L’ottavo di finale tra Camerun e Isole Comore è stata la partita più emozionante della prima parte della XXXIII Coppa d’Africa. Per tanti motivi, primo tra tutti l’assurda contingenza che ha costretto i comoriani a schierare un giocatore di movimento in porta. L’articolo che segue è stato scritto per raccontare proprio della prestazione di Chaker Alhadhur. Poi, a fine partita, sono cominciate a circolare notizie di una ressa ai cancelli dello stadio Olembé, di morti e feriti tra la gente che sperava di entrare, nonostante le restrizioni alla capienza e la necessità di certificazione anti-Covid. Notizie, purtroppo, rivelatesi fondate. Abbiamo comunque voluto lasciare ad Alhadhur lo spazio che si era meritato e rimandare ad altri pezzi la discussione sulla pessima e tragica gestione dell’evento Coppa messa in piedi dal governo di Yaoundé.

La memoria racconta di giocatori di movimento che, causa espulsione o infortuni del proprio portiere, si sono dovuti improvvisare estremi difensori negli ultimi scampoli di partita. E in alcuni casi lo hanno fatto in modo tutt’altro che disprezzabile. Vedi Bilica, che parò un rigore a Shevchenko in un Milan-Venezia del novembre 1999 sul 3-0 per i rossoneri; di Felipe  Melo, che compì simile impresa in un Elazigspor-Galatasaray di Süper Lig nel novembre 2012, permettendo ai giallorossi di conservare lo 0-1; del piccolo Pineda che, invece, fu scelto come vittima sacrificale e prese gol su punizione da Ronaldo nell’aprile del 1998.
Recentemente anche Walker ha dovuto indossare i guantoni, sempre a San Siro, in Atalanta-Manchester City 1-1 di  Champions League (6 novembre 2019). In quel frangente la difesa dei Citizens e la non eccessiva foga dei nerazzurri nel cercare il gol vittoria fecero passare all’esterno destro inglese un quarto d’ora tutto sommato tranquillo. Quello che, però, ha dovuto fare il comoriano Chaker Alhadhur a Yaoundé nell’ottavo di Coppa d’Africa contro il Camerun ha pochi precedenti o, comunque, nessuno al momento rintracciato dai sottoscritti. 

Dopo la vittoria qualificazione con il Ghana, costata l’infortunio del portiere rivelazione Ben Boima, un focolaio Covid è scoppiato nello spogliatoio dei celacanti e ha tolto di mezzo gli altri due portieri in rosa. Il titolare, Ali Ahamada, il giorno del match contro i padroni di casa risulta negativizzato e il tecnico Amir Abdou, anche lui positivo, spera di poterlo mettere in distinta, così come hanno fatto i tunisini con Khazri, Bronn, Jebali esattamente il giorno prima contro la Nigeria. Invece no, perché la CAF ha cambiato il protocollo nella notte e adesso i positivi devono osservare cinque giorni di quarantena. Di rinvio del match neanche a parlarne, anche se persino la FIFA annovera l’assenza di un portiere di ruolo in rosa come causa giusta per chiederlo. Il motivo è, però, chiaro: non ci sarebbe tempo per recuperare il match. E, allora, tra dubbi e polemiche Camerun-Isole Comore deve essere giocata quando prevista, il 24 gennaio 2022 alle 20.

Così, tra i pali i tecnici comoriani mandano il difensore Alhadhur. La consegna per i suoi è di usare l’estremo difensore improvvisato come un libero, di giocare con i piedi e di provare sempre a ripartire, di costruire dal basso, insomma, perché se ci si schiaccia dietro diventa un tiro al bersaglio senza portiere o quasi. Dopo cinque minuti, però,  piove sul bagnato. Richiamato al VAR  l’arbitro etiope Tessema espelle il capitano dei celacanti Jimmy Abdou per un’entrata da dietro non cattiva su Ngamaleu. Nervosismo imperante, ma Camerun che decide di non forzare. Così il primo intervento di Alhadhur è un’uscita fuori area di testa. Toko Ekambi segna l’1-0 per i Leoni indomabili alla mezzora, ma anche il suo portiere Onana deve impegnarsi verso la fine del tempo per respingere un assalto delle Isole Comore, che in dieci e senza portiere di ruolo non si sono comunque arrese.

A inizio ripresa, il Camerun si decide a cercare di più il gol o i gol della tranquillità e qui Alhadhur si mette davvero in luce. Tre parate di rilievo, una delle quali davvero pittoresca perché, già a terra e con gli occhi verso la porta, muove il braccio per deviare con il pugno un tiro di Aboubakar.
La vicenda comunque non finisce bene per le Comore e per Alhadhur, perché il Camerun raddoppia con Aboubakar e M’Changama segna su punizione il 2-1 finale, convincendo la CAF a dare al centrocampista comoriano e non al portiere occasionale il premio di man of the match.