Viaggio tra le squadre che hanno chiuso imbattute un campionato di massima serie. 14° puntata: Arabia Saudita. 

Cristiano Ronaldo è arrivato un po’ prima, nel dicembre 2022, da svincolato, ma con un ingaggio che si aggirava sui 200 milioni e con l’allettante prospettiva di diventare testimonial della candidatura dell’Arabia Saudita a sede di un prossimo Mondiale. Se, però, i soldi dell’Al-Nassr erano una delle poche possibilità di continuare a giocare per un 38enne, che costava tantissimo e nelle ultime stagioni aveva trovato difficoltà a essere un fattore in più in una complessa realtà come il Manchester United, quello che accade nell’estate successiva è un fenomeno ben diverso: tra luglio e agosto del 2023 non passa giorno senza che un giocatore di una certa fama e con ancora grandi possibilità di trovare spazi in top club europei non firmi per un club della Saudi Pro League. Un fenomeno diverso perché originato da una mossa del PIF, la personale riserva monetaria dei Bin Salman, ovvero il fondo sovrano del Paese del Golfo: acquistare il 75% di quattro delle società più seguite del campionato arabo (Al-Hilal, Al-Ahli, Al-Ittihad e, ovviamente, Al-Nassr) e finanziare il loro mercato. Non è certo il primo maxi investimento che ha a che fare con il mondo dello sport, in generale, e del calcio, in particolare. In Italia lo sappiamo bene, vista la fine che ha fatto da un po’ la Supercoppa. Il tutto rientra, infatti, nel ben più articolato programma governativo Vision 2030, lanciato dalla casa regnante nell’aprile 2016 con l’obiettivo, a medio termine, di veicolare all’esterno, anche attraverso l’organizzazione di eventi sportivi, una immagine più “pulita”, moderna e tecnologica di uno Stato in cui la repressione dei diritti civili è ancora all’ordine del giorno; e con il traguardo, più a lungo termine (ma mica poi tanto), di

passare da un ruolo essenzialmente passivo nella politica internazionale (quello di un marginale paese desertico da cui le potenze si riforniscono di carburante, come una grande pompa di benzina globale) a uno attivo, sedendosi al tavolo degli stati più potenti e influenti della Terra1.

Far sì che i diritti tv della Saudi Pro League venissero acquistati anche in Europa non era, quindi, il fine ultimo di tutti i soldi investiti da Mohammad Bin Salman e parenti. Tuttavia, c’era la speranza che, mettendo sotto contratto stelle come Neymar, Benzema o Sergej Milinković-Savić, ne sarebbe uscito un campionato equilibrato, in grado di attrarre maggiormente le attenzioni di chi quei top-player li aveva visti giocare in Europa fino a qualche mese prima, magari nella propria squadra.
Ecco, a giudicare dai dati diramati da La7 (che ha acquistato i diritti tv per l’Italia) e da quanto ha scritto L’Equipe, nella stagione 2023/24 questo non è accaduto. Il titolo, inoltre, non è mai stato in discussione.
La massima serie araba aveva già visto in altre occasioni una squadra vincere il titolo da imbattuta2, ma un dominio così netto non si era mai registrato: l’Al-Hilal ha, infatti, vinto 31 delle 34 partite a disposizione; ha chiuso con 14 punti di vantaggio sulla seconda, l’Al-Nassr, e di 31 sulla terza; ha infilato una serie di 24 vittorie consecutive in campionato; ha, inoltre, vinto tutti i 34 match ufficiali giocati tra il 22 settembre 2023 e il 22 aprile 2024, sequenza che è stata riconosciuta come record dall’IFFHS (che, per inciso, ha come presidente lo sceicco Saleh Salem Bahwini).

Certo, quanto successo nell’ultimo big match di campionato con l’Al-Nassr (giornata 32) ha avuto un forte impatto sulla conservazione dell’imbattibilità da parte dell’Al-Hilal nella Saudi Pro League. Mi riferisco al generoso penalty concesso al 90’+6′ dall’arbitro spagnolo José María Sánchez Martínez, che ha permesso a Mitrović di segnare la rete del definitivo 1-1. Eh, già, perché oltre ai giocatori, il fondo sovrano pensa bene che importare a gettone anche i migliori direttori di gara dalla UEFA o dalla CONMEBOL, offredo cospicui compensi, servirà a dare alla Saudi Pro League una maggior parvenza di campionato di alto livello. Orsato, ad esempio, ha arbitrato un match nel 2019, quattro nella stagione 2022/23, uno a settembre 2023 e la finale di Supercoppa araba nel 2021.
Ad ogni modo, in un futuro prossimo altri primati di imbattibilità o sequenze di vittorie potrebbero arrivare dalla Saudi Pro League, specie se gli investimenti dei Bin Salman tenderanno a potenziare ancor di più le squadre “prescelte” e non verranno spalmati a pioggia su tutto il lotto delle partecipanti. E la maggiore o minore risonanza mediatica, che verrà data a questi record (rispetto a quello testé ottenuto dall’Al-Hilal), passerà, inevitabilmente, dai risultati internazionali che avranno i club arabi in competizioni come il nuovo Mondiale per club quadriennale, cucito perfettamente sulle loro aspirazioni: cosa c’è, infatti, di meglio che affrontare le grandi squadre europee a fine stagione in una competizione che ha il bollino FIFA?

Nell’immagine in evidenza: Mitrović e Cristiano Ronaldo 

 

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