il 1923 lo Sparta Praga, che da quella irripetibile sequenza di successi si porta dietro il soprannome di Železná Sparta (all’inglese, Iron Sparta).
La squadra, allenata dallo scozzese John Dick, realizza anche un filotto di vittorie consecutive in partite valide per il titolo di campione nazionale di Cecoslovacchia: c’è chi dice 60, chi un po’ meno; sono, comunque, tante di più di quelle 29 realizzate dal Benfica tra il 1971 e il 1973 che la UEFA nel 2017 considerava record. Ad ogni modo, dal fatto che vi sia incertezza anche sul numero esatto dei match vinti di seguito, si capisce come una ricerca ufficiale in grado di dirimere dubbi non sia mai stata fatta1.
Un po’ come lo Steaua Bucarest di fine anni Ottanta, anche lo Železná Sparta è una squadra di riferimento per l’intera Europa e non solo per quella Orientale. Sono, infatti, dello Sparta molti dei giocatori che, con la maglia della Cecoslovacchia, vincono il torneo di calcio ai Giochi Inter-Alleati e nella finale olimpica del 1920 si ritirano dal campo disgustati dall’arbitraggio. L’anno successivo è, invece, lo stesso Sparta Praga a misurarsi con alcune delle più importanti squadre del Vecchio Continente, ottenendo grandi risultati: il Norimberga, che in Germania domina, ottiene uno 0-0 in casa ed è poi sconfitto 5-2 in Cechia; il Celtic Glasgow, in tour nel continente, rimedia due sconfitte (2-0 e 2-1) a Praga; il Barcelona cede 2-3 in casa il giorno di Natale, salvo rifarsi con un 2-0 il giorno successivo. Qualcuno a Bilbao, dopo la vittorie dei cechi (3-5 e 0-4) tira addirittura in ballo il detto “Vedi Napoli e poi muori!” e lo fa diventare una sorta di “Vedi giocare lo Sparta Praga e poi muori!”.
Nel 1924 la leggenda dello Železná Sparta termina. Altre squadre concluderanno imbattute il campionato cecoslovacco o quello ceco, nessuna ripercorrerà i fasti di quella squadra2.
Abbandoniamo Praga e spostiamoci in quella galassia che un tempo è stata l’URSS. È interessante notare come nessuna squadra sovietica in 55 anni di storia (1936-1991) sia riuscita nell’impresa di vincere da imbattuta il titolo sovietico, se si eccettua il primo titolo assegnato nel 1936 in un mini-torneo primaverile che vide la Dinamo Mosca vincere sei match su sei. La tradizione negativa sembrano averla ereditata la Prem’er-Liga russa e il campionato bielorusso, mentre, come d’incanto, in tanti altri campionati nati nelle ex repubbliche sovietiche dopo la dissoluzione dell’URSS sono comparsi club imbattibili, in grado di dominare incontrastati anche per un decennio.
Alcuni sono nati dopo il 1991. Vedi lo Skonto Riga, che è stato fondato nel 1991, ha vinto i primi quattordici campionati lettoni (1991-2014), non ha mai perso nel 1994 (20 vittorie, 2 pareggi) e nel 1995 (25 vittorie e 3 pareggi), raggiungendo quota 58 partite utili consecutive, e poi si è dissolto nel 20163. O lo Sheriff Tiraspol, la squadra che rappresenta in ambito calcistico l’azienda che di fatto controlla tutto in Transnistria, la repubblica indipendente riconosciuta solo dalla Russia: lo Sheriff è stato fondato nel 1997, ci ha messo appena 25 anni per vincere venti titoli moldovi, è rimasto imbattuto in patria tra l’aprile 2006 e il marzo 2008 (63 partite utili consecutive) e nel settembre 2021 si è tolto il lusso di vincere 1-2 al Bernabeu in Champions League4.
