Il Cile che un po’ a sorpresa raggiunge la finale della Copa América del 1979 ha in Carlos Caszely il suo punto di forza. L’uomo, che non saluta Pinochet e che nel 1988 racconterà in piena campagna elettorale la storia della sparizione di sua madre per convincere i cileni a non lasciare il generale golpista altri otto anni al potere, è stato richiamato in nazionale da poco, da quando ha messo fine alla sua esperienza in Spagna ed è tornato a vestire la maglia del Colo Colo. Quanto basta per segnare un gol alla Colombia nella partita decisiva del girone di qualificazione e due al Perù campione in carica nella vittoriosa trasferta di Lima valida come andata della semifinale.

Di fronte la roja si trova un’altra sorpresa, il Paraguay, che ha fatto fuori nell’altra semifinale il Brasile di Socrates, Edinho, Eder e Falção, grazie al 2-1 di Asunción e al 2-2 agguantato negli ultimi minuti di gioco al Maracanã, dopo che un generoso rigore aveva riportato avanti i padroni di casa. A segnare il gol, con un velenoso diagonale, è Julio Cesar Romero, per tutti Romerito, per via dei suoi 19 anni, promettente centrocampista offensivo col fiuto del gol che il tecnico Miranda ha tenuto inizialmente in panchina. Cosa che non farà per le finali.
La Copa non ha una sede fissa e, quindi, le due finaliste hanno davanti almeno due partite. Si comincia il 28 novembre ad Asunción e il Paraguay distrugge gli avversari: Romerito mette in gol da pochi passi al 12′, sfruttando una evidente carica sul portiere Osbén non sanzionata dall’arbitro; Milciades Morel raddoppia di testa prima della fine del tempo e nuovamente Romerito, su punizione, porta a tre le reti dei suoi.
La settimana dopo si replica a Santiago del Cile, nello stadio Nacional, il cui uso “secondario” come prigione a cielo aperto durante il golpe del 1973 nessuna grande impresa sportiva potrà cancellare. I padroni di casa riescono a rimettere in parità i conti grazie a un tap-in di Rivas su corta respinta del portiere avversario Fernandez. Il regolamento, almeno in prima istanza, non dà importanza alla differenza reti e, quindi, le due squadre sono costrette ad una bella, da giocarsi a Buenos Aires, l’11 dicembre 1979: solo se al 120′ il risultato sarà in parità, allora i tre gol di Asunción faranno pendere la bilancia dalla parte dell’albiroja.

E va a finire proprio così, anche se lo 0-0 non rende giustizia a una partita combattuta e caratterizzata da un paio di grandi occasioni. Ne capita una anche sui piedi di Caszely, che sottrae la palla alle grinfie di Fernandez e tira in porta, ma Torales salva sulla linea ed è, forse, meglio così: per l’attaccante cileno sarebbe stato troppo difficile sottrarsi al saluto di Pinochet, se avesse regalato al Cile la prima Copa América della sua storia.

federico