Dici Europeo, pensi a situazioni di parità in cui comunque una squadra deve uscirne vincitrice e ti vengono in mente due episodi legati agli azzurri. Uno dall’esito positivo, quella monetina che nello spogliatoio del San Paolo di Napoli nel 1968 decise che l’Italia di Valcareggi sarebbe andata in finale ai danni dell’URSS; uno dall’esito negativo, il famoso biscotto Svezia-Danimarca che fece fuori nel 2004 l’Italia di Trapattoni, nel senso che rese superfluo qualsiasi risultato gli azzurri avessero ottenuto contro la Bulgaria1.
Di contro, monetine beffarde e gol segnati in più, a parità di differenza reti, hanno determinato esiti opposti per i colori italiani al torneo olimpico di Roma 1960 o al Mondiale di Spagna nel 1982, ma c’è un episodio che fa capire quanto sia cambiato e quanto si sia dovuto perfezionare nel corso del tempo il sistema che prova a stabilire cosa fare in caso di parità al termine di un girone di qualificazione nella fase finale di un grande torneo. Svizzera, Mondiale del 1954, azzurri e padroni di casa sono nello stesso gruppo; il girone è a quattro, passano le prime due, ma per brevità gli svizzeri hanno messo in programma solo due giornate e non tre2. I rossocrociati battono l’Italia 2-1 all’esordio, ma perdono il secondo incontro con l’Inghilterra; l’Italia batte il Belgio e allora -niente differenza reti, niente scontri diretti- serve uno spareggio in cui Svizzera e azzurri si riaffrontano a distanza di sei giorni!
Per la cronaca, vincono nettamente i padroni di casa. Al Mondiale del 1958 ci sono ancora gli spareggi per capire chi si qualifica ai quarti a parità di punti, dal 1962 la FIFA inserisce la differenza reti come disclaimer, ma è solo l’inizio.

Al Mondiale 1990 serve un sorteggio per stabilire chi tra Olanda e Irlanda è seconda nel girone F: hanno entrambe tre punti, due gol fatti, due subiti e hanno pareggiato 1-1 nello scontro diretto. Ricorrere alla sorte è brutto, anche se in questo caso le due squadre avanzano comunque agli ottavi3. La UEFA ci pensa sin dal 1996 a inserire altri criteri che rendano il ricorso alla famigerata monetina praticamente impossibile, inserendo persino la possibilità di tirare calci di rigore alla fine di un match del girone se tutta una serie di condizioni sono verificate4. La FIFA solo a partire dalla Coppa del Mondo del 2018, ma -fatalmente- è proprio in Russia che per la prima volta si vede un passaggio di turno deciso dal numero di ammonizioni: ne beneficia il Giappone ai danni del Senegal.

Per capire cosa significhi davvero l’aver inserito il cosiddetto fairplay tra i criteri in grado di determinare il passaggio del turno in un girone ai Mondiali o agli Europei, è utile ricordare quanto accaduto nel corso dell’ultimo turno del gruppo C a Qatar 2022. Si giocano in contemporanea Argentina-Polonia e Messico-Arabia Saudita. I polacchi sono sotto di due gol e la loro classifica virtuale dice 4 punti, due gol fatti, due subiti; i messicani sono avanti 2-0 e anche loro hanno virtualmente 4 punti, due gol fatti, due subiti. Lo scontro diretto è finito 0-0 perché Lewandowski ha sbagliato un rigore ed è proprio il capitano dei biancorossi che sta guidando i suoi nel match contro l’Argentina: attenzione, però, non li sta invitando ad assaltare l’area avversaria, né a difendersi strenuamente; sta dicendo loro di non fare interventi da giallo perché, a parità di tutto, la Polonia ha meno ammonizioni del Messico! Poi un gol dell’arabo Al-Dawsari nei minuti finali scioglie l’equilibrio a favore della Polonia e non è necessario applicare il criterio del fairplay per stabilire chi va agli ottavi.

Con Danimarca e Slovenia a Euro 2024 si è scritta una pagina ancora più estrema. Detto che, per fortuna, in ballo c’era solo la posizione finale e non il passaggio del turno, garantito per entrambe, stavolta le due Nazionali sono arrivate in fondo al girone con parità assoluta di punti, gol fatti nello scontro diretto, differenza reti totale, gol fatti in totale, ammonizioni cumulate nel corso delle prime tre partite; l’ultima gara non le vedeva difronte e, allora, niente possibilità di usare i rigori e a decidere è stata la posizione nello UEFA Euro 2024 qualifying Overall ranking, ovvero il posto occupato nella classifica del proprio girone di qualificazione alla fase finale: Danimarca prima, Slovenia seconda. Che, poi, in realtà, le due erano nello stesso girone e lo avevano concluso entrambe con 16 punti, dettati da 5 vittorie, un pareggio, due sconfitte e, quindi, a decidere davvero sono stati gli scontri diretti, stavolta non in equilibrio: Slovenia-Danimarca 1-1, giugno 2023, Lubiana; Danimarca-Slovenia 2-1, novembre 2023, Copenhagen.
Un equilibrio quasi assoluto, al limite della necessità di ricorrere inopinatamente al sorteggio. Nonostante tutto.

Nell’immagine in evidenza: Eriksen e Janža, i due marcatori in Slovenia-Danimarca 1-1 a Euro 2024