Altre società avevano, invece, già ottenuto successi al tempo dell’URSS e hanno continuato a vincere dopo. Tipo la Dinamo Tbilisi, campione dell’URSS nel 1978, vincitrice della Coppa delle Coppe nel 1981 e poi campione della Georgia ininterrottamente dal 1990 al 1999 (imbattuta nel 1991, anche se in campionato di sole 19 giornate). O tipo la Dinamo Kiev, vincitrice di tredici titoli sovietici (l’ultimo nel 1990), della Coppa delle Coppe nel 1986 e di tredici dei primi diciotto campionati ucraini. Per i biancoblù anche due campionati vinti senza subire sconfitte5. Però, la serie più rilevante di partite utili consecutive (55) l’hanno fatta segnare tra il luglio 2000 e l’agosto 2002 i rivali dello Shakhtar Donetsk, che ai tempi dell’URSS avevano ottenuto al massimo un terzo posto (1951) e nell’Ucraina di oggi sono, invece, la squadra di riferimento, anche in campo europeo.
Dal 1992 ad oggi campioni imbattuti si sono visti in Lituania, Estonia, Armenia, Azerbaigian, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e, visto che elencarli tutti sarebbe davvero pesante, lasciamo in nota i club in grado di non perdere per almeno cinquanta match di fila6 e guardiamo agli altri Paesi dell’Est Europa e dei Balcani.

Puskas ai tempi della Honvéd
In Polonia, finora, l’unica squadra a terminare imbattuta un campionato che prevedesse un discreto numero di partite è stato il Widzew Łódź nel 1995/96 (27 vittorie e 7 pareggi). Il Nemzeti Bajnokság I, il campionato ungherese, ha visto, invece, un buon numero di squadre vincere senza subire sconfitte. Da ricordare, in particolare, la grande Honvéd d’oro di Puskás, Kocsis e Czibor che conquistò il titolo nel 1952 (21 vittorie e 5 pareggi) e il Ferencváros di György Sárosi, che vent’anni prima fece filotto, vincendo tutte le 22 partite del campionato 1931/32: una sequenza di successi che arriva a 32 contando anche gli ultimi match della stagione precedente e i primi della successiva7.
Con le Repubbliche che fino al 1991 formavano la Jugoslavia è successo qualcosa di simile a quanto visto con l’URSS: una sola imbattuta nel campionato jugoslavo propriamente detto (Hajduk Spalato nel 1950: 18 partite, 10 vittorie, 8 pareggi) e un successivo aumento, anche se solo in Serbia o Macedonia8. Da segnalare, in particolare, la sequenza di 65 partite utili della Stella Rossa Belgrado tra l’ottobre 2021 e l’agosto 2023, mentre del non certo felice epilogo della Prva Liga della Repubblica Federale di Jugoslavia del 1998/99 se ne parla nella prossima puntata.
La Grecia recentemente (2019) ha visto il PAOK Salonicco vincere il titolo senza perdere mai (26 vittorie, 4 pareggi), eguagliando quanto dal 1959/60, anno di istituzione del girone unico, era riuscito solo al Panathinaikos 1963/64 (24 vittorie, 6 pareggi) e mai all’altra big del football ellenico, l’Olympiacos, che detiene, invece, il record della più lunga serie di imbattibilità, 58 partite tra l’ottobre 1972 e l’aprile 1974.
Quattro, infine, le imbattute di Bulgaria, ma solo il CSKA Sofia è riuscito ad arrivare senza sconfitte in fondo a un campionato con almeno 16 squadre (2007/08, 24 vittorie e 6 pareggi in 30 partite)9.
Chiudiamo con una curiosità. Nel campionato albanese degli anni cinquanta, nonostante gli incontri da sostenere non siano pochi (a seconda dell’edizione vanno dai 16 ai 30), vincere da imbattuti sembra la regola e non l’eccezione. Tre volte la Dinamo Tirana (1951, 1955 e 1956) e tre volte il Partizani Tirana (1949, 1954 e 1959) trionfano in Kategoria Superiore senza subire sconfitte. E poi, come se tutto fosse stato solo uno scherzo, nei decenni successivi l’impresa è ripetuta solo dal Partizani 1963/64.
Nell’immagine in evidenza: Una formazione dello Sparta Praga del 1922. Da sin.: John Dick, Peyer, Pilát, Hojer A., Káďa, Perner, Janda, Sedláček, Kolenatý, Červený, Pospíšil, Šroubek.
Puntate precedenti:Italia (prima parte; 1913-1956); Italia (seconda parte; 1969-1992); Italia (terza parte; 2000-2012); Inghilterra e Scozia; Spagna, Francia e Portogallo; Germania e Austria; Belgio, Olanda e Svezia; La regine delle imbattute;
Puntata successiva: Le imbattute senza successo