Il pareggio come risultato finale è spesso la sintesi di una partita equilibrata, caratterizzata da non troppi tiri in porta o perfettamente identificabile con la locuzione “un tempo per parte”. Per questo in Serie A un 3-3 fa sensazione, benché il risultato non sia così infrequente (nel 2013/14 undici incontri sui 380 in programma sono terminati con questo punteggio). Un 4-4 non ne parliamo. Genoa-Ancona dell’ottobre 1992, Lazio-Milan dell’ottobre 1999, Milan-Udinese del gennaio 2011 o Inter-Palermo del febbraio 2012 sono vere mosche bianche in un mare di altri risultati. E se ci spingiamo oltre? Non resta che Torino-Inter, anzi Torino-Ambrosiana, rispettando la denominazione che il club meneghino aveva in tempo di fascismo.[1]
Il 12 gennaio 1941 nel capoluogo piemontese è nevicato. Il campo da gioco è stato sgomberato, ma è ghiacciatissimo e scivoloso. Alcuni minuti di assestamento (si fa per dire) e le squadre capiscono che per far gol basta crossare a centro area e poi fare affidamento alla benevolenza di difensori e portieri. Ne esce un primo tempo con otto reti, un record. I granata padroni di casa ne fanno cinque, i nerazzurri ospiti tre. Il 2-0 di Carpi o il 5-3 di Ossola, messi a segno da pochi passi dopo che il portiere Sculli e i terzini sono andati gambe all’aria, o il momentaneo 2-2, ottenuto dall’Ambrosiana su autorete del portiere Cavalli, sono la perfetta sintesi della partita.
Nella ripresa il Torino sfiora il triplo vantaggio con un tiro di Ferraris che va incredibilmente al lato, nonostante la porta vuota, poi si spegne. Guarnieri, da pochi passi nel modo ormai consueto, e Annibale Frossi, con uno stop a inseguire che beffa Cavalli incertissimo in uscita, siglano il 5-5 finale. Il portiere granata si rende anche protagonista del più bel gesto tecnico involontario del match: uscito in tuffo per una presa bassa, si trova a respingere di testa la palla impennatasi improvvisamente.
Un giorno buono per stabilir primati, un giorno in cui vince lo sport, potremmo dire. Ma quella stanchezza finale, quel non volersi colpire più nell’ultimo quarto d’ora impedisce alle due squadre di ottenere il record assoluto per i campionati di massima serie. Un record che appartiene, guarda caso, a un’altra Torino-Inter, giocata il 7 marzo 1920 e valida per il girone C delle semifinali interregionali della Lega Nord. Quel giorno finisce addirittura 6-6, con i gol granata di Romano (al 7′, 67′ e 85′), Fiamberti (al 23′), Crotti (al 63′) e Calvi (al 69′) e quelli interisti di Aebi (al 13′, 70′ e 78′), Agradi (al 75′), Schneidler (al 77′) e Asti (al 90′). Una partita che i nerazzurri rimettono in parità da 5-1 a 5-5 in otto minuti e poi riacciuffano nuovamente al 90′, un pomeriggio ricco di gol ed emozioni ma privo di neve e ghiaccio, che sistemeranno il 12 gennaio 1941 un gradino sopra nella scala delle giornate particolari.
federico
Fonti: La Stampa, 13 gennaio 1941, articolo a firma V. Pozzo
—————————————————————————————————-
[1] Dall’istituzione del girone unico (1929/30) a tutto il 2013/14, in Serie A il 4-4 si è verificato 22 volte, il 5-5 una volta sola, il 6-6 mai