Pian piano diventerà Serie A. 18° puntata
Il triangolo Torino-Genova-Milano l’esclusiva sulla Prima Categoria la perde definitivamente nel biennio 1907-1909, quando, nel mezzo del trambusto che porta la F.I.F. a diventare F.I.G.C., la Pro Vercelli entra dalla porta principale nell’élite del calcio italiano vincendo due titoli consecutivi. Nell’autunno del 1910 si infrange definitivamente un altro tabù territoriale e, accanto al girone Ligure-Lombardo-Piemontese, viene istituito il girone Veneto-Emiliano. Insieme con il Venezia, che poteva comunque già vantare una comparsa nel campionato 1909, si ritrovano nella categoria che assegna il titolo di campione d’Italia anche Vicenza, Hellas Verona e Bologna ed è strano veder ammessi nello stesso momento vicentini e veronesi, che già da alcuni anni praticano sia il football che il calcio ginnastico, e rossoblù felsinei, il cui club ha invece poco più di un anno di età.
Anche il Casale dell’ambizioso consigliere federale Jaffe chiede senza successo di iscriversi alla Prima Categoria 1910/11. Le pressioni di Jaffe continuano e i nerostellati ottengono nel settembre del 1911, in uno spareggio con la Racing Libertas di Milano, l’accesso alla massima serie della stagione successiva.[1] Insomma, ogni nuova ammissione tra le big o è frutto di pressioni di singole società, o di compromessi, o di scelte non sempre coerenti.
Prendiamo, infatti, Centro e Sud Italia. A Roma si gioca a football almeno dal 1900, anno di fondazione della S.S. Lazio, il primo derby è del maggio del 1904, un Campionato Romano di Prima Categoria si è disputato nel 1907 e vi si sono iscritte tre squadre, anche se i club attivi nella capitale sono di più. Quando nel settembre 1909 la neo-rinominata F.I.G.C. comincia a ramificarsi in tutta la penisola e apre delle sezioni regionali, arriva il momento per Lazio, Roman, Fortitudo e Juventus Roma di partecipare a un campionato federale, quello Laziale di Terza Categoria. Un buon punto di partenza, che, però, rimane tale nelle due stagioni successive.
Anche in Toscana, Campania e Puglia, intanto, si disputano a vario titolo tornei federali nelle tre annate calcistiche che intercorrono tra il 1909 al 1912. Il Firenze F.B.C. si laurea, ad esempio, campione toscano di Seconda Categoria nel 1911, mentre il Naples, battendo in quello stesso anno il Bari, diviene campione meridionale sempre di Seconda Categoria. La F.I.G.C., però, continua a lasciare le squadre del Centro-Sud fuori dalla Prima Categoria e, per di più, non organizza scontri ufficiali tra i campioni delle rispettive sezioni regionali. Così, l’unico torneo, che a tutto il 1912 può vantare una certa tradizione, una formula chiara e, soprattutto, un più ampio respiro, rimane la “non federale” Lipton Challenge Cup, in cui si sfidano il meglio del calcio campano e di quello siciliano.
Una svolta decisiva la si ha, però, nella classica vivace assemblea di fine estate. La spinta dei piccoli club, che si sentono confinati al di fuori del calcio che conta, è diventata troppo forte per essere ignorata. La recente querelle sullo spostamento della sede della F.I.G.C. da Milano a Torino e la pessima gestione della nazionale italiana -vedi le tante commissioni tecniche cambiate in poco tempo e il fallimento della spedizione alle Olimpiadi di Stoccolma– mostra, poi, come i dirigenti federali provenienti dai grandi club si siano impegnati più a farsi la guerra che a fare fronte comune per difendere i privilegi acquisiti.
Il 30 agosto 1912 viene così approvato il progetto Valvassori-Faroppa, denominato così dal nome dei due soci del Piemonte F.C. che lo presentano in assemblea. Allargamento dei quadri e ricomparsa in Prima Categoria di ristretti gironi eliminatori, dettati da criteri geografici, sono solo conseguenze della vera grossa novità: la nascita per la stagione 1912/13 di una serie cadetta, la Promozione, organizzata su base regionale e collegata alla massima divisione nazionale da promozioni e retrocessioni.
Deliberando ex post, ad alcuni club viene concesso di iscriversi direttamente in massima serie o di spareggiare per essa. Così, insieme con Novara, Racing Libertas, Virtus Juventusque Livorno e Modena, anche la Lazio e le progenitrici di Roma, Napoli e Fiorentina ottengono il diritto di assaggiare per la prima volta la “Serie A”. Tutte insieme.
federico
Puntata precedente: Al campo sportivo in tram
————————————————————-
[1] La Seconda Categoria piemontese 1910/11 e quella lombarda vanno rispettivamente alle seconde squadre di Pro Vercelli e Milan. La Federazione si appiglia al fatto che Casale e Racing Libertas sono risultate le migliori tra le “prime” squadre. In realtà anche il Racing Libertas, oltre al Casale, aveva chiesto invano nel 1910 l’ammissione in massima serie