Coppa d’Africa 2017: La fase dei gruppi: prima giornata, seconda giornata, terza giornata;
I quarti; Le semifinali; La vittoria del Camerun

La XXXI edizione della Coppa d’Africa è ormai arrivata alla soglia delle semifinali e, delle quattro squadre rimaste in lizza, solo il Burkina Faso non ha mai vinto la competizione, anche se il suo miglior risultato -un secondo posto- è distante solo quattro anni. Le altre tre Nazionali -Egitto, Ghana e Camerun- sono, invece, quelle che la Coppa l’hanno portata a casa più volte: sette i successi per i faraoni, quattro ciascuno per Black Stars e leoni indomabili. E siccome oltre al blasone conta molto l’esperienza, I favori del pronostico se li dividono soprattutto Egitto e Ghana, che si sono già incontrate nel girone e, quindi, possono rivedersi solo in finale. Per il Camerun rinnovato del belga Broos è, infatti, già un ottimo risultato esser tornato in una semifinale nella massima competizione continentale a distanza di nove anni dall’edizione del 2008 in cui l’Egitto lo batté in finale grazie a una rete di Aboutreika. Inutile aggiungere che nel suo piccolo calcioromantico tiferà affinché i pronostici vengano ribaltati.

Vediamo, però, un po’ più da vicino gli scontri che ci attendono e come sono andati i quarti. La prima semifinale è in programma Mercoledì 1° febbraio a Libreville e vede di fronte burkinabé ed egiziani. Partiti un po’ in sordina, forse condizionati dalle precarie condizioni fisiche del loro uomo simbolo Pitroipa, gli stalloni del Burkina Faso hanno trovato, a partire dal secondo match, quello contro il Gabon, una buona continuità. Decisivo fino adesso Nakoulma, autore di due gol e un assist nelle ultime tre partite. Il sette burkinabé è andato in rete anche nei quarti contro la Tunisia, siglando in contropiede all’85’ il 2-0 della sicurezza; a togliere le castagne dal fuoco era, infatti, stato il grande “vecchio” Aristide Bancé al minuto 80 con una punizione dal limite. Nel primo tempo, invece, un bel tiro del diciannovenne Bertrand Traoré aveva colto la traversa.
Segnare e battere gli egiziani sarà, però, decisamente difficile. Per loro quattro partite, tre vittorie, zero gol subiti e un portiere, El Hadary, che nonostante i 44 anni è ancora uno dei migliori estremi difensori del continente. Certo, nei quarti contro il bel Marocco che il sempre abbronzato e pericoloso Renard ha messo in piedi, a El-Hadary e all’Egitto è andata anche bene vista la traversa centrata da Boussoufa con un gran tiro da lontano a metà ripresa, quando si era ancora sullo 0-0. L’altro punto di forza dell’Egitto è, neanche a dirlo, Salah, anche se contro i marocchini la zampata vincente è stata di Kahraba, che appena entrato all’88’ ha avuto la prontezza di anticipare Benatia in mischia e di sorprendere il portiere avversario Munir con una bella girata sotto misura.

Giovedì alle ore 20 a Franceville si disputerà, invece, l’altra semifinale Camerun-Ghana. In molti si attendevano il Senegal, mai vincitore in Coppa d’Africa e mai così forte da quel 2002 che vide i leoni della Teranga, capitanati dall’attuale allenatore Cissé, arrivare secondi nella manifestazione continentale e poi stupire ai Mondiali. I senegalesi avevano impressionato nel girone eliminatorio per la capacità mostrata contro Tunisia e Zimbabwe di portarsi subito in vantaggio e poi di amministrare, ma contro il Camerun nella partita valida per i quarti non sono stati in grado di rendersi pericolosi con la necessaria continuità. Moukandjo, da parte sua, li ha anche fatti tremare nel corso della ripresa. Poi come spesso accade nel calcio, ai rigori vince la squadra che arriva più lucida e sente meno la responsabilità di vincere a tutti i costi. L’errore decisivo è stato di Mané, a testimonianza che per i giocatori del Liverpool è un periodo in cui le cose non vanno troppo bene: scelto come ultimo rigorista si è visto parare il suo tiro da Ondoa, molto bravo anche nel corso dei 120′ di gioco. Non ha invece sbagliato l’altro ultimo rigorista, Aboubakar. Apparso davvero lento e appesantito nelle varie fasi di gioco, uno dei big che ha risposto alla convocazione non ha tremato nel momento decisivo e ha battuto Diallo con un penalty perfetto. E così questo Camerun privo dei vari Matip, Choupo-Moting e Song più va avanti, più ci crede. Finora ha totalizzato una vittoria e tre pareggi, ma il Portogallo degli Europei 2016 ci ha insegnato qualcosa.
Certo, per arrivare alla finale c’è l’ostacolo Ghana. Privi di Asamoah Gyan, infortunatosi nel match contro l’Egitto, i ghanesi hanno mostrato di avere molte altre frecce al loro arco: il jolly del centrocampo Thomas Partey, il solito imprendibile-a-tratti Atsu, un Jordan Ayew ormai maturo e suo fratello André, che è meno trascinante e meno coinvolto nel gioco ma è una sicurezza dal dischetto… e si sa che il Ghana di rigori ne ha sempre parecchi a favore. Come quello assegnato per una piccola spinta di Lomalisa Mutambala ad Atsu nei quarti contro la R.D. Congo, rigore che è valso il 2-1 finale dopo il vantaggio siglato da Jordan Ayew e il pareggio di una vecchia conoscenza italiana, M’Poku. Dubbi sul rigore a parte, i leopardi congolesi, una delle più belle squadre viste in Gabon per gioco espresso, devono davvero rammaricarsi per il palo colto da Mbokani al 10′ su svarione difensivo di Afful.

Un’ultima osservazione riguarda gli stadi. Con i quarti si è chiusa l’esperienza dei terreni di gioco di Oyem e Port-Gentil, la cui già precaria praticabilità era spesso peggiorata dalle copiose piogge. Egitto e Ghana potranno, quindi, finalmente approdare a Libreville o a Franceville che hanno campi decisamente migliori. Speriamo che questo porti miglioramenti nel gioco espresso.