Nella stagione 2012/13 si arriva a quattro, equamente distribuite tra Spagna, Italia, Inghilterra e Germania. Parliamo delle finali di Champions giocate da squadre della stessa nazione. Innanzitutto una premessa. Prima che la Champions aprisse le porte alle seconde, alle terze e alle quarte dei grandi campionati, non era rarissimo che due compagini provenienti dalla stessa federazione incrociassero i loro destini nella più importante manifestazione calcistica per squadre di club. Sei precedenti, ma nessuno che valesse la coppa.
Inizia la Spagna. Il Real Madrid, campione in carica, incontra ed elimina il Siviglia nei quarti dell’edizione 1957/58 (8-0 in casa e 2-2 nel ritorno), soffre con l’Atletico Madrid nelle semifinali dell’edizione successiva (vittoria 2-1 allo spareggio) e regola in Barcellona con un doppio 3-1 nelle semifinali 1959/60. L’edizione successiva i blaugrana si prendono la rivincita e agli ottavi fanno per la prima volta fuori i blancos dalla Coppa Campioni.
Ricordiamo poi lo scontro tutto inglese che nei sedicesimi della Coppa Campioni 1978/79 segna un ideale passaggio di consegne tra il Liverpool campione in carica e il Nottingham Forest, che nella finale di Monaco batterà 1-0 il Malmö: la squadra di Brian Clough vince 2-0 in casa, con gol di Birtles e Barrett, e pareggia 0-0 ad Anfield garantendosi il passaggio del turno.
Infine l’unico precedente italiano, ricco ovviamente di polemiche. Ottavi, stagione 1985/86. Nell’urna del sorteggio il Verona campione d’Italia trova la Juventus campione d’Europa. Lo 0-0 di Verona rimanda tutto alla partita di ritorno di Torino che va giocata a porte chiuse per una incredibile decisione della UEFA che penalizza i bianconeri a seguito della tragedia dell’Heysel. Come arbitro viene designato il francese Wurtz, accusato da alcuni giornali di essere amico dello juventino Platini. Fatto sta che al 19′ la Juventus ha un rigore per un mani di Briegel (Platini trasforma), mentre nella ripresa un ben più evidente fallo di mano di Aldo Serena non viene sanzionato. Finisce 2-0 e il raddoppio lo sigla proprio Serena, ma la Juventus non farà molta strada in più.
Il 1997 apre un’altra era in quella che è ormai diventata Champions League. Gli scontri tra squadre della stessa nazione così si moltiplicano. Nel 2000 arriva la prima finale inter nos. Tutti si aspettano il superclásico e invece il Valencia di Mendieta, del Piojo Lopez e di Angulo in semifinale travolge il Barcellona (4-1 al Mestalla e sconfitta 2-1 al Camp Nou maturata solo nel finale), Così a Parigi è la squadra allenata da Cuper a affrontare il Real Madrid. I blancos sono però entrati in forma al momento giusto della stagione e passeggiano 3-0, andando in gol con Morientes, McManaman e Raúl.
Tre anni dopo, a Manchester, è il turno dell’Italia. Il Milan di Ancelotti ha eliminato in semifinale l’Inter grazie al gol segnato in trasferta (0-0 e 1-1) e sembra destinato ad essere sconfitto dalla Juventus, che ha fatto fuori Barcellona e Real Madrid nei due turni precedenti. Il futuro pallone d’oro Nedved è, però, squalificato e i bianconeri ne risentono. I rossoneri giocano un po’ meglio, ma un gol annullato a Shevchenko (per off side di Rui Costa), una gran parata di Buffon su testa di Inzaghi e una traversa di Conte sono gli unici tre sussulti di una serata che tiene svegli solo gli italiani e forse neanche quelli. Ai rigori il Milan è più lucido e si porta a casa la coppa numero sei della sua storia.
Il 2008 tocca all’Inghilterra a farla da padrona. Quattro squadre ai quarti, tre in semifinale e due in finale, Chelsea e Manchester United. A Mosca il diluvio, i gol di Ronaldo e Lampard, le occasioni da una parte e dall’altra e poi il clamoroso epilogo ai calci di rigore con la tremenda scivolata di John Terry. Una sequenza di emozioni difficile da dimenticare.
Nel 2013, infine, è il turno della Germania. Una finale ben giocata ed emozionante che vede di fronte la corazzata Bayern Monaco e la sorpresa Borussia Dortmund. I gialloneri partono meglio, ma Neuer blocca ogni loro velleità. Poi nella ripresa Mandžukić porta avanti i bavaresi. Sembra fatta, ma un sussulto del Borussia e una pazzia di Dante regalano a Reus il pallone del pareggio. Il Bayern si getta allora all’attacco e a pochi minuti dal termine riesce a siglare con Robben il definitivo 2-1. Per l’olandese è la liberazione, dopo gli errori clamorosi commessi nella finale mondiale del 2010 e nella finale Champions dell’anno prima. Per Jupp Heynckes è un vero trionfo, prima di lasciare la panchina a Guardiola. La vittoria in finale di Coppa di Germania contro lo Stoccarda la settimana dopo completerà una storica tripletta.
Con le finali Champions del 2014 e del 2016 si farà un ulteriore passo in avanti: per la prima volta a contendersi il titolo di campione d’Europa saranno due squadre della stessa città, Madrid. Il fascino di poter incontrare in finale un avversario che non si conosce a pieno è finito da un pezzo.
Nella foto in evidenza: Raúl segna il 3-0 al Valencia nella finale del 2000
federico
È vero all’ epoca il calcio italiano era il più importante in Europa eravamo più rispettati basti guardare ciò che hanno fatto a Roma e Juve nella Champions 2017-2018 rispettivamente contro Liverpool e Real Madrid. Comunque nella rubrica ” non dire gatto se..” manca la gara Champions tra Deportivo la coruna vs milan pure quella bella rimonta non c’è che dire! Gianluca
Ciao Gianluca. Manca dalla rubrica ma se ne parla in questo pezzo dedicato alla “non convenzionale” Champions del 2004
http://www.calcioromantico.com/a-spasso-nel-tempo/quando-a-giocarsi-la-champions-furono-le-altre/