Poteva finire solo in questo modo, con la decimocuarta del Real Madrid e con la quarta di Carlo Ancelotti… visto quanto era successo nei turni precedenti contro Paris Saint Germain, Chelsea e Manchester City… visto che al 25′ Courtois aveva tolto dalla porta già due gol fatti… visto che, intorno alla mezzora, al primo vero affondo i blancos avevano creato ambasce nella difesa del Liverpool e (quasi) ottenuto il vantaggio…

Fortuna, bravura dei singoli, grande organizzazione difensiva, capacità di essere incisivi e pericolosi quanto basta: non sono proprio le caratteristiche di cui si vantavano un tempo i galacticos, ma in fondo, se Florentino Perez ha visto i suoi alzare ancora una volta la Champions League, lo deve alla scelta oculata di richiamare Ancelotti a inizio stagione, infischiandosene delle sue recenti disavventure con Napoli e Everton. E che ci sia la mano dell’allenatore italiano su questa vittoria e su questa finale è incontrovertibile. I reds attaccavano e pressavano su tutto il fronte d’attacco? Poco male, guidati da Kroos e Casimiro, i blancos non disdegnavano anche passaggi e passaggetti all’indietro, purché precisi e in sicurezza, prima di provare a entrare nella metà campo altrui. Che dire poi di Valverde, “falsa” ala in grado di dare equilibrio alla squadra, bravo a supportare e integrarsi sulla corsia destra con Carvajal e a fornire a Vinicius l’assist per il gol vittoria?

Chiaro che senza i continui miracoli di Courtois il Liverpool almeno ai supplementari ci sarebbe arrivato. Con merito. Klopp e i suoi sono, però, usciti dal campo con altro spirito rispetto alla finale di Kiev del 2018, quella in cui Ramos aveva azzoppato Salah e – forse – stordito Karius, prima che il portiere finlandese diventasse protagonista in negativo con due papere. La delusione della sconfitta non può, infatti, cancellare quanto di buono hanno fatto i giocatori del Liverpool in tutta la stagione e nella finale di Parigi. A loro si può imputare poco, all’allenatore tedesco, magari, il fatto di non aver provato a tirar fuori conigli dal cilindro della sua panchina (il sottoscritto avrebbe, per esempio, visto bene un azzardo Tsimikas nell’ultimo quarto di gara). Anche perché solo qualcosa di veramente inatteso avrebbe potuto impedire al Real Madrid di arrivare indenne al 90′ dopo essere passato in vantaggio.
Nota di chiusura. Negli anni a venire saranno raccontate in tono epico le incredibili rimonte operate dai madrilisti nel finale dei match giocati al Bernabeu contro Paris Saint Germain, Chelsea e Manchester City, ma farà molto specie notare che, invece a inizio stagione, in un match valido per il girone, i futuri campioni d’Europa avevano perso in casa 1-2 contro lo Sheriff Tiraspol. Eppure, anche in questo, c’era una sorta di premonizione: lo Sheriff ha, infatti, ricalcato quanto offerto dai bielorussi del Bate Borisov nella stagione 2012/13. Ebbene, anche il Bate, nella seconda giornata dei gironi batté inaspettatamente il Bayern Monaco, che poi avrebbe alzato la coppa.