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arsenal_campeon1Giugno 2012, Avellaneda tocca il cielo, ma non grazie al Racing o all’Independiente. È merito dell’Arsenal di Sarandí, il club più giovane della Primera División Argentina. Gli uomini di Gustavo Alfaro, guidati dal romanista per un giorno Guillermo Burdisso, dal portiere Campestrini e dall’ex Betis Caffa, vincono il torneo di Clausura 2012 battendo la concorrenza di Boca Juniors e Tigre e conquistano il loro primo trofeo nazionale, risposto in vetrina accanto alla Copa Sudamericana 2007 e alla Copa Suruga Bank 2008.[1]

Ma diamo alcune informazioni su questa poco conosciuta squadra argentina. Innanzitutto il nome, Arsenal, deriva dalla vicinanza tra l’arsenale e il luogo dove sorge lo stadio. Fondato nel 1957 nel barrio di Sarandì ad Avellaneda, città di media grandezza a pochi kilometri dalla capitale, l’Arsenal si appropriò dei colori dei due club storici della città, il celeste del Racing e il rosso dell’Independiente. Gioca in Prima Divisione dal 2002, una regolarità nel rendimento che gli ha permesso, a dieci anni di distanza, di entrare nella ristretta cerchia delle squadre campioni di Argentina.

La storia dell’Arsenal è legata alla potente famiglia Grondona e curiosamente Julio Humberto Grondona non solo è il fondatore, non solo dà il nome allo stadio dell’Arsenal, ma è anche l’attuale presidente dell’AFA, la Federcalcio argentina, e questo non può che generare polemiche sulle strette relazioni tra club e AFA.

L’ultima giornata del Clausura 2012 ha riservato anche un altro dato interessante per la storia. A causa del sistema un po’ complesso di coefficienti per stabilire le retrocessioni, il Tigre, al comando prima dell’ultima giornata, si giocava allo stesso tempo il titolo con Boca e Arsenal, la salvezza dalla retrocessione in Primera B e dalla Promoción de descenso con San Lorenzo de Almagro, San Martín SJ e Banfield [2] .

Con un’alternanza di risultati, molta matematica e tanti conti il campo ha decretato la retrocessione in Primera B del Banfield, ha costretto San Lorenzo e a San Martín alla disputa della Promoción de descenso e ha salvato il Tigre. Strana circostanza quella del Tigre, il cui obiettivo primario era la permanenza in Primera A, ma che già nel 2008 aveva sfiorato da neopromossa la vittoria nel torneo di Apertura e che quindi sotto sotto sperava di portare a termine il suo sogno di diventare campione per la prima volta nella storia.

Cosa che per meriti propri e (secondo alcuni) anche grazie agli aiuti della Federazione è, invece, riuscita all’Arsenal, che ha aperto un nuovo capitolo della sua storia e ha dimostrato che anche “le piccole” contano.

Víctor, traduzione di Federico

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[1] La Copa Sudamericana è un torneo internazionale della Sudamerica Football Confederation, l’unificazione delle antiche Copa CONMEBOL, Copa Mercosur, Copa Merconorte e Supercopa Sudamericana. Il campione ha accesso a giocare l’anno successivo la Copa Libertadores, la Coppa delle Coppe Sudamericana e la Suruga Bank Cup. La Suruga Bank Cup è un torneo internazionale in cui si scontrano il campione della Coppa del Giappone e il campione della Copa Sudamericana.
[2] Le retrocessioni si stabiliscono alla fine del torneo di Clausura con la classifica di promedio che considera per ogni squadra della Primera A la media punti conseguita nelle ultime tre stagioni (e quindi negli ultimi tre tornei di Apertura e negli ultimi tre tornei di Clausura). Ultima e penultima retrocedono in Primera B, terzultima e quartultima disputano la Promoción de descenso rispettivamente contro quarta e terza della Primera B