Pian piano diventerà Serie A. 5° puntata

Si chiama challenge round, in Coppa Davis l’hanno usata fino al 1972, nell’America’s Cup continuano ancora a usarla. È una formula che prevede che il campione in carica entri in gara solo all’ultimo e disputi una sola sfida, sul proprio campo e contro la vincente delle eliminatorie.

Un'immagine del Trotter (per gentile concessione da www.magliarossonera.it)

Un’immagine del Trotter (per gentile concessione da www.magliarossonera.it)

Il Campionato Federale di football sposa questa formula sin dalla seconda edizione. Ben presto, però, qualche squadra storce il naso difronte al fatto di concedere alla squadra detentrice anche il vantaggio di ospitare la finale unica. Così nel 1900, per la terza edizione del campionato, la Federazione, che ha sede a Torino, decide su pressante richiesta della Foot Ball Club Torinese di far disputare non a Genova, ma (guarda caso) a Torino la sfida conclusiva. Il Genoa non si scompone, batte i torinesi in trasferta come fatto due anni prima, si laurea per la terza volta campione F.I.F. e si porta a casa definitivamente la Coppa Duca degli Abruzzi.

La cosa più incredibile accade però due anni più tardi. Nel 1901 il Milan riesce, infatti, nell’impresa di strappare ai genoani il primato vincendo in trasferta addirittura 3-0 con gol di Kilpin, Negretti e di qualcun altro che le cronache non riportano. L’anno dopo, forti anche della conquista definitiva della Medaglia del Re (trofeo secondo per importanza solo al campionato), i diavoli rossoneri possono legittimamente aspirare a ripetere la vittoria in campionato con un solo sforzo, davanti al proprio pubblico e sul proprio terreno, il Trotter. Avversari i sempre temibili genoani che si sono conquistati ancora una volta in trasferta (indovinate dove?) il diritto di partecipare alla finale.

Il Genoa torna al successo. Primo in maglia roosoblù

Il Genoa torna al successo. Primo in maglia roosoblù

“Contrariamente a quanto era stato stabilito” la finale domenica 13 aprile si deve invece disputare a Genova, a Ponte Carrega, “causa le corse al trotto che impedivano al Milan di avere il terreno per quella data”.[1] Del resto, se si chiama Trotter un motivo ci sarà…
Così, sfrattati da cavalli e cavalieri, i rossoneri si ritrovano a Genova e i padroni di casa non si fanno fregare di nuovo: 2-0 con reti di Salvadé e Pasteur II e di nuovo campioni.

Federico

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[1] Il virgolettato è tratto da La Stampa Sportiva 27 aprile 1902