La storica vittoria contro il Ghana è arrivata martedì 18 gennaio, la qualificazione due giorni dopo, non appena l’arbitro egiziano Marouf ha fischiato la fine di Sierra Leone-Guinea Equatoriale e sancito la vittoria dei guineani: la Nazionale delle Isole Comore, nata nel 1979, affiliata alla FIFA solo nel 2005, alla prima storica partecipazione alla Coppa d’Africa ha staccato il biglietto per gli ottavi di finale!
Partiamo, innanzitutto, da un dato fondamentale: cosa sono le Comore? Sono un arcipelago dell’Africa Orientale, immerse nell’Oceano Indiano, con il Mozambico a Ovest e il Madagascar ad est, e contano poco più di 700mila abitanti. Le “Isole della Luna” – questo il significato del nome datole dagli arabi – divennero francesi nella seconda metà del XIX secolo e solo nel 1975 acquistarono l’indipendenza. Anche se, a dire il vero, le isolette che attualmente costituiscono il DOM di Mayotte rimasero ai transalpini. A guardare i componenti la Nazionale che è all’opera in Camerun, però, il legame con la Francia non si è mai staccato del tutto. Le Comore sono, infatti, un chiarissimo esempio di quello che un po’ scherzosamente amiamo definire “Kalergi al contrario“, visto che siamo abituati a ironizzare sul fantomatico “piano Kalergi” che, secondo alcuni simpatizzanti di complotti e di aree di estrema destra, qualcuno sta finanziando per far sparire i “bianchi” dall’Occidente.

Dei 28 giocatori convocati per la Coppa d’Africa 2021 solo uno è nato su territorio delle Comore, Abdallah Ali Mohamed, che comunque adesso milita nel Losanna. Ci sono poi quattro nati a Mayotte, tra cui Ben El Fardou, autore del primo gol contro il Ghana, nonché primo gol della storia comoriana in una fase finale della coppa continentale (cosa curiosa, El Fardou gioca nella Stella Rossa ed è anche cittadino serbo). Tutti gli altri 23 sono nati in Francia, hanno, dunque, origini comoriane, ma sono cresciuti calcisticamente in Europa. Molti di loro militano anche in squadre transalpine, magari delle divisioni inferiori, come Ben Boima, il portiere che si è messo in luce contro il Marocco. Giusto per fare un raffronto, l’attuale capitano comoriano Jimmy Abdou ricorda che, quando nel 2010 arrivò in Nazionale grazie alle sue prestazioni al Milwall, erano sette i compagni di squadra che come lui erano stati reclutati nel Vecchio Continente.
Siamo, quindi, di fronte all’utilizzo da parte di una Nazionale africana fatta di oriundi, di gente nata in una nazione europea! Un processo che interessa anche altre squadre presenti in Camerun, vedi la Guinea Equatoriale, squadra che ha contribuito in modo decisivo all’eliminazione dei campioni uscenti dell’Algeria ed è attesa dal Mali agli ottavi. Molti degli equatoguineani sono, infatti, nati e cresciuti calcisticamente in Spagna, il regno che dal 1844 alla metà del secolo XX è stato colonizzatore. In questo caso, è ancor più interessante ricordare che fu precisa volontà della federazione della Guinea Equatoriale e, quindi, del dittatore Obiang Nguema di rendere la squadra nazionale più competitiva perché nel 2012 aveva ottenuto la co-organizzazione della Coppa d’Africa.
È, tutto sommato, frutto di un percorso più legato alle opportunità di giocare la “Kalergizzazione al contrario” di Haller o la “immigrazione al contrario” di un Adam Masina. Costa d’Avorio e Marocco, tra l’altro, sono dalla stessa parte del tabellone e, se battessero, rispettivamente, Egitto e Malawi si ritroverebbero ai quarti.

Quali sono le possibilità che le Comore vadano ancora avanti è presto detto: agli ottavi incontreranno il Camerun e, vista la non estrema solidità difensiva dei comoriani, compensata da un attacco ben più vivace, ci sentiamo di prevedere una vittoria dei padroni di casa in una partita con gol. Vedremo.
Intanto, facciamo notare che anche Capo Verde, l’altro arcipelago, questa volta siamo in pieno Oceano Atlantico, è approdato alla fase a eliminazione diretta e se la vedrà con i dirimpettai del Senegal, che ha segnato la miseria di un gol, su rigore, in tre match. Davvero poco per la squadra di Mané. Gli altri incroci sono Burkina Faso-Gabon, Guinea-Gambia, Nigeria-Tunisia e, a proposito di rigori, chiudiamo con l’ennesima stranezza, stavolta statistica, che la Coppa ci ha fin qui regalato. Le Aquile di Cartagine hanno, infatti, sbagliato tre penalty nei primi tre match, con tre giocatori diversi: Khazri contro il Mali, Msakni con la Mauritania, Jazri con il Gambia. Un record difficilmente uguagliabile.