francobollo-1948In principio era il trio. Milanista anche questo, ma svedese e non olandese. E niente coppe europee per mettersi in mostra, solo un torneo olimpico da cui Gunnar Grenn, Gunnar Nordahl e Nils Liedholm se ne tornarono con un oro al collo e un contratto quasi in tasca.

È il 1948, sono passati tre anni dalla fine della guerra e Londra prova a ridare senso ai giochi olimpici. Qualcuno non è stato invitato, qualcuno non si è presentato, ma per il CIO, ormai orfano di De Coubertin, l’importante è ripartire. Il resto verrà dopo. L’Italia, assolta anche se ha contribuito a provocare la guerra, fa la sua bella figura: Consolini e Tosi fanno doppietta nel disco maschile, la squadra di pallanuoto e il quattro senza si portano a casa l’oro e altri cinque successi arrivano da scherma, ciclismo, pugilato e lotta.

Nel calcio va invece male. I campioni in carica sono pieni di giovani e non superano lo scoglio Danimarca ai quarti (5-3 il finale). A dire il vero c’è un’attenuante: i danesi hanno praticamente portato la nazionale maggiore e la differenza di maturità si vede. Lo stesso hanno fatto i loro cugini svedesi e non a caso in semifinale va in scena il derby scandinavo. Vincono i gialloblù 4-2 e si qualificano per la finale.

Il 13 agosto 1948 anche la Jugoslavia capitola, 3-1, e l’oro sbarca per la prima volta nel nord Europa. Le squadre scandinave hanno impressionato, ma la storia potrebbe finir qui se a dare un’occhiata interessata al torneo olimpico non ci fossero i dirigenti italiani che inaugurano una sana abitudine che denota il possesso di soldi o la possibilità di fare debiti. Perché perdere non è mai bello, ma se chi ti batte è forte e poi viene a giocare nella tua squadra di club tutto passa. Così la Juventus si butta sui danesi e il Milan sugli svedesi.[1] Nella stagione 1949/50, la prima dopo la tragedia di Superga, il Gre-No-Li sbarca in Italia e riporta il Milan al vertice dopo più di quaranta anni mettendo l’ipoteca su due scudetti (1950/51 e 1954/55) e due Coppe Latine (1951 e 1956, la seconda senza Gren).

Gren, Nordahl e Liedholm

Gren, Nordahl e Liedholm

Gunnar Gren è una mezzala di grande intelligenza e precisione, che però non disdegna il gol: lo sanno gli jugoslavi che da lui ne hanno subiti due in finale nel 1948, e lo impareranno i milanisti (38 gol in 133 match). Gunnar Nordahl, il pompiere, è un possente attaccante, fortissimo di testa. Realizzerà 210 gol in 257 partite e vincerà per cinque volte la classifica cannonieri, un vero record. Infine Nils Liedholm, per tutti il Barone, un centrocampista di grandi qualità tecniche e dal passaggio facile che legherà al Milan e alla Roma tutta la sua vita calcistica. Dodici anni da giocatore rossonero (359 partite, 81 gol) con due scudetti in più dei compari svedesi e poi la carriera da allenatore, la sua crociata a favore della zona e due storici scudetti, 1978/79 col Milan e 1982/83 con la Roma.

Anche con la nazionale le soddisfazioni al Gre-No-Li non mancheranno, ma proprio a Stoccolma nel 1958 il Brasile del trio Vavà-Didì-Pelé e della più forte ala destra della storia, Garrincha, bloccherà sul più bello il sogno mondiale.

federico

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[1] I bianconeri acquistano Praest nel 1948, John Hansen nel 1949 e Karl Aage Hansen nel 1950, tutti e tre bronzo con la Danimarca alle Olimpiadi di Londra. Nel 1949/50 e nel 1951/52 la Juventus conquista lo scudetto con il contributo dei suoi danesi